venerdì 18 dicembre 2009

Un UFO a forma di Piramide vola sul Cremlino



Allarme ufo in Russia. Una gintesca piramide sorvola il Cremlino per delle ore. Le immagini sono state riprese da due amatori e poi caricate su Youtube dove stanno raccogliendo un clamoroso successo di clic. La notizia è stata ripresa da diversi giornali italiani tra cui il Corriere della Sera.


Ritrovata Atlantide?

Un gruppo di archeologi ha scoperto le rovine di una grande città antica sui fondali del Mar dei Caraibi  che secondo alcune indiscrezioni sarebbe antecedente alle piramidi di Giza, in Egitto, e la cui ubicazione rimane per il momento segreta. La notizia, pubblicata in esclusiva dal giornale parigino in lingua inglese Herald de Paris, è stata subito rilanciata dai siti web americani e pubblicata in Italia anche dal Corriere della Sera.  Le immagini satellitari della città sono state pubblicate sul sito web del quotidiano. "Abbiamo trovato una struttura simile a una piramide alta e sottile - racconta il capo della spedizione -, e persino una costruzione con pali paralleli in piedi e travi fra le macerie di ciò che sembra un edificio in rovina." Gli scopritori non parlano di Atlantide ma di una antichissima civiltà marinara molto avanzata.  



venerdì 20 febbraio 2009

La fortuna di Berlusconi



Non penso che Berlusconi sia particolarmente fortunato e che Veltroni porti sfiga e se la porti. Certamente il cavaliere ha avuto un’opposizione quasi inesistente che ora si è completamente liquefatta. Questo è culo? No, penso sia dabbenaggine degli altri (o c’è dell’altro, perché qualche volta me lo domando) . Però se uno si trova davanti un’opposizione del genere forse ha anche culo!  

Certamente il personaggio ha le sue capacità che bisogna riconoscergli ed è uno che dà l’impressione di credere a quello che dice e che fa. E’ stato un buon imprenditore? Certamente ha creato un impero, poi però bisogna vedere con che metodi.

Ad ogni modo io non sarei stata capace di fare l’imprenditrice e infatti non ci ho neanche provato. Faccio il dirigente in una pubblica amministrazione e spero di farlo bene. Però avrei voluto fare la giornalista o la carriera diplomatica e non ci ho neanche provato, perché ho avuto paura. Pertanto rispetto chi non ha paura e ce la fa. Poi appunto bisogna vedere come. Certamente dal punto di vista culturale non lo reggo (già non ho mai sopportato chi racconta le barzellette, e le sue sono sempre di pessimo gusto) e come politico non credo sia capace. Riesce solo per l’incapacità altrui.

 

Per quanto riguarda la sinistra non credo sia tutta colpa di Veltroni. Certamente non ha la faccia di un trascinatore e neanche di uno fortunato. Ma queste sono battute. Penso che sarebbe stato meglio che avesse continuato a fare il Sindaco di Roma. Non so se ha fatto danni, ma penso che la capitale debba essere anche la capitale culturale e questo forse gli riusciva. Certo poi c’era la vergogna dei campi nomadi e altre cose, ma presumo ci siano ancora. Come segretario del PD, partito che ha voluto creare troppo presto, certamente ha fatto molti errori, come quello di non costringere Bassolino e la Iervolino alle dimissioni, tanto per dirne una.

Ad ogni modo non credo che Berlusconi duri per sempre. Bisogna vedere cosa accade con la crisi economica. Per questo non so se è proprio fortunato. In mancanza di un'opposizione gli manca anche una via d'uscita nel caso la situazione precipitasse. La palla resta a lui.


Certo se nel 2010 c’è la ripresa e la sinistra non si ricompatta e si rigenera (cosa di cui al momento dubito) resta al governo a vita o diventa Presidente della Repubblica, altrimenti chissà…. Certo non ci si può augurare una crisi drammatica per levarselo dai coglioni, perché sarebbero guai anche per noi, salvo palingenesi totale e nascita di una nuova società. Questa però è utopia.     


Stiamo a vedere.


 Io per il momento ho altri interessi, quali l'alchimia, la fisica quantistica, però intanto osservo.

Crisi della sinistra senza partito e senza leader - E ora?

Le dimissioni di Veltroni, dopo una serie di sconfitte, sono solo il suggello che sancisce la morte di un soggetto che non è mai nato, una fusione a freddo, come qualcuno l’ha chiamata, di due nomenclature, l’ex PCI-PDS-DS e l’ex DC, una cosa inaudita. Veltroni, che comunque non è il solo responsabile della crisi della sinistra, ha avuto fretta di creare un soggetto che per ovvie ragioni è nato morto. D'Alema (e non solo lui) non aspettava altro che fallisse. Invece di cercare di sfruttare le debolezze degli avversari, la sinistra (sempre che si potesse definire tale) si è dedicata a lotte intestine, ma non ha mai fatto vera opposizione. Ha dimostrato paura di tutto, anche di dirsi di sinistra, anche di tutelare la laicità dello Stato.

Si potrebbe parlare di un’anomalia italiana. Mentre in tutti i paesi dell’Occidente ci sono due partiti che si alternano al governo, uno conservatore e uno socialista o socialdemocratico o democratico che dir si voglia, in Italia abbiamo un partito che non è nemmeno un partito, ma l’emanazione del Presidente del Consiglio, e dall’altra niente.



La classe politica di sinistra non è stata capace di rigenerarsi, fatti i conti con il passato, in un soggetto nuovo, un partito progressista, moderno, laico, rispondente alle esigenze dei tempi, ma ha dato vita solo ad un’accozzaglia rissosa unita solo nell’antiberlusconismo, di facciata, perché l’opposizione a Berlusconi non l’ha fatta mai. E ora D’Alema si rammarica del bipolarismo rissoso incapace di promuovere insieme un percorso per metter mano a riforme indispensabili. Ma quali riforme indispensabili si possono realizzare in collaborazione con ex o post fascisti, teocon, atei devoti, xenofobi, ecc.?



 E ora? C’è un governo ultrareazionario e “teocon” con un padrone assoluto che non teme di attentare alla Costituzione e di scatenare conflitti tra gli organi dello Stato e un'opposizione inesistente. Non vedo nulla di buono all'orizzonte. Non c’è che da stare a vedere cosa succede e intanto interessarsi di altro. 

mercoledì 18 febbraio 2009

Veltroni: tutta sfortuna?

 

Andate a vedere questi due post del blog “Brodo Primordiale” dal titolo “Non voglio tirarmela” e “Ci siamo quasi”.

Carini, no?

Ma non sarà che Veltroni porta sfiga?

Mi viene in mente la celebre frase di Napoleone: "Non voglio generali esperti e capaci, voglio generali fortunati!!"




Ora in tutte le imprese esperienza e capacità sono, a mio parere, essenziali, ma riuscire è anche questione di fortuna, e di ottimismo e di carisma. Anzi penso che ottimismo e carisma attirino la fortuna.




Con questo la crisi della sinistra non è solo questione di leader.




Il PD non è mai esistito, è un coacervo che non sta insieme, che non poteva stare insieme. Un’impresa riesce se ci sono alla base delle idee, dei principi condivisi e se ci sono dei leader che hanno talento, energia e, perché no, fortuna.




Avete visto cosa è successo alle primarie di Firenze? Il vincitore, Matteo Renzi sembra sia uno che ha energia da vendere e uno fortunato. Prima di darsi alla politica aveva vinto 33 milioni (di lire) alla Ruota della Fortuna! Ma non mi piace. E’ stato intervistato qualche tempo fa da Irene Bignardi alle “Invasioni barbariche”: un cattolico neanche molto progressista.




Quanto a Veltroni gli si deve riconoscere che almeno si è dimesso. Saranno vere dimissioni? In un paese in cui le dimissioni sono quasi sconosciute, può venire anche il dubbio. Si è mai visto un segretario di partito che si dimette dopo un’elezione regionale? Ma se non si dimettono neanche quando vengono pescati con le mani nel sacco!




Per la crisi della sinistra, non vedo soluzioni a breve. A prescindere dai leaders (Bersani? ma vi pare uno che riesce a ispirare fiducia, a trascinare?), mancano anche le idee, i principi. Finite le ideologie, alla destra è rimasto comunque “Dio, patria, famiglia”, ma alla sinistra? Quali sono i valori che porta avanti? Quali i principi, le idee da sostenere, gli obiettivi da porsi anche a rischio di perdere i voti di qualcuno (tanto sono stati persi lo stesso e sarà sempre peggio). Finite le ideologie, abbandonato il marxismo e ogni altro anacronismo, doveva nascere un partito moderno, progressista, che si rifacesse ai principi del socialismo democratico, liberale e libertario, i cui obiettivi fossero la tutela del lavoro, dell’ambiente, dei diritti civili, della laicità, il miglioramento della scuola pubblica, della sanità pubblica, lo sviluppo della ricerca. Ma così non è stato. E’ stato creato qualcosa che non esiste, che è solo la giustapposizione di due ex-partiti, a suo tempo nemici, e tutto ciò anche nell’ambito di una deriva etica. Peggio di così….




Poi si può anche dire che la gente ama Berlusconi, che lo sente simile a sé, specie nelle battute più trite che fanno parte del suo successo (e questo la dice lunga sul livello culturale del paese), che vuol sentire parlare di soluzioni rigorose per la sicurezza, di lotta alla delinquenza, di punizioni esemplari, che cerca una soluzione alla proprie paure in un capro espiatorio (e cosa meglio degli stranieri? anche se poi continuano ad arrivare, come e anche più che sotto il governo Prodi).




D’accordo c’è anche tutto questo, ma il problema della sinistra resta e non mi sembra che le soluzioni siano a portata di mano.


Comunque nella scelta del prossimo segretario di un futuro partito meglio verificare la sua storia personale e che si compri un amuleto!





lunedì 9 febbraio 2009

IL CASO ENGLARO E' SOLO UN PRETESTO - ROMPIAMO IL SILENZIO



 

Il cammino della democrazia non è un cammino facile. Per questo bisogna essere continuamente vigilanti, non rassegnarsi al peggio, ma neppure abbandonarsi ad una tranquilla fiducia nelle sorti fatalmente progressive dell’umanità… La differenza tra la mia generazione e quella dei nostri padri è che loro erano democratici ottimisti. Noi siamo, dobbiamo essere, democratici sempre in allarme”.

Norberto Bobbio

 

 

Ho appena firmato l'appello diffuso ieri da Libertà e Giustizia sul sito di Repubblica dal titolo "Rompiamo il silenzio".


Sulla questione Englaro ho tanti dubbi e mi sembra che li abbia anche la scienza.   Personalmente credo che quella di Eluana non sia vita, ma non vorrei essere nel giudice che ha preso la decisione, tanto meno nei suoi genitori. Non mi piace neanche il padre che è sempre in televisione e che ha diffuso quelle foto che peraltro sono controproducenti. La gente vede una bella ragazza nel fiore della gioventù e non si immagina nemmeno quale larva umana possa essere oggi.


Ma Berlusconi ha preso a pretesto il caso Englaro con un atto che minaccia seriamente il principio della divisione dei poteri che da Montesquieu in avanti informa tutte le democrazie. Questo mi preoccupa.

martedì 3 febbraio 2009

Jeremy Rifkin e le energie rinnovabili

Sicuramente ne sarà stato discusso a suo tempo da diverse parti. Io però ho letto solo ora l' intervista del giugno scorso di Beppe Grillo a Jeremy Rifkin, in cui l'economista e saggista statunitense tra l'altro afferma: "L’Italia è l’Arabia Saudita delle energie rinnovabili! Ci sono così tante e distribuite energie rinnovabili nel vostro Paese! Mi meraviglio quando vengo nel vostro Paese e vedo che non vi state muovendo nella direzione in cui si muove la Spagna, aggressivamente verso le energie rinnovabili. Per esempio, voi avete il Sole! Avete così tanto sole da Roma a Bari. Avete il Sole! Siete una penisola, avete il vento tutto il tempo, avete il mare che vi circonda, avete ricche zone geotermiche in Toscana, biomasse da Bolzano in su nel nord Italia, avete la neve, per l’idroelettrico, dalle Alpi. Voi avete molta più energia di quella che vi serve, in energie rinnovabili! Non la state usando…io non capisco. L’Italia potrebbe. Credo che, umilmente, quel che posso dire al governo italiano è: a che gioco volete giocare? Se il vostro piano è restare nelle vecchie energie, l’Italia non sarà competitiva e non potrà godere dell’effetto moltiplicatore sull’economia della terza rivoluzione industriale per muoversi nella nuova rivoluzione economica e si troverà a correre dietro a molti altri Paesi col passare del XXI secolo. Se invece l’Italia deciderà che è il momento di iniziare a muoversi verso la terza rivoluzione industriale, le opportunità per l’Italia e i suoi abitanti saranno enormi."

L’intera intervista si può leggere sul blog di Beppe Grillo



Il presente post e i relativi commenti anche su lla mia pagina su Facebook




venerdì 30 gennaio 2009

Perché in Italia manca l’etica civile?

 Stavo riflettendo sul fatto che in Italia manca quel senso civico o etica civile che permette in altri paesi di percepire il bene comune come prioritario rispetto al proprio  particolare.

In proposito vorrei richiamare l’editoriale di Repubblica del 13 gennaio scorso a firma del teologo Vito Mancuso dal titolo “La religione civile che manca all' Italia”.

in cui si sostiene che in Italia, a differenza degli altri paesi occidentali, manca una religione "civile", capace di legare responsabilmente l'individuo alla società.

Per argomentare il suo pensiero l’autore procede mediante tre tesi di cui condivido pienamente le prime due. Riporto di seguito alcuni passaggi salienti.

“Prima tesi: Una società è tanto più forte quanto più è unita, e ciò che tiene unita una società è la sua religione.

Ciò che tiene insieme una società rappresenta de facto la religione di quella società, religione da intendersi nel senso etimologico di religio, cioè legame, principio unificatore dei singoli.

La religione civile è la particolare disposizione della mente per cui un antico romano concepiva Roma più importante di sé, o per cui i politici americani ripetono God bless America sapendo che è l' America l' idea che tiene insieme gli americani.

Seconda tesi: L' Italia non ha una religione civile e questo è il suo problema più grave.

L' Italia è ai primissimi posti in Europa quanto a corruzione. La corruzione lacera il legame sociale producendo un diffuso senso di sfiducia e sfilacciamento nel Paese e un' immagine negativa all' estero. Occorre chiedersi come mai siamo così corrotti e corruttori.

Io non penso che la causa di tale fenomeno sia che gli italiani, individualmente presi, siano moralmente peggiori degli altri europei. Penso piuttosto che la causa sia la mancanza, all' interno della coscienza comune, di un' idea superiore rispetto all' Io e ai suoi interessi.

Questo qualcosa cui l' Io sa cedere il passo è la società: il singolo si comporta onestamente verso la società perché sente che essa è più importante di lui e perché al contempo vi si identifica, secondo la logica di dipendenza e identificazione vista sopra. Viceversa in Italia i più ritengono che il singolo sia più importante della società, e per il bene del singolo non si esita a depredare il bene comune della società. Da qui il tipico male italiano che è la furbizia, uso distorto dell' intelligenza. La religione civile è ciò che consente di rispondere alla seguente domanda: perché devo essere giusto verso la società? Perché devo esserlo anche quando la mia convenienza mi porterebbe a non esserlo? Senza un legame di tipo "religioso" con la società, nessuno sacrifica il suo particulare, nessuno sarà giusto quando non gli conviene esserlo e può permettersi di non esserlo. Per questo la formazione di una religione civile è d' importanza vitale per il nostro paese.”

Nella terza tesi l’autore sostiene che una delle condizioni perché in Italia possa sorgere una religione civile è che i cattolici mettano la loro fede al servizio del bene comune, perché una religione civile, e la conseguente etica di cui l' Italia ha urgente bisogno, potrà sorgere solo in unione con il cattolicesimo, non contro di esso.

A mio parere l’analisi, ovvero le prime due tesi, sono ampiamente condivisibili, non la terza che peraltro mi pare una conclusione.

In sintesi si risolverebbe tutto con l’intervento del cattolicesimo anche se non nella sua forma più vieta, ma comunque con la fede al servizio dell’etica. Non l’etica civile come traduzione diretta del cattolicesimo, ma nemmeno un’etica civile laica o ghibellina, come l’autore la definisce, perché  il mito risorgimentale della nazione sarebbe confluito nel fascismo e il mito della società nel comunismo.

A mio parere l’etica civile o religione civile non deve avere niente a che fare con la fede. Il senso di appartenenza alla società, alla nazione, non nascono certo dal riconoscersi in una fede, proprio perché tutti i cittadini indipendentemente dalle rispettive credenze religiose o anche politiche, devono sentire che c’è qualcosa di superiore che li unisce, che si basa anche su dei miti fondanti, e noi abbiamo il Risorgimento e la Resistenza, anche se il primo fu il movimento di un’elite aristocratica e alto borghese e non si può negare che la seconda abbia avuto i suoi lati oscuri.

Poi ovviamente la questione dell’etica civile è più complessa. E’ un dato di fatto che manca e forse è sempre mancata. E’ forse nel nostro DNA? Ci si potrebbe domandare come mai nel XVI° secolo, quando si formarono la gran parte degli stati europei, in Italia piccoli potentati continuavano a combattersi tra loro, sempre pronti a chiamare in aiuto lo straniero, invece di allearsi tra loro per costituire uno stato, anzi l’unico tentativo, fallito, di unificare il paese lo si deve ad uno straniero, Cesare Borgia, quello per il quale Machiavelli scrisse “Il principe”. E anche perché nel XIV° secolo Firenze, che era il centro dell’Europa per importanza economica (i banchieri fiorentini prestavano denaro ai sovrani di tutta Europa) e culturale, non concepì mai l’idea di unificare il paese.   

E se è nel nostro DNA ci possiamo fare qualcosa? La società non ha fiducia nei politici perché sono la rappresentazione più eclatante della mancanza di etica. A destra come a sinistra. Però li votiamo. E se è vero che i popoli hanno i governi che si meritano, c’è molto da riflettere.

Ci sarà mai una rinascita delle coscienze, un nuovo Risorgimento?  Da dove si può cominciare?

giovedì 8 gennaio 2009

Le dichiarazioni di Cannavaro su "Gomorra"



 Il calciatore Cannavaro in un intervista alla rivista “Chi” sostiene che il film "Gomorra" di Matteo Garrone liberamente tratto dall’omonimo libro di Roberto Saviano potrebbe ledere l'immagine dell'Italia all'estero.


La frase ha suscitato polemiche tanto che il calciatore sul suo sito ufficiale ha ritenuto opportuno chiarire in modo definitivo alcuni concetti che sarebbero stati travisati dal giornalista di "Chi".


"Ho visto il film a maggio con tutta la Nazionale al completo a Coverciano - ha scritto il difensore della Nazionale sul sito - ed è un bellissimo film a cui auguro con tutto il cuore che possa vincere l'Oscar, e ho letto anche il libro di Roberto Saviano che ha fatto bene a esporre in modo così preciso e dettagliato fatti che da tempo immemorabile affliggono Napoli e la Campania. Non ho detto mai detto che il film "Gomorra" possa ledere l'immagine dell'Italia all'estero, la mia voleva essere una difesa nei confronti di chi non ha niente a che fare con la camorra e con quelli che vogliono investire in modo onesto, insomma di tutta la gente perbene che vive in quei territori, e la mia paura è che invece all'estero Napoli e la Campania vengano associate alla Mafia, alla spazzatura e non invece alle tante cose belle che ci sono".


Ad ogni modo la “querelle” mi offre l’occasione per dire che anche a me il film non è piaciuto e che non mi sembra opportuno farlo concorrere all'Oscar.

Un conto infatti è un libro che denuncia una realtà drammatica che purtroppo esiste, un conto è far concorrere all’Oscar proprio un film, peraltro a mio parere noioso a cominciare dal linguaggio incomprensibile tanto che ci sono i sottotitoli, che dà una  immagine negativa dell'Italia. 

In Italia purtroppo ci sono tre regioni in mano alla criminalità organizzata, e questo non si può dimenticare mai, ma all’estero cerchiamo di non incrementare l’associazione Italiani = Mafia (o Camorra).

Hamas e Israele - Le ragioni e le colpe






Volevo scriverne da diversi giorni, ma ho sempre rimandato anche per il fatto che in passato non avrei avuto dubbi sui torti e sulle ragioni, oggi la situazione non è così chiara.

 

E' in corso un massacro. Ma i morti della striscia di Gaza si devono non solo ad Israele ma anche ad Hamas, gruppo integralista islamico che dall’Islam deriva le sue idee e i suoi precetti fondamentali, e che vorrebbe governare con la sharia, la legge islamica.

 

Nel gennaio del 2006 ha vinto le elezioni palestinesi promettendo la distruzione di Israele, nel 2007 si è sbarazzato dei suoi alleati “moderati” di Al Fatah, uccidendoli casa per casa ed assumendo così il pieno controllo della striscia di Gaza. Pochi giorni fa i proiettili di mortaio e i razzi Qassam costruiti in garage dai miliziani di Hamas hanno cominciato a piovere sulle case e le strade dei territori nel sud di Israele. Impensabile che Israele non reagisse.


Quanto detto sopra non deve però far dimenticare che lo Stato di Israele è una realtà artificiale costituita 61 anni fa in un territorio che era dei Palestinesi, i quali si sono visti privare delle loro terre e del loro destino.


E mi domando perché non sia stata data agli ebrei per costruire il loro stato magari una regione della Germania come indennizzo per quanto avevano subito durante il regime nazista. Con quale criterio si è permesso loro di andare ad occupare territori altrui, territori sui quali avevano vissuto, certo, ma nei quali non abitavano più da 2000 anni? E volevo vedere se fossero venuti a casa nostra.


Da allora c’è stata solo guerra e non poteva essere diversamente e ci sarà finché i due popoli non riusciranno a venire ad un accordo che consenta ad entrambi di vivere sullo stesso territorio in pace, perché ormai lo stato di Israele esiste e solo pazzi come Ahmaninejad e i terroristi di Hamas possono pensare di distruggerlo.



Oggi 1.500.000 persone vivono recluse nella striscia di Gaza, senza speranza, senza futuro, molti di loro, quasi tutti, non hanno visto che guerra da quando sono nati, e trovare in questa situazione esplosiva dei terroristi non è difficile.



Sarà mai possibile che la forza della ragione prevalga sulla violenza?



Ormai l'odio è talmente radicato che sono veramente pochi dall'una e dall'altra parte quelli che lavorano dalla parte della ragione.



Credo che l'unica soluzione sarebbe quella di un unico stato con pieni diritti di arabi e ebrei. Le esperienze di ebrei e palestinesi sono storicamente e organicamente legate fra loro. I due popoli dovrebbero comprendere che può esistere solo un futuro che li comprenda entrambi. Purtroppo il fondamentalismo islamico che si è aggiunto negli ultimi anni al problema preesistente dei territori non aiuta.

venerdì 18 dicembre 2009

Un UFO a forma di Piramide vola sul Cremlino



Allarme ufo in Russia. Una gintesca piramide sorvola il Cremlino per delle ore. Le immagini sono state riprese da due amatori e poi caricate su Youtube dove stanno raccogliendo un clamoroso successo di clic. La notizia è stata ripresa da diversi giornali italiani tra cui il Corriere della Sera.


Ritrovata Atlantide?

Un gruppo di archeologi ha scoperto le rovine di una grande città antica sui fondali del Mar dei Caraibi  che secondo alcune indiscrezioni sarebbe antecedente alle piramidi di Giza, in Egitto, e la cui ubicazione rimane per il momento segreta. La notizia, pubblicata in esclusiva dal giornale parigino in lingua inglese Herald de Paris, è stata subito rilanciata dai siti web americani e pubblicata in Italia anche dal Corriere della Sera.  Le immagini satellitari della città sono state pubblicate sul sito web del quotidiano. "Abbiamo trovato una struttura simile a una piramide alta e sottile - racconta il capo della spedizione -, e persino una costruzione con pali paralleli in piedi e travi fra le macerie di ciò che sembra un edificio in rovina." Gli scopritori non parlano di Atlantide ma di una antichissima civiltà marinara molto avanzata.  



venerdì 20 febbraio 2009

La fortuna di Berlusconi



Non penso che Berlusconi sia particolarmente fortunato e che Veltroni porti sfiga e se la porti. Certamente il cavaliere ha avuto un’opposizione quasi inesistente che ora si è completamente liquefatta. Questo è culo? No, penso sia dabbenaggine degli altri (o c’è dell’altro, perché qualche volta me lo domando) . Però se uno si trova davanti un’opposizione del genere forse ha anche culo!  

Certamente il personaggio ha le sue capacità che bisogna riconoscergli ed è uno che dà l’impressione di credere a quello che dice e che fa. E’ stato un buon imprenditore? Certamente ha creato un impero, poi però bisogna vedere con che metodi.

Ad ogni modo io non sarei stata capace di fare l’imprenditrice e infatti non ci ho neanche provato. Faccio il dirigente in una pubblica amministrazione e spero di farlo bene. Però avrei voluto fare la giornalista o la carriera diplomatica e non ci ho neanche provato, perché ho avuto paura. Pertanto rispetto chi non ha paura e ce la fa. Poi appunto bisogna vedere come. Certamente dal punto di vista culturale non lo reggo (già non ho mai sopportato chi racconta le barzellette, e le sue sono sempre di pessimo gusto) e come politico non credo sia capace. Riesce solo per l’incapacità altrui.

 

Per quanto riguarda la sinistra non credo sia tutta colpa di Veltroni. Certamente non ha la faccia di un trascinatore e neanche di uno fortunato. Ma queste sono battute. Penso che sarebbe stato meglio che avesse continuato a fare il Sindaco di Roma. Non so se ha fatto danni, ma penso che la capitale debba essere anche la capitale culturale e questo forse gli riusciva. Certo poi c’era la vergogna dei campi nomadi e altre cose, ma presumo ci siano ancora. Come segretario del PD, partito che ha voluto creare troppo presto, certamente ha fatto molti errori, come quello di non costringere Bassolino e la Iervolino alle dimissioni, tanto per dirne una.

Ad ogni modo non credo che Berlusconi duri per sempre. Bisogna vedere cosa accade con la crisi economica. Per questo non so se è proprio fortunato. In mancanza di un'opposizione gli manca anche una via d'uscita nel caso la situazione precipitasse. La palla resta a lui.


Certo se nel 2010 c’è la ripresa e la sinistra non si ricompatta e si rigenera (cosa di cui al momento dubito) resta al governo a vita o diventa Presidente della Repubblica, altrimenti chissà…. Certo non ci si può augurare una crisi drammatica per levarselo dai coglioni, perché sarebbero guai anche per noi, salvo palingenesi totale e nascita di una nuova società. Questa però è utopia.     


Stiamo a vedere.


 Io per il momento ho altri interessi, quali l'alchimia, la fisica quantistica, però intanto osservo.

Crisi della sinistra senza partito e senza leader - E ora?

Le dimissioni di Veltroni, dopo una serie di sconfitte, sono solo il suggello che sancisce la morte di un soggetto che non è mai nato, una fusione a freddo, come qualcuno l’ha chiamata, di due nomenclature, l’ex PCI-PDS-DS e l’ex DC, una cosa inaudita. Veltroni, che comunque non è il solo responsabile della crisi della sinistra, ha avuto fretta di creare un soggetto che per ovvie ragioni è nato morto. D'Alema (e non solo lui) non aspettava altro che fallisse. Invece di cercare di sfruttare le debolezze degli avversari, la sinistra (sempre che si potesse definire tale) si è dedicata a lotte intestine, ma non ha mai fatto vera opposizione. Ha dimostrato paura di tutto, anche di dirsi di sinistra, anche di tutelare la laicità dello Stato.

Si potrebbe parlare di un’anomalia italiana. Mentre in tutti i paesi dell’Occidente ci sono due partiti che si alternano al governo, uno conservatore e uno socialista o socialdemocratico o democratico che dir si voglia, in Italia abbiamo un partito che non è nemmeno un partito, ma l’emanazione del Presidente del Consiglio, e dall’altra niente.



La classe politica di sinistra non è stata capace di rigenerarsi, fatti i conti con il passato, in un soggetto nuovo, un partito progressista, moderno, laico, rispondente alle esigenze dei tempi, ma ha dato vita solo ad un’accozzaglia rissosa unita solo nell’antiberlusconismo, di facciata, perché l’opposizione a Berlusconi non l’ha fatta mai. E ora D’Alema si rammarica del bipolarismo rissoso incapace di promuovere insieme un percorso per metter mano a riforme indispensabili. Ma quali riforme indispensabili si possono realizzare in collaborazione con ex o post fascisti, teocon, atei devoti, xenofobi, ecc.?



 E ora? C’è un governo ultrareazionario e “teocon” con un padrone assoluto che non teme di attentare alla Costituzione e di scatenare conflitti tra gli organi dello Stato e un'opposizione inesistente. Non vedo nulla di buono all'orizzonte. Non c’è che da stare a vedere cosa succede e intanto interessarsi di altro. 

mercoledì 18 febbraio 2009

Veltroni: tutta sfortuna?

 

Andate a vedere questi due post del blog “Brodo Primordiale” dal titolo “Non voglio tirarmela” e “Ci siamo quasi”.

Carini, no?

Ma non sarà che Veltroni porta sfiga?

Mi viene in mente la celebre frase di Napoleone: "Non voglio generali esperti e capaci, voglio generali fortunati!!"




Ora in tutte le imprese esperienza e capacità sono, a mio parere, essenziali, ma riuscire è anche questione di fortuna, e di ottimismo e di carisma. Anzi penso che ottimismo e carisma attirino la fortuna.




Con questo la crisi della sinistra non è solo questione di leader.




Il PD non è mai esistito, è un coacervo che non sta insieme, che non poteva stare insieme. Un’impresa riesce se ci sono alla base delle idee, dei principi condivisi e se ci sono dei leader che hanno talento, energia e, perché no, fortuna.




Avete visto cosa è successo alle primarie di Firenze? Il vincitore, Matteo Renzi sembra sia uno che ha energia da vendere e uno fortunato. Prima di darsi alla politica aveva vinto 33 milioni (di lire) alla Ruota della Fortuna! Ma non mi piace. E’ stato intervistato qualche tempo fa da Irene Bignardi alle “Invasioni barbariche”: un cattolico neanche molto progressista.




Quanto a Veltroni gli si deve riconoscere che almeno si è dimesso. Saranno vere dimissioni? In un paese in cui le dimissioni sono quasi sconosciute, può venire anche il dubbio. Si è mai visto un segretario di partito che si dimette dopo un’elezione regionale? Ma se non si dimettono neanche quando vengono pescati con le mani nel sacco!




Per la crisi della sinistra, non vedo soluzioni a breve. A prescindere dai leaders (Bersani? ma vi pare uno che riesce a ispirare fiducia, a trascinare?), mancano anche le idee, i principi. Finite le ideologie, alla destra è rimasto comunque “Dio, patria, famiglia”, ma alla sinistra? Quali sono i valori che porta avanti? Quali i principi, le idee da sostenere, gli obiettivi da porsi anche a rischio di perdere i voti di qualcuno (tanto sono stati persi lo stesso e sarà sempre peggio). Finite le ideologie, abbandonato il marxismo e ogni altro anacronismo, doveva nascere un partito moderno, progressista, che si rifacesse ai principi del socialismo democratico, liberale e libertario, i cui obiettivi fossero la tutela del lavoro, dell’ambiente, dei diritti civili, della laicità, il miglioramento della scuola pubblica, della sanità pubblica, lo sviluppo della ricerca. Ma così non è stato. E’ stato creato qualcosa che non esiste, che è solo la giustapposizione di due ex-partiti, a suo tempo nemici, e tutto ciò anche nell’ambito di una deriva etica. Peggio di così….




Poi si può anche dire che la gente ama Berlusconi, che lo sente simile a sé, specie nelle battute più trite che fanno parte del suo successo (e questo la dice lunga sul livello culturale del paese), che vuol sentire parlare di soluzioni rigorose per la sicurezza, di lotta alla delinquenza, di punizioni esemplari, che cerca una soluzione alla proprie paure in un capro espiatorio (e cosa meglio degli stranieri? anche se poi continuano ad arrivare, come e anche più che sotto il governo Prodi).




D’accordo c’è anche tutto questo, ma il problema della sinistra resta e non mi sembra che le soluzioni siano a portata di mano.


Comunque nella scelta del prossimo segretario di un futuro partito meglio verificare la sua storia personale e che si compri un amuleto!





lunedì 9 febbraio 2009

IL CASO ENGLARO E' SOLO UN PRETESTO - ROMPIAMO IL SILENZIO



 

Il cammino della democrazia non è un cammino facile. Per questo bisogna essere continuamente vigilanti, non rassegnarsi al peggio, ma neppure abbandonarsi ad una tranquilla fiducia nelle sorti fatalmente progressive dell’umanità… La differenza tra la mia generazione e quella dei nostri padri è che loro erano democratici ottimisti. Noi siamo, dobbiamo essere, democratici sempre in allarme”.

Norberto Bobbio

 

 

Ho appena firmato l'appello diffuso ieri da Libertà e Giustizia sul sito di Repubblica dal titolo "Rompiamo il silenzio".


Sulla questione Englaro ho tanti dubbi e mi sembra che li abbia anche la scienza.   Personalmente credo che quella di Eluana non sia vita, ma non vorrei essere nel giudice che ha preso la decisione, tanto meno nei suoi genitori. Non mi piace neanche il padre che è sempre in televisione e che ha diffuso quelle foto che peraltro sono controproducenti. La gente vede una bella ragazza nel fiore della gioventù e non si immagina nemmeno quale larva umana possa essere oggi.


Ma Berlusconi ha preso a pretesto il caso Englaro con un atto che minaccia seriamente il principio della divisione dei poteri che da Montesquieu in avanti informa tutte le democrazie. Questo mi preoccupa.

martedì 3 febbraio 2009

Jeremy Rifkin e le energie rinnovabili

Sicuramente ne sarà stato discusso a suo tempo da diverse parti. Io però ho letto solo ora l' intervista del giugno scorso di Beppe Grillo a Jeremy Rifkin, in cui l'economista e saggista statunitense tra l'altro afferma: "L’Italia è l’Arabia Saudita delle energie rinnovabili! Ci sono così tante e distribuite energie rinnovabili nel vostro Paese! Mi meraviglio quando vengo nel vostro Paese e vedo che non vi state muovendo nella direzione in cui si muove la Spagna, aggressivamente verso le energie rinnovabili. Per esempio, voi avete il Sole! Avete così tanto sole da Roma a Bari. Avete il Sole! Siete una penisola, avete il vento tutto il tempo, avete il mare che vi circonda, avete ricche zone geotermiche in Toscana, biomasse da Bolzano in su nel nord Italia, avete la neve, per l’idroelettrico, dalle Alpi. Voi avete molta più energia di quella che vi serve, in energie rinnovabili! Non la state usando…io non capisco. L’Italia potrebbe. Credo che, umilmente, quel che posso dire al governo italiano è: a che gioco volete giocare? Se il vostro piano è restare nelle vecchie energie, l’Italia non sarà competitiva e non potrà godere dell’effetto moltiplicatore sull’economia della terza rivoluzione industriale per muoversi nella nuova rivoluzione economica e si troverà a correre dietro a molti altri Paesi col passare del XXI secolo. Se invece l’Italia deciderà che è il momento di iniziare a muoversi verso la terza rivoluzione industriale, le opportunità per l’Italia e i suoi abitanti saranno enormi."

L’intera intervista si può leggere sul blog di Beppe Grillo



Il presente post e i relativi commenti anche su lla mia pagina su Facebook




venerdì 30 gennaio 2009

Perché in Italia manca l’etica civile?

 Stavo riflettendo sul fatto che in Italia manca quel senso civico o etica civile che permette in altri paesi di percepire il bene comune come prioritario rispetto al proprio  particolare.

In proposito vorrei richiamare l’editoriale di Repubblica del 13 gennaio scorso a firma del teologo Vito Mancuso dal titolo “La religione civile che manca all' Italia”.

in cui si sostiene che in Italia, a differenza degli altri paesi occidentali, manca una religione "civile", capace di legare responsabilmente l'individuo alla società.

Per argomentare il suo pensiero l’autore procede mediante tre tesi di cui condivido pienamente le prime due. Riporto di seguito alcuni passaggi salienti.

“Prima tesi: Una società è tanto più forte quanto più è unita, e ciò che tiene unita una società è la sua religione.

Ciò che tiene insieme una società rappresenta de facto la religione di quella società, religione da intendersi nel senso etimologico di religio, cioè legame, principio unificatore dei singoli.

La religione civile è la particolare disposizione della mente per cui un antico romano concepiva Roma più importante di sé, o per cui i politici americani ripetono God bless America sapendo che è l' America l' idea che tiene insieme gli americani.

Seconda tesi: L' Italia non ha una religione civile e questo è il suo problema più grave.

L' Italia è ai primissimi posti in Europa quanto a corruzione. La corruzione lacera il legame sociale producendo un diffuso senso di sfiducia e sfilacciamento nel Paese e un' immagine negativa all' estero. Occorre chiedersi come mai siamo così corrotti e corruttori.

Io non penso che la causa di tale fenomeno sia che gli italiani, individualmente presi, siano moralmente peggiori degli altri europei. Penso piuttosto che la causa sia la mancanza, all' interno della coscienza comune, di un' idea superiore rispetto all' Io e ai suoi interessi.

Questo qualcosa cui l' Io sa cedere il passo è la società: il singolo si comporta onestamente verso la società perché sente che essa è più importante di lui e perché al contempo vi si identifica, secondo la logica di dipendenza e identificazione vista sopra. Viceversa in Italia i più ritengono che il singolo sia più importante della società, e per il bene del singolo non si esita a depredare il bene comune della società. Da qui il tipico male italiano che è la furbizia, uso distorto dell' intelligenza. La religione civile è ciò che consente di rispondere alla seguente domanda: perché devo essere giusto verso la società? Perché devo esserlo anche quando la mia convenienza mi porterebbe a non esserlo? Senza un legame di tipo "religioso" con la società, nessuno sacrifica il suo particulare, nessuno sarà giusto quando non gli conviene esserlo e può permettersi di non esserlo. Per questo la formazione di una religione civile è d' importanza vitale per il nostro paese.”

Nella terza tesi l’autore sostiene che una delle condizioni perché in Italia possa sorgere una religione civile è che i cattolici mettano la loro fede al servizio del bene comune, perché una religione civile, e la conseguente etica di cui l' Italia ha urgente bisogno, potrà sorgere solo in unione con il cattolicesimo, non contro di esso.

A mio parere l’analisi, ovvero le prime due tesi, sono ampiamente condivisibili, non la terza che peraltro mi pare una conclusione.

In sintesi si risolverebbe tutto con l’intervento del cattolicesimo anche se non nella sua forma più vieta, ma comunque con la fede al servizio dell’etica. Non l’etica civile come traduzione diretta del cattolicesimo, ma nemmeno un’etica civile laica o ghibellina, come l’autore la definisce, perché  il mito risorgimentale della nazione sarebbe confluito nel fascismo e il mito della società nel comunismo.

A mio parere l’etica civile o religione civile non deve avere niente a che fare con la fede. Il senso di appartenenza alla società, alla nazione, non nascono certo dal riconoscersi in una fede, proprio perché tutti i cittadini indipendentemente dalle rispettive credenze religiose o anche politiche, devono sentire che c’è qualcosa di superiore che li unisce, che si basa anche su dei miti fondanti, e noi abbiamo il Risorgimento e la Resistenza, anche se il primo fu il movimento di un’elite aristocratica e alto borghese e non si può negare che la seconda abbia avuto i suoi lati oscuri.

Poi ovviamente la questione dell’etica civile è più complessa. E’ un dato di fatto che manca e forse è sempre mancata. E’ forse nel nostro DNA? Ci si potrebbe domandare come mai nel XVI° secolo, quando si formarono la gran parte degli stati europei, in Italia piccoli potentati continuavano a combattersi tra loro, sempre pronti a chiamare in aiuto lo straniero, invece di allearsi tra loro per costituire uno stato, anzi l’unico tentativo, fallito, di unificare il paese lo si deve ad uno straniero, Cesare Borgia, quello per il quale Machiavelli scrisse “Il principe”. E anche perché nel XIV° secolo Firenze, che era il centro dell’Europa per importanza economica (i banchieri fiorentini prestavano denaro ai sovrani di tutta Europa) e culturale, non concepì mai l’idea di unificare il paese.   

E se è nel nostro DNA ci possiamo fare qualcosa? La società non ha fiducia nei politici perché sono la rappresentazione più eclatante della mancanza di etica. A destra come a sinistra. Però li votiamo. E se è vero che i popoli hanno i governi che si meritano, c’è molto da riflettere.

Ci sarà mai una rinascita delle coscienze, un nuovo Risorgimento?  Da dove si può cominciare?

giovedì 8 gennaio 2009

Le dichiarazioni di Cannavaro su "Gomorra"



 Il calciatore Cannavaro in un intervista alla rivista “Chi” sostiene che il film "Gomorra" di Matteo Garrone liberamente tratto dall’omonimo libro di Roberto Saviano potrebbe ledere l'immagine dell'Italia all'estero.


La frase ha suscitato polemiche tanto che il calciatore sul suo sito ufficiale ha ritenuto opportuno chiarire in modo definitivo alcuni concetti che sarebbero stati travisati dal giornalista di "Chi".


"Ho visto il film a maggio con tutta la Nazionale al completo a Coverciano - ha scritto il difensore della Nazionale sul sito - ed è un bellissimo film a cui auguro con tutto il cuore che possa vincere l'Oscar, e ho letto anche il libro di Roberto Saviano che ha fatto bene a esporre in modo così preciso e dettagliato fatti che da tempo immemorabile affliggono Napoli e la Campania. Non ho detto mai detto che il film "Gomorra" possa ledere l'immagine dell'Italia all'estero, la mia voleva essere una difesa nei confronti di chi non ha niente a che fare con la camorra e con quelli che vogliono investire in modo onesto, insomma di tutta la gente perbene che vive in quei territori, e la mia paura è che invece all'estero Napoli e la Campania vengano associate alla Mafia, alla spazzatura e non invece alle tante cose belle che ci sono".


Ad ogni modo la “querelle” mi offre l’occasione per dire che anche a me il film non è piaciuto e che non mi sembra opportuno farlo concorrere all'Oscar.

Un conto infatti è un libro che denuncia una realtà drammatica che purtroppo esiste, un conto è far concorrere all’Oscar proprio un film, peraltro a mio parere noioso a cominciare dal linguaggio incomprensibile tanto che ci sono i sottotitoli, che dà una  immagine negativa dell'Italia. 

In Italia purtroppo ci sono tre regioni in mano alla criminalità organizzata, e questo non si può dimenticare mai, ma all’estero cerchiamo di non incrementare l’associazione Italiani = Mafia (o Camorra).

Hamas e Israele - Le ragioni e le colpe






Volevo scriverne da diversi giorni, ma ho sempre rimandato anche per il fatto che in passato non avrei avuto dubbi sui torti e sulle ragioni, oggi la situazione non è così chiara.

 

E' in corso un massacro. Ma i morti della striscia di Gaza si devono non solo ad Israele ma anche ad Hamas, gruppo integralista islamico che dall’Islam deriva le sue idee e i suoi precetti fondamentali, e che vorrebbe governare con la sharia, la legge islamica.

 

Nel gennaio del 2006 ha vinto le elezioni palestinesi promettendo la distruzione di Israele, nel 2007 si è sbarazzato dei suoi alleati “moderati” di Al Fatah, uccidendoli casa per casa ed assumendo così il pieno controllo della striscia di Gaza. Pochi giorni fa i proiettili di mortaio e i razzi Qassam costruiti in garage dai miliziani di Hamas hanno cominciato a piovere sulle case e le strade dei territori nel sud di Israele. Impensabile che Israele non reagisse.


Quanto detto sopra non deve però far dimenticare che lo Stato di Israele è una realtà artificiale costituita 61 anni fa in un territorio che era dei Palestinesi, i quali si sono visti privare delle loro terre e del loro destino.


E mi domando perché non sia stata data agli ebrei per costruire il loro stato magari una regione della Germania come indennizzo per quanto avevano subito durante il regime nazista. Con quale criterio si è permesso loro di andare ad occupare territori altrui, territori sui quali avevano vissuto, certo, ma nei quali non abitavano più da 2000 anni? E volevo vedere se fossero venuti a casa nostra.


Da allora c’è stata solo guerra e non poteva essere diversamente e ci sarà finché i due popoli non riusciranno a venire ad un accordo che consenta ad entrambi di vivere sullo stesso territorio in pace, perché ormai lo stato di Israele esiste e solo pazzi come Ahmaninejad e i terroristi di Hamas possono pensare di distruggerlo.



Oggi 1.500.000 persone vivono recluse nella striscia di Gaza, senza speranza, senza futuro, molti di loro, quasi tutti, non hanno visto che guerra da quando sono nati, e trovare in questa situazione esplosiva dei terroristi non è difficile.



Sarà mai possibile che la forza della ragione prevalga sulla violenza?



Ormai l'odio è talmente radicato che sono veramente pochi dall'una e dall'altra parte quelli che lavorano dalla parte della ragione.



Credo che l'unica soluzione sarebbe quella di un unico stato con pieni diritti di arabi e ebrei. Le esperienze di ebrei e palestinesi sono storicamente e organicamente legate fra loro. I due popoli dovrebbero comprendere che può esistere solo un futuro che li comprenda entrambi. Purtroppo il fondamentalismo islamico che si è aggiunto negli ultimi anni al problema preesistente dei territori non aiuta.