domenica 6 novembre 2005

ITACA


Se per Itaca volgi il tuo viaggio,
fa voti che ti sia lunga la via,
e colma di vicende e conoscenze.
Non temere i Lestrìgoni e i Ciclopi
o Posidone incollerito: mai
troverai tali mostri sulla via
se resta il tuo pensiero alto, e squisita
è l’emozione che ti tocca il cuore
e il corpo. Né Lestrìgoni o Ciclopi
nè Posidone asprigno incontrerai,
se non li rechi dentro, nel tuo cuore,
se non li drizza il cuore innanzi a te.


Fa voti che ti sia lunga la via.
E siano tanti i mattini d’estate
che ti vedano entrare ( e con che gioia
allegra!) in porti sconosciuti prima.
Fa scalo negli empori dei Fenici
per acquistare bella mercanzia,
madrepore e coralli, ebani e ambre,
voluttuosi aromi d’ogni sorta,
quanti più vuoi voluttuosi aromi.
Récati in molte città d’Egitto,
a imparare, imparare dai sapienti.

Itaca tieni sempre nella mente.
La tua sorte ti segna quell’approdo.
Ma non precipitare il tuo viaggio.
Meglio che duri molti anni, che vecchio
tu finalmente attracchi all’isoletta,
ricco di quanto guadagnasti in via,
senza aspettare che ti dia ricchezze,
Itaca t’ha donato il bel viaggio.
Senza di lei non ti mettevi in via.
Nulla ha da darti più.

E se la ritrovi povera, Itaca non t’ha illuso.
reduce così saggio, così esperto,
avrai capito che vuol dire un’Itaca.

C. KAFAVIS

 

SI RIAPRE



Dopo una serie di ripensamenti e tentativi di traslocare altrove riapro il mio blog. Ho aggiunto 2 al vecchio titolo, perché comunque si tratta di una seconda fase che segue ad una sospensione di quasi sei mesi.

L'impostazione sarà un po' diversa, articoli più brevi e di argomento vario, non più solo politica e attualità, anche perchè non ho tempo di aggiornare più di un blog e questo sarà pertanto l'unico.

Saluti a tutti.

martedì 10 maggio 2005

UN BLOG QUASI NUOVO

In fuga da un altro universo, attraverso le barriere dello spazio e del tempo, approdo a nuovi lidi con qualche timore e molte speranze.
Ad un certo punto mi ha dato fastidio essere riconosciuta da tanti, ma non ho avuto il coraggio di cancellare il blog. Così mi sono limitata a cambiare l'url, il titolo, il template e l'indirizzo di posta elettronica. Purtroppo in questo modo non ho potuto cambiare l'account.

Questo è il mio primo post dopo il "trasloco". Saluti a tutti.

martedì 3 maggio 2005

TRASLOCO








Sto traslocando.

Questo è l’ultimo post che scrivo su questo blog, o, per lo meno, su questo blog con questo titolo e questo indirizzo.

Avevo deciso addirittura di cancellarlo senza nemmeno una spiegazione, ma poi ho ritenuto opportuno un ultimo “post”.

Farò sapere ai pochi commentatori abituali mediante messaggio personale dove avrò traslocato.



No, nessun problema con Splinder che mi sembra ancora la piattaforma migliore.

I motivi sono di tipo personale.

Se non ho nessun problema ad esporre le mie opinioni all’”universo mondo”, non mi va che i “vicini” leggano ciò che scrivo. Una buona dose di narcisismo mi ha portato a pubblicizzare il blog tra familiari, amici e conoscenti, ma poi mi sono accorta che ciò limitava la mia libertà, a prescindere dal fatto che mi infastidiscono le critiche, soprattutto se riguardano  l’opportunità o meno di dire o non dire certe cose.

Ho scoperto poi che persone insospettabili, nel senso che non pensavo conoscessero l’esistenza dei blog, sanno che ce l’ho e si sono anche permesse di dire che farei meglio ad occupare il mio tempo in altre più proficue attività. 

Poi cominciavo anche a sentirmi obbligata a coprire ogni avvenimento di un certo rilievo, neanche fosse un lavoro, e mica mi paga nessuno per questo.

Ora per me scrivere è una valvola di sfogo, un piacere, un passatempo, chiamatelo come volete, ma proprio per questo voglio farlo nella più assoluta libertà.

Un altro motivo per traslocare è che voglio cogliere il pretesto per realizzare un unico blog in cui postare di tutto, dall’attualità al “nonsense”, mentre qui ne ho tre, di argomento diverso, cosa oltremodo dispersiva sia per me che per i pochi lettori. Forse manterrò ancora gli altri due per un po’ di tempo, ma non ci scriverò più.

Così ho deciso di fuggire altrove, perché certo senza blog non resto, anche se il blog non è per me la vita come ha detto qualcuno. Forse non lo avrei se svolgessi un c.d. lavoro creativo, ma non è detto, perché vedo che ce l’hanno giornalisti, scrittori, ecc., ma certo lo scriverei lo stesso anche se non fossi “single”. Forse potrei abbandonarlo per due o tre mesi se vivessi una di quelle passioni sconvolgenti alle quali credo meno che agli UFO, agli ectoplasmi o a qualsiasi fenomeno extrasensoriale. Ma, a prescindere da avvenimenti imponderabili e improbabili, credo che continuerò ad avere un blog.

lunedì 25 aprile 2005

Oltre il ponte



Testo di Italo Calvino e musica di Sergio Liberovici




O ragazza dalle guance di pesca


o ragazza dalle guance d'aurora


io spero che a narrarti riesca


la mia vita all'età che tu hai ora.


 


Coprifuoco, la truppa tedesca


la città dominava, siam pronti:


chi non vuole chinare la testa


con noi prenda la strada dei monti.


 


Avevamo vent'anni e oltre il ponte


oltre il ponte ch'è in mano nemica


vedevam l'altra riva, la vita


tutto il bene del mondo oltre il ponte.


 


Tutto il male avevamo di fronte


tutto il bene avevamo nel cuore


a vent'anni la vita è oltre il ponte


oltre il fuoco comincia l'amore.


 


Silenziosa sugli aghi di pino


su spinosi ricci di castagna


una squadra nel buio mattino


discendeva l'oscura montagna.


 


La speranza era nostra compagna


a assaltar caposaldi nemici


conquistandoci l'armi in battaglia


scalzi e laceri eppure felici.


 


Avevamo vent'anni...


 


Non è detto che fossimo santi


l'eroismo non è sovrumano


corri, abbassati, dai corri avanti!


ogni passo che fai non è vano.


 


Vedevamo a portata di mano


oltre il tronco il cespuglio il canneto


l'avvenire di un giorno piu' umano


e più giusto più libero e lieto.


 


Avevamo vent'anni...


 


Ormai tutti han famiglia hanno figli


che non sanno la storia di ieri


io son solo e passeggio fra i tigli


con te cara che allora non c'eri.


 


E vorrei che quei nostri pensieri


quelle nostre speranze di allora


rivivessero in quel che tu speri


o ragazza color dell'aurora.


 


Avevamo vent'anni...


domenica 24 aprile 2005

Il Papa “neocon”



 

A sinistra si fa un gran parlare del conservatorismo del nuovo Papa. E’ stato eletto un Papa “neocon”. Ma come dovrebbe essere un papa? Che forse era progressista Giovanni Paolo II? In realtà è stato Karol Wojtila a nominare nel 1981 Ratzinger, poi divenuto suo amico personale, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (ex Inquisizione), a capo della quale, l’ex vescovo di Monaco si è battuto per schiacciare tutte le dissidenze all’interno della Chiesa Cattolica.


 

 


 

E’ certo che con la sua omelia-programma di lunedì 18 aprile alla messa "pro eligendo Romano pontifice", l'ultima pubblica prima del conclave che lo avrebbe eletto Papa, il futuro Benedetto XVI° si è scagliato contro tutte le correnti ideologiche del secolo scorso, “Marxismo, liberalismo, libertinismo, collettivismo, individualismo radicale, vago misticismo religioso, agnosticismo, sincretismo" e "così via". E se è inimmaginabile un Papa marxista o un papa che inneggi all’amore libero, qui c’è una vera e propria condanna della modernità.


 

  


 

"Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all'altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all'individualismo radicale; dall'ateismo ad un vago misticismo religioso; dall'agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull'inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore”


 

Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare "qua e là da qualsiasi vento di dottrina", appare come l'unico atteggiamento all'altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.”


 

Indovinato in proposito il sintetico post del 19 aprile di Wittengstein:


 

“Se spagliate, fi koricerò”.


 

Ma ci si deve stupire di questo attacco alla modernità? Certo anche la Chiesa ha le sue correnti progressiste, ovviamente minoritarie, ma nel complesso e fin dalle sue origini è sempre stata conservatrice. Basterebbe leggere i c.d. Padri della Chiesa per capire che non c’è grande differenza con la dottrina islamica, almeno per quanto riguarda le libertà individuali, la concezione della donna e il suo ruolo nella comunità ecclesiale.

 


Quello che stupisce è questo “revival” religioso, questo interesse per la Chiesa, per il Papa, questo desiderio di Santi, questo oscurantismo moralista che sembra il “leitmotiv” di inizio secolo.


 


E qui credo che non si possa eludere una riflessione piuttosto negativa sulla società civile che non è in grado di fornire valori, punti di riferimento, principi etici.


 

venerdì 15 aprile 2005

Santo subito! Il trionfo dell’irrazionale nel XXI° secolo


Due milioni di pellegrini a Roma per la morte del Papa. Gente in fila per ore per l’ultimo saluto. Commozione e videofonini lampeggianti. Non ho potuto scrivere niente in quei giorni, troppo presa dagli impegni. Domenica 3 e Lunedì 4 aprile si svolgevano le elezioni regionali ed io ero al lavoro. Avevamo un televisore, come sempre quando ci sono le elezioni. Passavano solo le immagini dei pellegrini a Roma. Non sentivo le parole, perché lo tenevamo basso, di confusione intorno ce n’era già troppa, però le immagini erano eloquenti.


Ripresa un po’ di vita privata assisto ad un “Porta a Porta” dal titolo: “Santo subito”, ove si dice di tutto e di più e si insiste addirittura sul vento che sfoglia le pagine del Vangelo posto sulla bara, come se agisse lo Spirito Santo. E poi ci sono già i testimoni di presunti miracoli. Rimango allibita. Dopo qualche giorno sempre “Porta a Porta” fa un’altra serata sullo stesso argomento. Non ce la faccio. Spengo dopo cinque minuti.



Non so cosa pensare di questo XXI° secolo. Sembra di essere tornati al medioevo, assistiamo al trionfo dell’irrazionale: superstizioni, miracoli, guerre di religione, lotta tra il bene ed il male, un imperatore del mondo, guerrafondaio, con una visione manichea della realtà, masse incredibili che si riuniscono a Roma per la morte di un Pontefice che già definiscono e vogliono santo, superstizione e adunate oceaniche, come alla Mecca, come nella Germania di Hitler, nell’Italia di Mussolini e nella Russia di Stalin.



Diffido sempre più delle masse, anche se ci ho creduto quando ero giovane.  Mi rendo altresì conto che l’etica continua ad essere appannaggio di una piccola elite, mentre le masse corrono, armate di “videofonini” immortalanti il “c’ero anch’io”, al funerale del Papa Santo e, armate di randelli e indegni striscioni nazisti, agli stadi, dove, come nelle arene dell’antica Roma, si consumano riti di sangue.




E se per un Papa defunto, che alcuni nella Chiesa stessa volevano da tempo dimissionario in quanto un po’ rincoglionito, si mobilita tanto popolo, mi domando cosa potrebbe  accadere se una personalità carismatica, ben viva, si affacciasse da qualche balcone.




Passando poi a meriti e demeriti del Pontefice defunto. Non gli si può negare una certa personalità, almeno finché è stato in relativa salute. Ma poi in sostanza cosa ha fatto?


Alcuni gli attribuiscono il crollo del comunismo, ma in realtà il comunismo è crollato in primo luogo perché l’apparato tecnico dell’Unione Sovietica non ha retto il passo con quello degli Stati Uniti, e poi per tanti altri motivi, che non ho tempo qui di elencare, ma tra i quali il Papa polacco ha avuto un significato, a mio parere, di rilievo minimo.


Ha parlato in favore della pace. Questo è vero, ma, a prescindere dal fatto che mi sembra normale per un Papa, e che sarebbe stato deplorevole se avesse invece benedetto le armi,  la sua perorazione non ha contato niente, perché al cristianissimo Bush e al suo “entrourage” delle perorazioni pontificie non importava niente, come a Stalin quando si domandava quante divisioni avesse il Papa.


Ha cercato di avvicinare le diverse e opposte Chiese. Ha chiesto scusa agli ebrei. Anche questo è vero, però si è anche appoggiato alla discutibile Opus Dei e si è schierato contro la teologia della liberazione dell’America Latina, si è affacciato sul balcone di Santiago del Cile insieme a Pinochet, ha canonizzato Stepinac, il cardinale di Zagabria che aveva benedetto le armi degli ustascia, fascisti massacratori dei serbi. Ha assecondato la dissoluzione della Yugoslavia, riconoscendo  le nazioni cattoliche di Slovenia e Croazia, ed è quindi seppur marginalmente responsabile dei massacri che ne sono seguiti.


Ha chiesto scusa a Galileo, dopo 400 anni, ma ha avuto lo stesso comportamento dei suoi antichi predecessori nei confronti della scienza attuale. Si è scagliato, oltre che contro il materialismo comunista, anche contro gli eccessi del capitalismo, ma ha soprattutto condannato  la modernità, la ricerca scientifica, e la libertà sessuale e ha mantenuto una concezione assolutamente arcaica nei confronti del ruolo della donna nella Chiesa. Insomma più o meno le idee di un Imam.

Nonostante ciò, sia in vita che in morte, è stato osannato dalle masse, dai giovani, delle forze politiche tutte, di destra e di sinistra. 

domenica 3 aprile 2005

La morte del Papa e le scommesse sui papabili



Credo solo nella ragione e nella scienza e mi sembra quasi impossibile che ci siano ancora le religioni, anzi che addirittura si sia tornati alle guerre di religione, bastando a mio parere un livello culturale medio per rendersi conto che le religioni non sono altro che costruzioni basate sui miti delle origini, simili tra popoli diversissimi e lontani tra loro e riproposti nell’arco dei secoli e dei millenni con qualche variante.




Nonostante ciò riconosco che il Papa appena deceduto è stato, prima della malattia, nel bene e nel male, a seconda dei punti di vista,  una figura forte.



Milioni di persone hanno invaso i siti internet per avere notizie. Mai tanti occhi sulla fine di un pontefice, con eccessi anche di cattivo gusto come i maxischermi in Piazza San Pietro.


Sicuramente domani le elezioni regionali avranno scarso rilievo sui giornali. 


E quanto ai papabili
“navigando” qua e là, ho trovato un sito dal titolo “Ratzinger Papa”  e un altro, ovviamente inglese, in cui già da parecchie settimane si raccoglievano le scommesse sui papabili .Sulla colonna destra bisogna cliccare su “Scommesse speciali”, “Generali” e, infine, “Papato” .  Quello pagato meno, quindi il più papabile, è Tettamanzi, ma anche Ratzinger è in buona posizione insieme ad un certo Hummes, mai sentito, ma non sono un'esperta della materia.

sabato 26 marzo 2005

Costituzione riformata o stravolta?



Ultimamente sono troppo presa dal lavoro e non ho tempo di seguire cosa accade in Italia e nel mondo e tanto meno di aggiornare questo blog.


 

So che il 23 marzo il Senato ha approvato una riforma costituzionale che il centro-sinistra ritiene devastante.



Da quanto ho letto sui giornali, la riforma attribuisce poteri amplissimi al presidente del consiglio che potrà sciogliere le camere e sarà in grado di esigere l’approvazione in blocco di una legge da lui proposta, abbinandola alla questione di fiducia che, se negata, condannerebbe la Camera all’automatico scioglimento anticipato.


 

Nel campo delle autonomie il nuovo testo assegna la competenza legislativa esclusiva alle Regioni in settori decisivi quali la scuola, la sanità, l’assistenza (con la disarticolazione della scuola pubblica e del servizio sanitario nazionale).


 

In sintesi il massimo del centralismo autoritario ed il massimo della destrutturazione dello stato unitario.


 

Grande bagarre in Parlamento con sfoggio o spreco di bandiere tricolori da entrambe le parti.


 

Andreotti (ma Andreotti, oltre che in odore di mafia, è anche di sinistra?) ricorda che il 23 marzo era la festa del “fascio” e Carla Voltolina, vedova dell’ex-presidente della Repubblica, Pertini, parla di “leggi fascistissime”. 


 

 Avevo scaricato il disegno di legge, ma non ho mai avuto tempo di leggerlo, così non sono in grado di giudicare quanto questa riforma sia veramente pericolosa per la democrazia.


 

E’ certo che l’opinione pubblica né è rimasta quasi completamente all’oscuro, non ne hanno parlato molto i giornali, almeno fino agli ultimi giorni, né mi risulta che  l’argomento sia stato oggetto di dibattito in uno dei tanti “talk show”, come “Porta a Porta”, ove si è trovato il tempo di parlare anche della Leccisi, per non dire del comportamento relativamente inerte del centro-sinistra che solo ora grida allo stravolgimento della Costituzione.  Mi sembra peraltro che l’idea del “premierato” sia stata abbracciata in passato anche da qualche autorevole esponente del centrosinistra e quindi mi domando se ora si avversi la riforma in sé o per il fatto che al momento il Presidente si chiama Berlusconi.  Quanto al federalismo, già il centro sinistra, al termine della passata Legislatura, modificò il Titolo V della Costituzione.


 

Ad ogni modo sono state scongiurate le dimissioni di Calderoli!


 

 

martedì 15 marzo 2005

Prove di democrazia nel mondo arabo



 Nasce la democrazia nel mondo arabo?


 

 


In Egitto lo stesso presidente in carica Mubarak promuove elezioni presidenziali multi-partitiche.


 

 


A Beirut, ad un mese dall’assassinio dell’ex premier Rafik Hariri, ucciso il 14 febbraio scorso da un’autobomba, oltre un milione e mezzo di persone sono scese in piazza per manifestare contro l'occupazione militare siriana e chiedere la verità sull’omicidio di Hariri, dietro il quale si sospetta ci sia proprio la Siria.  


 


Il vecchio ordine mediorientale basato sulle dittature non tiene più, però non c’è nessuna garanzia che si passi dai vecchi regimi a delle democrazie filo – occidentali. Potrebbe anche andare male. E in questo caso i nostri dirimpettai mediterranei potrebbero diventare di qui a qualche anno nazioni devastate da conflitti etnici e/o teocrazie governate da mullah fanatici e ignoranti, e il rischio di terrorismo non diminuirebbe certamente.


 

 


 

lunedì 14 marzo 2005

Elezioni regionali – La guerra delle firme false



Il caso dei falsi autografi a sostegno delle liste di Alternativa Sociale, finisce in tribunale. Indagano le procure in Lombardia, Liguria e Toscana.  E la nipote del duce, dopo l’esclusione dalle regionali nel Lazio, promette di fare a pezzi Storace e intanto fa lo sciopero della fame. Buona idea per la linea, tutto sommato, prima dell’estate.



Certo che anche a Pistoia quelli di Alleanza Nazionale erano molto preoccupati che la lista riuscisse a presentarsi alle elezioni.

domenica 6 marzo 2005

La liberazione di Giuliana Sgrena e l’uccisione dell’agente del Sismi Nicola Calipari




Della Sgrena che ringrazia i suoi rapitori non mi importa niente. Voglio solo dire che un conto è comprendere le ragioni di chi lotta contro la presenza di truppe straniere (ma che senso ha poi rapire i giornalisti?), un altro uscirsene con dichiarazioni di questo tipo.

 

Mi dispiace invece per l’uccisione dell’agente del Sismi, Nicola Calipari,  morto a causa del cosiddetto fuoco amico (americano). L’auto con a bordo la giornalista del Manifesto, Nicola Calipari, capo della seconda divisione Ricerca estera del Sismi, e altri due agenti dei servizi italiani, stava viaggiando in direzione dell’aeroporto internazionale di Camp Victory, dove li stava attendendo un aereo per il rimpatrio, quando a poche centinaia di metri dall’aeroporto scoppia il finimondo. Gli americani esplodono 300 colpi, uccidono Calipari, mentre la Sgrena ed un altro agente del Sismi restano feriti.


 

Come è potuta accadere una cosa del genere? Fatalità? Forse un difetto di comunicazione tra i servizi americani e quelli italiani, anche se mi pare molto strano che nessuno si sia premurato di avvertire.


 


Naturalmente non si saprà mai niente. Basti ricordare cosa è accaduto per la tragedia del Cermis del febbraio del 1998 quando un aereo dei marines USA di base ad Aviano, che volava troppo basso, tranciò un cavo della funivia uccidendo 20 persone. L’anno successivo la Corte marziale americana (perché ovviamente i militari delle basi americane non sono soggetti alla giurisdizione della magistratura italiana) condannò il capitano dei marines, Richard Ashby, accusato dell' accaduto, a sei mesi di reclusione e all'espulsione dai marines senza la pensione. Fu infatti assolto dalle accuse di omicidio, ma condannato per aver sottratto e cospirato per distruggere un video che, girato per divertimento poco prima dell'impatto con la funivia, avrebbe potuto rivelare cosa accadde durante il tragico volo.


 

E se ciò è potuto accadere in relazione a fatti accaduti in un paese amico ed in tempo di pace, figurarsi cosa ci si può aspettare per quest’ultimo episodio.

domenica 27 febbraio 2005

Cercate di non morire nei prossimi 20 anni



Interessante notizia su “The Instablog”:


“Secondo lo scienziato Ray Kurzweil basteranno appena altri 20 anni perché la nanotecnologia permetta di rendere l'uomo virtualmente immortale. NanoRobot specializzati ripareranno le nostre cellule ed i nostri tessuti, perfino il DNA potrà essere periodicamente sostituito con versioni migliori scaricate da Internet[?!].”


L'articolo non dice però se si riuscirà anche a ringiovanire. E vivere per sempre da vecchi non mi sembra molto carino.

E il sovrappopolamento? Si riuscirà a "terraformare" Marte e a spedirci un po' del "surplus" di popolazione? 

giovedì 24 febbraio 2005

Blogosfera



Ho trovato questo post di Brodo Primordiale  che si dichiara "sempre più incredulo nel constatare che ci sono veramente tante, ma tante persone che non hanno un cazzo da fare durante la giornata". Come potrebbero infatti, si domanda l’autore del post, tutti questi blogger e coloro che li leggono, guardano, ascoltano,   star dietro alle continue invenzioni in materia, quali Podcasting, videoblog, adesso screencasting con tag o senza, con query o senza (a proposito che roba è?).



Ho anche scoperto un blog che, già dal nome dell'autore - Mariano Grifeo Cardona di Canicaro -, promette di essere divertente. Il fatto che sia scritto in dialetto siciliano rende un po' più difficile la lettura a chi non abita in Trinacria, però è piacevole. Ci si trovano annotazioni di argomento vario, dalla vita quotidiana all'attualità, tutte svolte con piglio brioso. L'autore dice di essere anziano e di non capirci nulla nei computer, ma di dettare i suoi post ai parenti, alla ex-segretaria che ogni tanto lo viene ancora a trovare, e insomma a chi capita. Lui parla e loro scrivono. Chissà.

domenica 20 febbraio 2005

La lingua italiana e l’Europa



 La notizia pubblicata dal Corriere della Sera che la lingua italiana è stata cancellata da tutte le conferenze stampa (salvo quelle del mercoledì) tenute dai commissari dell’Unione Europea, riveste una notevolissima importanza politica, in quanto significa che il nostro Paese non sarà tra le nazioni guida dell’Unione ma occuperà un posto di seconda fila.Risulta infatti difficile credere che un Paese la cui lingua è considerata poco importante possa poi ricoprire un ruolo politico primario. Quindi da iniziatori della costruzione europea ne siamo diventati dei semplici comprimari.



Le lingue “stabili” dell’Unione sono francese, inglese e tedesco, non tanto per la loro diffusione nel mondo, che potrebbe valere per inglese e francese, ma non certo per il tedesco,  quanto per il ruolo dei paesi in cui sono parlate.



Così questa Europa sembra sempre più destinata a diventare non un soggetto sopranazionale quanto piuttosto una struttura plurinazionale sottoposta alla leadership di un ristrettissimo gruppo di Stati nazionali, che sono Francia, Germania e Gran Bretagna.



Le cause sono da individuare nella politica miope dei nostri governi, presenti e passati, il cui peso in politica estera è ed è sempre stato marginale e che non si preoccupano nemmeno di sostenere la nostra cultura nel mondo.

lunedì 14 febbraio 2005

I risultati delle elezioni irachene

 

Ma qualcuno se le ricorda le elezioni in Iraq?

Dopo i titoloni sulle prime pagine dei giornali e nei servizi televisivi sulla percentuale dei votanti (inizialmente del 72% degli aventi diritto, poi ridimensionata al 60%) e sulla vittoria della democrazia, solo qualche trafiletto in quarta o quinta pagina, in cui l’afflusso sembrava essere calato sotto il 50%, pur sempre un successo, anche se è legittimo qualche dubbio sul come siano stati individuati gli aventi diritto. Quanto ai risultati si dava per vincente l’alleanza sciita appoggiata dall’ayatollah Ali Al Sistani, presunto moderato, che però nei giorni scorsi si è espresso in favore dell’introduzione della Sharia (legge coranica).



Finalmente i risultati definitivi che confermano la vittoria, anche se in misura inferiore al previsto, dell’alleanza,che, con il 47,6% dei voti, si è aggiudicata 132 seggi su 275 e quindi non ha la maggioranza assoluta, segue la coalizione curda con il 25,7%, e poi quella dell’attuale premier ad interim Iyad Allawi, sostenuto dagli Stati uniti, con solo il 18,3%. L’affluenza ufficiale alle urne è stata del 58% degli aventi diritto, in tutto 8.456.266 elettori, ma nelle province a maggioranza sunnita si sono avute percentuali che vanno dal 2% al 29% .

Un blog giornale

 

Ho appena scoperto un blog giornale dal titolo “The Instablog”, che si occupa di politica, informatica, musica e varia umanità, impaginato come un quotidiano, con le ultime notizie da tutto il mondo, rubriche varie, commenti, approfondimenti, vignette e persino il cruciverba. Piuttosto carino, anche se un po’ di destra, mi pare.


 

Vi si trova anche una lista dei locali pubblici attrezzati con apposite sale riservate ai fumatori, suddivisa per regioni e città.


 

In Toscana per ora ne ha censiti 6, 3 a Firenze e 3 a Pistoia, di questi ultimi, due sono in provincia, mentre quello in città è un non meglio identificato “Da Piero". Dovrò informarmi.


 

A proposito di sale per fumatori, l’altra sera all’esterno di un locale della provincia di Pistoia ho notato un capannello di persone intorno ad una stufa, sistema piuttosto economico, direi, di attrezzare una sala per fumatori. 


 

 

Elezioni regionali e primarie



Fino al 4 aprile la sera sarò strafatta (di lavoro), perché tra le mie competenze c’è anche la gestione del procedimento elettorale, e domenica 20 febbraio, in Toscana, si svolgono le primarie per la selezione dei candidati alle elezioni regionali. Caso unico, finora, la legge regionale che le disciplina ha stabilito che fossero gestite dai Comuni, anziché come sembrerebbe logico, dai partiti (ma vi sembra corretto che queste elezioni – peraltro una farsa - debbano essere a carico del contribuente?). Tutto ciò mentre è già stato avviato il procedimento per la preparazione delle Elezioni Regionali del 3 e 4 aprile.  Penso proprio che per un po' di tempo questo blog assumerà un tono più leggero e forse anche un po' trasandato (magari con post più brevi?!).

martedì 8 febbraio 2005

Blogmania



Mi sono imbattuta in questo esilarante post  di “SiFossiFoco” sui blog che, partendo dal fatto che questi ultimi avrebbero rivoluzionato anche il nostro modo di vivere la casa, arriva a scomodare il ritorno del “dionisismo” nella cultura contemporanea, e tutto ciò in uno spassosissimo vernacolo toscano.



Certo anche per me qualcosa è cambiato, non tanto nella casa, perché da sempre vivo soprattutto nella stanza dove leggo, ascolto musica, e soprattutto sto al computer e ora “bloggo”.  Però non vado più in palestra e leggo meno (libri e giornali), mentre sono quasi spinta da disturbo ossessivo compulsivo che mi costringe, non dico a leggere, ma almeno a scorrere i blog altrui, magari “linkandone” (orrido inglesismo) alcuni e/o inserendone altri tra i preferiti che mi propongo di rivisitare in un secondo momento anche se poi non lo farò, come accadeva (e accade tuttora) con i ritagli dai giornali degli articoli più interessanti che non avevo avuto (e non ho) tempo di leggere e mai ne avrò. E se ho sempre odiato fare da mangiare e qualsiasi altra cosa pratica, ora è sempre più frequente che lasci bruciare qualcosa sul fuoco, perché ho da “postare”.


 


Dionisismo, chissà, certo narcisismo. In un articolo su “La Repubblica delle Donne” (edizione dell’8 gennaio) si parlava del blog come della “punta emergente di un fenomeno che spinge tutti a parlare di sé e a raccontarsi per decifrare il mondo” . Il popolo dell’io non avrebbe più confini e il blog sarebbe una delle sue massime espressioni. Riedizione narcisistica del diario adolescenziale, questa volta esibito su internet? Anche, ma non solo.


Pensate che ogni 5 secondi in rete nasce un blog.


 

Ma ci sono anche quelli che chiudono. Non mancano infatti i blogger pentiti. Quelli che abbandonano confessandosi in pubblico come Percival (Arrivai al mondo del blog. Si era agli inizi. Dapprima fu per gioco, solo per passare il tempo. Ma il gioco prese il sopravvento e quello che doveva soltanto essere un diversivo, divenne quasi una ragione di vita. Mi ero rifugiato nel virtuale per scappare da una realtà, che avvertivo ostile. Invece di affrontarla, andavo costruendo una meravigliosa bolla di sapone).


 

E quelli come Militante che si prendono una pausa di riflessione, ma ci ripensano subito e continuano.





Intanto è uscito persino il calendario delle bloggers che si può scaricare qui.





C’è poi chi ha avuto l’idea di pubblicare on line, con cadenza periodica, un’antologia del blog italiano, una libera selezione dei post italiani pubblicati sulla rete, il meglio del blog secondo l’ideatore. Si chiama "Bardablò" e il primo numero, quello di gennaio, si può leggere e scaricare qui,  ma ha un limite, la pagina in formato PDF non si riesce a stampare, almeno in formato A/4, e anche la lettura non è delle più agevoli.


 

Ed è appena nata una rivista letteraria on line, “Sacripante”, che si propone di pubblicare i racconti dei blogger che però devono essere  inediti (ossia mai postati sui blog), proprio quando ne avevo appena scritto uno (cosa mai fatta finora) ovviamente publicandolo su uno dei miei blog


 

Non sono mancati poi incontri e raduni di blogger. E poi ci sono le varie vetrine,classifiche e directory di blog. E sicuramente qualcuno ci starà anche facendo la tesi.


 

Quanto ai libri che parlano di blog, ne sono già usciti diversi. Da "Diario di una blogger" di Francesca Mazzucato, del marzo 2003,  al recentissimo “La notte dei blogger”, racconti scritti di notte da 18 blogger italiani tra i più conosciuti, ove i blog c’entrano solo perché gli autori sono appunto dei “blogger”, ma tra il primo e l’ultimo nell’ordine, ne sono usciti diversi altri, alcuni come studio del fenomeno “blog”, della sua storia, dell’impatto con il mondo della cultura on line,  altri come raccolta di post e commenti, come racconto della propria esperienza in rete, altri ancora come manuale di istruzioni sul nuovo strumento.


 

Qualche blogger ha già tentato di studiare il fenomeno dall’interno chiedendo ai “colleghi” perché e come hanno iniziato. E sarebbe interessante fare un censimento anche per età, genere, livello culturale, professione, interessi, tipologia di blog, ecc. 


 

Cosa rimarrà di tutto questo?


 

Sarà possibile in futuro analizzare attraverso i blog gli avvenimenti mondiali (pensate ad esempio alla guerra in Iraq e allo tsunami nel sud-est asiatico, a come sono stati visti e raccontati), ma anche le mode, le tendenze, i gusti, gli interessi, i sentimenti ed i modi di renderli, insomma l’analisi dei blog fornirà lo spaccato di un’epoca?


 

Certo che sui blog si trova di tutto. C’è chi racconta la propria giornata, le proprie paturnie, chi semplicemente “cazzeggia”, chi parla dei propri hobby e interessi, dalla cucina, ai gatti (i gattofili, e mi fa piacere, sono molti, non ho fatto caso se siano altrettanti i cinofili), chi racconta la propria lotta per perdere peso o per smettere di fumare, o chissà che altro, chi riporta curiosità da tutto il mondo, chi posta i propri parti letterari, dalle poesie ai racconti, chi le proprie foto, chi le proprie riflessioni sui massimi sistemi, su libri e film, sulla musica preferita, chi parla di misteri e di UFO, chi commenta i principali avvenimenti mondiali, chi si sfoga conto i capoufficio e le miserie della vita in azienda. E a proposito di questi ultimi apprendo, sempre da “La Repubblica delle Donne” (edizione del 5 febbraio), come “Il diario di Max” (sottotitolo, “ma vie – de merde – sur grande ecran”)  ovvero le giornate di un tizio sepolto in uno dei tanti uffici delle torri della Défense, l’avveniristico quartiere degli impiegati a Ovest di Parigi, sia stato il blog più “clicccato” in Francia, con trentamila contatti al giorno. In linguaggio pittoresco, ma letterariamente raffinato, si lanciava contro colleghi idioti, autocrati stupidi e arroganti, arrivisti vari. Uno dei post più divertenti è di lunedì 30 agosto 2004 al rientro in ufficio dopo le ferie estive. Il post si intitola “Buongiorno stronzi” ed è tutto un programma. L’epilogo inatteso poco prima di Natale quando la vecchia scimmia, ovvero il capo,  convoca Max e lo promuove dirigente (come neutralizzare una mina vagante!). E il blog chiude, ma si può ancora leggere qui.

sabato 5 febbraio 2005

Surreale?



"Cari amici, care compagne, cari compagni…", così il cattolico, ex (?) democristiano, Prodi esordisce sul palco del Congresso dei DS e Berlusconi nella due giorni allestita in contemporanea, e molto criticata perché mai era successo che, durante il congresso di un partito, il leader avversario convocasse un’assise dei suoi, parla di "via Prodiana al Comunismo".


Non sembra un po’ surreale tutto questo?   

martedì 1 febbraio 2005

L’Iraq verso la democrazia ?



 

Gli iracheni non hanno avuto paura. Il 60% degli aventi diritto, 8 milioni di iracheni, sarebbero andati alle urne. I giornali di tutto il mondo elogiano la forza e il coraggio di un popolo che ha sconfitto i kamikaze di Al Zarkawi, che rifiuta l’oscurantismo di Al Qaeda e che vuole incamminarsi sulla strada della democrazia.


 

Qua e là qualcuno insinua qualche dubbio, come questo articolo di “Reporter Associati”. Devo dire che non si tratta di un bell’articolo, anche nel senso dello stile (ma d’altra parte cosa aspettarsi da chi, per rimandare all’inizio della pagina, scrive “go to top”?).


 

Tuttavia anche se non mi sembra possibile che tutti, comprese le agenzie di stampa e tutti gli organi di informazione, ci prendano in giro, che siano tutti al soldo di Bush, non nego che qualche perplessità ce l’ho anch’io, sia sulla percentuale dei votanti, sia sul fatto che si siano svolte veramente libere elezioni in un paese occupato.


 

Non erano ancora chiuse le operazioni di voto che già si diffondeva la notizia di una percentuale di affluenza alle urne del 72%, poi ridimensionata al 60%.

 

Anche nei paesi occidentali, di consolidata democrazia e in situazioni assolutamente tranquille,  sarebbe difficile in 10 ore di votazione (in Iraq si è votato dalle 7.00 alle 17.00) raggiungere il 60%, figurarsi il 72%, ma in un paese militarmente occupato, sotto minaccia di attacchi terroristici ai seggi, questi ultimi peraltro pochi e da raggiungere a piedi,  perché, per motivi di sicurezza, la circolazione era stata vietata in tutte le zone circostanti, e dopo 50 anni che non si votava, mi sarei aspettata non solo una minore affluenza, ma anche che ci volesse un po’ più di tempo per fornire qualsiasi informazione.


 

Le previsioni della vigilia fornite dagli organi di informazione erano piuttosto negative. Qualche giorno fa lo stesso presidente iracheno Al Yawar aveva messo  le mani avanti annunciando che molti non si sarebbero recati alle urne, anche se aveva rapidamente ritrattato, forse dopo una reprimenda degli americani.


 

Quanto agli osservatori internazionali, il portavoce della ACIE (Alto Commissariato Indipendente per l'Elezioni) Adil Al Lami, ha fatto sapere che erano complessivamente  in numero di 199 e che, per ovvie regioni di sicurezza, sono stati dislocati nelle zone più sicure, particolarmente nel Kurdistan. E guarda caso anche molte delle foto pubblicate dai giornali riguardano seggi del Kurdistan.


 

Se a ciò si aggiunge che Bush non avrebbe potuto permettersi una sconfitta, mi sembra più che legittimo qualche dubbio.

 

Magdi Allam, sul Corriere della Sera del 31 gennaio, sostiene che “le prime elezioni libere nella storia dell'Iraq e del mondo arabo non sono piaciute affatto ad al Zarqawi, Saddam, Assad e al Jazeera. Sono piaciute poco a Erdogan, re Fahd, Khamenei”, ma sono anche “ risultate indigeste agli europei ossessionati dall'antiamericanismo e agli americani che mal sopportano Bush”.


Io penso che se effettivamente il 60% degli iracheni ha espresso la propria volontà di “autodeterminarsi”, non si possa che esternare ammirazione per un popolo che in condizioni così difficili ha dimostrato di essere forte e maturo, e questo anche se non ci piace Bush e ci dispiace un po’ che sia contento.


Credo che a molti di noi europei, senza essere ossessionati da nessun antiamericanismo (che è solo nelle menti dei filoamericani viscerali), non piaccia l’America “teocon” di Bush, mentre ci rendiamo conto altresì che gli interessi dell’America (anche economici) non sono precisamente i nostri interessi.


 

Inoltre anche se dalla guerra di Bush dovesse derivare un Iraq democratico, cosa che è ancora tutta da dimostrare, non per questo ci ricrediamo sulla sua politica e sulla sua visione manichea della storia. Non ci piacciono gli imperi, del bene o del male che siano, e crediamo nell'autodeterminazione dei popoli e nella sovranità nazionale.    


 

Infine, a prescindere da chi abbia vinto le elezioni, ma sicuramente sarà un testa a testa tra Allawi e gli Sciti (addirittura sembra che  Mokta Al Sadr's abbia votato per Allawi!?), se il popolo iracheno ha dimostrato di essere maturo per la democrazia, si dovrebbe poter cominciare a parlare di ritiro delle truppe americane e della coalizione, eventualmente sostituite da forze internazionali sotto mandato ONU, per il periodo necessario a ricostituire un esercito e una polizia iracheni autosufficienti. Ma è molto probabile che il nuovo governo, liberamente eletto, chiederà loro di restare.


 

domenica 30 gennaio 2005

L’Iraq al voto



Conclusa la giornata elettorale in Iraq. I seggi sono stati chiusi alle 17 (le 15 in Italia), ma in certi casi c'erano ancora persone in fila. Alta affluenza nelle zone sciite e curde, seggi deserti nelle aree sunnite e nemmeno aperti per questioni di sicurezza nel “triangolo della morte” a sud della capitale. Ma la commissione elettorale nazionale annuncia che l’affluenza è stata del  60 per cento degli aventi diritto (otto milioni).


Gli iracheni  sarebbero andati a votare nonostante le bombe e le pessimistiche previsioni della vigilia. Quasi trenta esplosioni hanno scosso a ripetizione Bagdad, almeno nove provocate da attentatori suicidi che avevano cinture esplosive nei pressi di seggi elettorali o tra la gente in attesa di votare. Circa trenta le vittime degli attentati.


 

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha detto che il voto in Iraq è “un primo passo” verso la democrazia. Gli iracheni “sanno che stanno votando per il loro futuro e che con questo voto prenderanno il controllo del loro destino. Noi dobbiamo incoraggiarli”. La promozione del voto iracheno è giunta anche dal rappresentante del segretario generale a Bagdad, Ashraf Qazi. Il diplomatico ha parlato di elezioni “trasparenti e libere” e si è detto confortato dall'alta affluenza alle urne.


 

Soddisfazione è stata espressa anche dal segretario di stato Condoleezza Rice. “Le elezioni in Iraq stanno andando meglio del previsto”, è scritto in una nota diramata dal dipartimento di Stato americano. Una volta chiusi ufficialmente i seggi, è arrivata anche la dichiarazione di George W. Bush: “E' un grande giorno per la democrazia”, ha detto il presidente.


 

 

 

Ma si possono davvero definire trasparenti e libere queste elezioni avvenute in un contesto in cui si fronteggiano un esercito di occupazione e la guerriglia?


Non è stato possibile svolgere una regolare campagna elettorale, persino attaccare manifesti era rischioso, gli elettori sono andati a votare sotto minaccia, quelli che hanno potuto, perché in alcune zone del paese non si sono aperti i seggi. Sembra quasi impossibile che tanti non abbiano avuto paura, sempre che le dichiarazioni della commissione elettorale rispondono a verità.


 

In questo articolo dell’ “Observer International” si parla di elezioni senza precedenti, per le quali non reggerebbe nemmeno il confronto con quelle tenutesi nella Repubblica di Weimar in mezzo agli scontri tra nazisti e comunisti.

venerdì 28 gennaio 2005

Guerriglieri o terroristi?



Non sono in grado di giudicare la sentenza con la quale il giudice Clementina Forleo ha mandato assolti alcuni islamici imputati in un processo per associazione con finalità di terrorismo internazionale, perché non l’ho letta. Presumo che nemmeno Fini, Borghezio, e compagnia, l’abbiano letta.


 

Se avessi la certezza che gli imputati del processo di Milano reclutavano kamikaze per compiere attentati terroristici in Iraq o in qualsiasi altro paese riterrei la sentenza aberrante. Ma per giudicare dovrei essere certa dell’esistenza o meno di prove decisive che vadano in un’unica direzione, certezza che potrei raggiungere forse solo a seguito di una lettura attenta della sentenza e degli atti del processo. Questo parlando razionalmente, perché di fronte a certi giudizi di certi personaggi mi viene voglia di stare dalla parte opposta senza troppi distinguo. Della serie, se loro dicono questo, allora la sentenza è giusta, e magari invece non lo è. 


 

Poi sui fondamentalisti islamici la penso più o meno come la Fallaci (ma penso tutto il male possibile anche dei fondamentalisti cristiani, dei TEOCON, dell’Opus Dei, di tutte le associazioni di ipocriti bacchettoni, ecc.), ma sono altresì convinta che, nonostante tutto, almeno che non si voglia introdurre nel nostro paese aberrazioni come il “patrioct act”, approvato negli Stati Uniti all’indomani dell’11 settembre, non si possa, non si debba, rinunciare mai  al garantismo e ai principi dello stato democratico. 


 

Ritengo anche che in certe situazioni sia molto difficile distinguere tra azione bellica e azione terroristica. Infatti un attentato compiuto contro obiettivi militari, che coinvolga solo militari, (anche se mi dispiace quando vengono coinvolti militari italiani che, magari in buona fede, credono di partecipare ad una missione di pace, che probabilmente di pace ha solo gli equipaggiamenti), è un’azione di guerriglia e in un paese occupato la resistenza è legittima.



Del resto la Convenzione ONU sul terrorismo del 1999 dice che “Le attività violente o di guerriglia nell’ambito dei contesti bellici… non possono essere perseguite a meno che non vengano violate le norme del diritto internazionale umanitario.”



Sono invece senza alcun dubbio atti terroristici quelli che colpiscono solo la popolazione civile del paese occupato e/o i civili stranieri in quel paese o in altri, allo scopo appunto di incutere terrore.


 

Tuttavia come si deve considerare la stessa azione diretta contro obiettivi militari che finisca per coinvolgere anche la popolazione civile? Terrorismo o “danno collaterale”?

SESSANTANNI DOPO AUSCHWITZ



A noi tedeschi si addice il silenzio davanti a questo massimo crimine contro l’umanità.Vorremmo riuscire a comprendere questa realtà inconcepibile, che travalica ogni immaginazione umana. E inutilmente cerchiamo le risposte ultime.

 

(Dal discorso del Cancelliere della Repubblica federale tedesca Gerhard Schroeder in occasione del 60° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz)


Ma possiamo credere alla sincerità di un Fini che torna a stigmatizzare ogni cedimento sul tema delle responsabilità del fascismo verso la Shoah come ha fatto ieri sera intervistato dal TG2?


 

Nella stessa intervista il Ministro degli Esteri Fini ha anche citato Gobetti insieme a Gramsci e ad una serie di altri esponenti della cultura dell’epoca, da Palazzeschi a Marinetti a Gentile per dire che in fondo erano tutti accomunati dall’italianità! Qui certo la profondità del pensiero raggiunge livelli sublimi. 

giovedì 27 gennaio 2005

GENTE DA EVITARE



Da un commento al mio precedente post ho scoperto che cercando su “google” “gente da evitare” si trova il sito del Moige, movimento italiano genitori (bacchettoni, bigotti e baciapile).



Ma come accade? Si tratta di un “ Googlebombing”. Forse qualcuno si ricorderà di "miserabile fallimento" o ""miserable failure"  che conducevano alla biografia di George W. Bush e poi a quella di Silvio Berlusconi. Per chi fosse interessato a sapere cos’è un “ Googlebombing” ecco la spiegazione che ne dà Wikipedia.


 


Ritornando al MOIGE, poiché diversi blog ne stanno parlando, presumo che in questi giorni gli accesi al sito siano notevolmente aumentati, ma è proprio da evitare.



 

Vi si trova anche un corso di educazione sessuale arrivato alla 35° lezione dal quale ho tratto le seguenti perle:



Dei rapporti al di fuori del matrimonio


 


 

“Il rapporto sessuale fra due persone non sposate ha in sé qualcosa di ingiusto o di non veritiero, dato che esse non si appartengono ancora pienamente al punto da donare e ricevere ciò che hanno di più intimo. Cosa che invece viene legittimata proprio dal matrimonio.”



Della contracezione


“Un atto d’amore vissuto con la contraccezione è un atto chiuso in sé stesso, ristretto entro i limiti di una visione resa angusta dal timore di una donazione totale, generosa, senza riserve. Mantiene sì il suo valore unitivo, ma si tratta pur sempre di un’unione parziale, soffocata, monca. E ciò che le manca può venire rimpiazzato da una maggiore focalizzazione sulla sua componente edonistica, tanto da arrivare spesso a fare del piacere – di per sé legittimo e buono – il fine esclusivo dell’atto stesso, stravolgendo così quello che doveva essere invece il suo ordine intrinseco (v. 16° lez. Uso ordinato della sessualità), e ad incentivare l’egoismo di coppia.”



Degli uomini e delle donne


 “Infatti, senza voler incasellare rigidamente nessuno, è però ben evidente che ci sono caratteristiche più squisitamente maschili e altre più femminili. Ad esempio, l’uomo è più realista e immediato, va all’essenziale (lineare!..), più intraprendente e propositivo, fatto per “andare verso” (anche fisicamente, nel rapporto sessuale); vive meglio la fortezza come affermazione del positivo ed ha un tipo di intelligenza più razionale, nel senso che, se vede un problema, fa piccoli passi logici in rigorosa successione nella direzione del problema, finché arriva alla soluzione.
La donna, viceversa, è più sensibile e fantasiosa (curvilinea!..), attenta al dettaglio, più paziente, fatta per l’”accoglienza” (anche fisicamente…); vive meglio la fortezza come resistenza al negativo ed ha un tipo di intelligenza prevalentemente intuitivo, nel senso che, con uno sguardo d’insieme, abbraccia il problema e perviene di getto alla soluzione, magari senza avere la minima idea di come ci è arrivata.”


 


Dunque, EVITATELO! 

mercoledì 26 gennaio 2005

Si può dire, ma una sola volta

Documento americano sulle parolacce in TV



La Federal Communications Commission, l’autorità governativa americana che sorveglia le radio e le telecomunicazioni, in risposta alle 36 denunce di una sdegnata associazione di genitori a causa delle parolacce in televisione, ha informato le reti TV che è ammissibile usare, purché una sola volta e in modo rapido, le seguenti parole: “cazzo, testa di cazzo, coglione, sedere, culo, vagina, pene, testicoli, sacco dei marroni, bastardo (anche grasso bastardo), figlio di puttana, merda, piscia, vai a farti fottere e che Dio ti stramaledica".


Tutto questo compare nel dispositivo numero 04-279, datato 8 dicembre, ove sembra che il greve burocratese  legalistico  associato alla presenza di sconcezze e parolacce renda il tutto particolarmente ridicolo.

martedì 25 gennaio 2005

La biblioteca del mondo




 


Costruire la biblioteca del mondo, cioè catalogare e mettere a disposizione di tutti, ovunque, ogni libro pubblicato dal 1455, l’anno in cui Johann Gutenberg si cimentò con la Bibbia. Si tratta di investire miliardi, intelligenze, forze, per salvare l’intera memoria dell’umanità contenuta in tutti i libri del mondo.




Questo il bellissimo progetto di Google, la società fondata solo 7 anni fa da uno studente americano e da un immigrato russo per rendere più facile l’esplorazione di quel caos primordiale chiamato Internet, e che, andata in borsa nell’autunno 2004, ha raggiunto un valore di capitale circolante superiore alla General Motors e la Ford messe insieme.




L’idea di riversare nei server i libri, non è nuova. Lo fanno già grandi biblioteche universitarie, come la British Library, aziende commerciali come la libreria on line di Amazon.com che permette la consultazione via computer di estratti dei libri che vende, l’Associazione italiana Liber Liber, ma è nella scala del progetto, in quella presunzione di assoluto contenuta nella promessa di portare ogni libro mai stampato a portata di qualsiasi computer con un collegamento alla rete, che sta la novità di un progetto ambiziosissimo e secondo alcuni impossibile da realizzare. Ma Marissa Mayer, uno dei capi del progetto, lo paragona al progetto Luna, quello che John Kennedy propose nel 1961, senza avere i mezzi, i soldi, la tecnologia per realizzarlo e che otto anni dopo divenne realtà.


Spero che il progetto vada a buon fine anche se forse ci vorranno decenni. Sarebbe ottimo poter accedere a qualsiasi testo, anche quelli rari e/o fuori commercio, però poi c’è il problema della stampa. Io non riesco a leggere a lungo dal video. Su Internet scorro tante pagine, ma un libro devo leggerlo in posizione comoda. E poi anche se è possibile inserire dei segnalibro e prendere appunti, non è come farlo sulla carta. Ho provato a scaricare degli e-book, ma poi devo stamparli e per stampare tante pagine ci vogliono le stampanti veloci da ufficio e non le piccole stampanti che per sputare un foglio ci mettono un minuto. E come si fa a mettersi in casa tali oggetti che, a prescindere dal costo, sono anche un po’ ingombranti? Sembrava che sarebbero entrati in commercio i lettori di e-book, di formato piccolo, da poter tenere in mano, ma non ne ho più sentito parlare.     

venerdì 21 gennaio 2005

Il secondo mandato di Bush



Dalla terrazza del Campidoglio, tra canzoni patriottiche e sventolii di bandiere, durante la cerimonia di giuramento per il suo secondo mandato, George Bush ha rivolto ai popoli oppressi, agli alleati e ai cittadini americani "la sfida della libertà" il cui obiettivo è quello di porre fine a tutte le tirannie "anche negli angoli più oscuri della terra". In un aggressivo discorso di 16 minuti, in cui si è appellato spesso a Dio (5 volte per l’esattezza) e ha pronunciato la parola libertà per 42 volte, il presidente ha promesso di appiccare ovunque "il fuoco della libertà" fino a quando "brucerà in ogni angolo del mondo" , "di abbattere tutti i tiranni", ovunque, magari a partire da quell'Iran che è "al primo posto nella lista dei problemi da risolvere", come il suo vice Cheney ammette, mentre in economia l’accento è sull'individualismo economico, con la costituzione della cosiddetta "società di proprietari".

Ma non ci sono stati solo applausi per il secondo mandato di George W. Bush.  In tante piazze, tra cartelli per il ritiro dall’Iraq, inni pacifisti e bandiere americane, una folla eterogenea ha manifestato la rabbia e la preoccupazione per la sua rielezione.

SUL FUMO




 









 










  







     











 

Comunisti


Mi hanno riferito che l’altra sera, a “Porta a Porta”, Prodi ha esibito una lettera inviatagli da Bush. Insomma, non solo Berlusconi può vantare intimità con l’imperatore del mondo!


 


Niki Vendola, vincitore delle primarie in Puglia, dichiara che il suo libro di riferimento è la Bibbia e poi si precipita alla Messa del Cardinale Ruini, noto progressista. 


 


Rutelli dichiara che la socialdemocrazia è finita, anche se poi ritratta.



E poi nell’Ulivo ci sono anche Andreotti, De Mita e compagnia.



E questi sarebbero di sinistra, anzi pericolosi comunisti (secondo Berlusconi)?



A mio parere non sono nemmeno liberali.



Non saranno mica democristiani?

martedì 18 gennaio 2005

La paranoia del Presidente del Consiglio



 


 “Se il comunismo andasse al potere l’esito sarebbe miseria, terrore, morte, come è accaduto dovunque il comunismo governi. Io sono in politica perché il male non prevalga, perché prevalga il bene. Noi vogliamo uno Stato basato sulla giustizia e l’amore e non sull’odio, la menzogna, l’invidia predicati dalla sinistra con cui abbiamo la sfortuna di avere a che fare”


 

Così si è espresso il Presidente del Consiglio Berlusconi parlando per telefono ai suoi fedeli riuniti a Rocccaraso per la manifestazione Neveazzurra.


 

Ogni volta che Berlusconi se ne esce con i suoi toni apocalittici sul pericolo comunista (che vede solo lui) viene da domandarsi se ci sia da ridere o se ci si debba preoccupare, ricordando che i paranoici  al governo hanno sempre provocato grossi guai.


 

giovedì 6 gennaio 2005

Non ne parliamo più!

Dopo la letterina dell' attentatore e la telefonata del premier non si può che sintetizzare in questo modo l'episodio del treppiede (o treppiedi?) : gesto idiota di un ragazzo un po' scemo, innegabile e ovvio trionfo del premier che così si sarà conquistato altri voti, indegne gazzarre degli opposti schieramenti.






Quanto all'SMS inviato da un certo magistrato, a prescindere dall' insulsaggine della cosa, non ci devono essere dubbi sul fatto che ognuno scrive ciò che vuole, al massimo sarà  stata lesa l'intelligenza, ma parlare di denunce mi pare ancora meno intelligente, oltre che incompatibile con la democrazia.







domenica 6 novembre 2005

ITACA


Se per Itaca volgi il tuo viaggio,
fa voti che ti sia lunga la via,
e colma di vicende e conoscenze.
Non temere i Lestrìgoni e i Ciclopi
o Posidone incollerito: mai
troverai tali mostri sulla via
se resta il tuo pensiero alto, e squisita
è l’emozione che ti tocca il cuore
e il corpo. Né Lestrìgoni o Ciclopi
nè Posidone asprigno incontrerai,
se non li rechi dentro, nel tuo cuore,
se non li drizza il cuore innanzi a te.


Fa voti che ti sia lunga la via.
E siano tanti i mattini d’estate
che ti vedano entrare ( e con che gioia
allegra!) in porti sconosciuti prima.
Fa scalo negli empori dei Fenici
per acquistare bella mercanzia,
madrepore e coralli, ebani e ambre,
voluttuosi aromi d’ogni sorta,
quanti più vuoi voluttuosi aromi.
Récati in molte città d’Egitto,
a imparare, imparare dai sapienti.

Itaca tieni sempre nella mente.
La tua sorte ti segna quell’approdo.
Ma non precipitare il tuo viaggio.
Meglio che duri molti anni, che vecchio
tu finalmente attracchi all’isoletta,
ricco di quanto guadagnasti in via,
senza aspettare che ti dia ricchezze,
Itaca t’ha donato il bel viaggio.
Senza di lei non ti mettevi in via.
Nulla ha da darti più.

E se la ritrovi povera, Itaca non t’ha illuso.
reduce così saggio, così esperto,
avrai capito che vuol dire un’Itaca.

C. KAFAVIS

 

SI RIAPRE



Dopo una serie di ripensamenti e tentativi di traslocare altrove riapro il mio blog. Ho aggiunto 2 al vecchio titolo, perché comunque si tratta di una seconda fase che segue ad una sospensione di quasi sei mesi.

L'impostazione sarà un po' diversa, articoli più brevi e di argomento vario, non più solo politica e attualità, anche perchè non ho tempo di aggiornare più di un blog e questo sarà pertanto l'unico.

Saluti a tutti.

martedì 10 maggio 2005

UN BLOG QUASI NUOVO

In fuga da un altro universo, attraverso le barriere dello spazio e del tempo, approdo a nuovi lidi con qualche timore e molte speranze.
Ad un certo punto mi ha dato fastidio essere riconosciuta da tanti, ma non ho avuto il coraggio di cancellare il blog. Così mi sono limitata a cambiare l'url, il titolo, il template e l'indirizzo di posta elettronica. Purtroppo in questo modo non ho potuto cambiare l'account.

Questo è il mio primo post dopo il "trasloco". Saluti a tutti.

martedì 3 maggio 2005

TRASLOCO








Sto traslocando.

Questo è l’ultimo post che scrivo su questo blog, o, per lo meno, su questo blog con questo titolo e questo indirizzo.

Avevo deciso addirittura di cancellarlo senza nemmeno una spiegazione, ma poi ho ritenuto opportuno un ultimo “post”.

Farò sapere ai pochi commentatori abituali mediante messaggio personale dove avrò traslocato.



No, nessun problema con Splinder che mi sembra ancora la piattaforma migliore.

I motivi sono di tipo personale.

Se non ho nessun problema ad esporre le mie opinioni all’”universo mondo”, non mi va che i “vicini” leggano ciò che scrivo. Una buona dose di narcisismo mi ha portato a pubblicizzare il blog tra familiari, amici e conoscenti, ma poi mi sono accorta che ciò limitava la mia libertà, a prescindere dal fatto che mi infastidiscono le critiche, soprattutto se riguardano  l’opportunità o meno di dire o non dire certe cose.

Ho scoperto poi che persone insospettabili, nel senso che non pensavo conoscessero l’esistenza dei blog, sanno che ce l’ho e si sono anche permesse di dire che farei meglio ad occupare il mio tempo in altre più proficue attività. 

Poi cominciavo anche a sentirmi obbligata a coprire ogni avvenimento di un certo rilievo, neanche fosse un lavoro, e mica mi paga nessuno per questo.

Ora per me scrivere è una valvola di sfogo, un piacere, un passatempo, chiamatelo come volete, ma proprio per questo voglio farlo nella più assoluta libertà.

Un altro motivo per traslocare è che voglio cogliere il pretesto per realizzare un unico blog in cui postare di tutto, dall’attualità al “nonsense”, mentre qui ne ho tre, di argomento diverso, cosa oltremodo dispersiva sia per me che per i pochi lettori. Forse manterrò ancora gli altri due per un po’ di tempo, ma non ci scriverò più.

Così ho deciso di fuggire altrove, perché certo senza blog non resto, anche se il blog non è per me la vita come ha detto qualcuno. Forse non lo avrei se svolgessi un c.d. lavoro creativo, ma non è detto, perché vedo che ce l’hanno giornalisti, scrittori, ecc., ma certo lo scriverei lo stesso anche se non fossi “single”. Forse potrei abbandonarlo per due o tre mesi se vivessi una di quelle passioni sconvolgenti alle quali credo meno che agli UFO, agli ectoplasmi o a qualsiasi fenomeno extrasensoriale. Ma, a prescindere da avvenimenti imponderabili e improbabili, credo che continuerò ad avere un blog.

lunedì 25 aprile 2005

Oltre il ponte



Testo di Italo Calvino e musica di Sergio Liberovici




O ragazza dalle guance di pesca


o ragazza dalle guance d'aurora


io spero che a narrarti riesca


la mia vita all'età che tu hai ora.


 


Coprifuoco, la truppa tedesca


la città dominava, siam pronti:


chi non vuole chinare la testa


con noi prenda la strada dei monti.


 


Avevamo vent'anni e oltre il ponte


oltre il ponte ch'è in mano nemica


vedevam l'altra riva, la vita


tutto il bene del mondo oltre il ponte.


 


Tutto il male avevamo di fronte


tutto il bene avevamo nel cuore


a vent'anni la vita è oltre il ponte


oltre il fuoco comincia l'amore.


 


Silenziosa sugli aghi di pino


su spinosi ricci di castagna


una squadra nel buio mattino


discendeva l'oscura montagna.


 


La speranza era nostra compagna


a assaltar caposaldi nemici


conquistandoci l'armi in battaglia


scalzi e laceri eppure felici.


 


Avevamo vent'anni...


 


Non è detto che fossimo santi


l'eroismo non è sovrumano


corri, abbassati, dai corri avanti!


ogni passo che fai non è vano.


 


Vedevamo a portata di mano


oltre il tronco il cespuglio il canneto


l'avvenire di un giorno piu' umano


e più giusto più libero e lieto.


 


Avevamo vent'anni...


 


Ormai tutti han famiglia hanno figli


che non sanno la storia di ieri


io son solo e passeggio fra i tigli


con te cara che allora non c'eri.


 


E vorrei che quei nostri pensieri


quelle nostre speranze di allora


rivivessero in quel che tu speri


o ragazza color dell'aurora.


 


Avevamo vent'anni...


domenica 24 aprile 2005

Il Papa “neocon”



 

A sinistra si fa un gran parlare del conservatorismo del nuovo Papa. E’ stato eletto un Papa “neocon”. Ma come dovrebbe essere un papa? Che forse era progressista Giovanni Paolo II? In realtà è stato Karol Wojtila a nominare nel 1981 Ratzinger, poi divenuto suo amico personale, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (ex Inquisizione), a capo della quale, l’ex vescovo di Monaco si è battuto per schiacciare tutte le dissidenze all’interno della Chiesa Cattolica.


 

 


 

E’ certo che con la sua omelia-programma di lunedì 18 aprile alla messa "pro eligendo Romano pontifice", l'ultima pubblica prima del conclave che lo avrebbe eletto Papa, il futuro Benedetto XVI° si è scagliato contro tutte le correnti ideologiche del secolo scorso, “Marxismo, liberalismo, libertinismo, collettivismo, individualismo radicale, vago misticismo religioso, agnosticismo, sincretismo" e "così via". E se è inimmaginabile un Papa marxista o un papa che inneggi all’amore libero, qui c’è una vera e propria condanna della modernità.


 

  


 

"Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all'altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all'individualismo radicale; dall'ateismo ad un vago misticismo religioso; dall'agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull'inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore”


 

Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare "qua e là da qualsiasi vento di dottrina", appare come l'unico atteggiamento all'altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.”


 

Indovinato in proposito il sintetico post del 19 aprile di Wittengstein:


 

“Se spagliate, fi koricerò”.


 

Ma ci si deve stupire di questo attacco alla modernità? Certo anche la Chiesa ha le sue correnti progressiste, ovviamente minoritarie, ma nel complesso e fin dalle sue origini è sempre stata conservatrice. Basterebbe leggere i c.d. Padri della Chiesa per capire che non c’è grande differenza con la dottrina islamica, almeno per quanto riguarda le libertà individuali, la concezione della donna e il suo ruolo nella comunità ecclesiale.

 


Quello che stupisce è questo “revival” religioso, questo interesse per la Chiesa, per il Papa, questo desiderio di Santi, questo oscurantismo moralista che sembra il “leitmotiv” di inizio secolo.


 


E qui credo che non si possa eludere una riflessione piuttosto negativa sulla società civile che non è in grado di fornire valori, punti di riferimento, principi etici.


 

venerdì 15 aprile 2005

Santo subito! Il trionfo dell’irrazionale nel XXI° secolo


Due milioni di pellegrini a Roma per la morte del Papa. Gente in fila per ore per l’ultimo saluto. Commozione e videofonini lampeggianti. Non ho potuto scrivere niente in quei giorni, troppo presa dagli impegni. Domenica 3 e Lunedì 4 aprile si svolgevano le elezioni regionali ed io ero al lavoro. Avevamo un televisore, come sempre quando ci sono le elezioni. Passavano solo le immagini dei pellegrini a Roma. Non sentivo le parole, perché lo tenevamo basso, di confusione intorno ce n’era già troppa, però le immagini erano eloquenti.


Ripresa un po’ di vita privata assisto ad un “Porta a Porta” dal titolo: “Santo subito”, ove si dice di tutto e di più e si insiste addirittura sul vento che sfoglia le pagine del Vangelo posto sulla bara, come se agisse lo Spirito Santo. E poi ci sono già i testimoni di presunti miracoli. Rimango allibita. Dopo qualche giorno sempre “Porta a Porta” fa un’altra serata sullo stesso argomento. Non ce la faccio. Spengo dopo cinque minuti.



Non so cosa pensare di questo XXI° secolo. Sembra di essere tornati al medioevo, assistiamo al trionfo dell’irrazionale: superstizioni, miracoli, guerre di religione, lotta tra il bene ed il male, un imperatore del mondo, guerrafondaio, con una visione manichea della realtà, masse incredibili che si riuniscono a Roma per la morte di un Pontefice che già definiscono e vogliono santo, superstizione e adunate oceaniche, come alla Mecca, come nella Germania di Hitler, nell’Italia di Mussolini e nella Russia di Stalin.



Diffido sempre più delle masse, anche se ci ho creduto quando ero giovane.  Mi rendo altresì conto che l’etica continua ad essere appannaggio di una piccola elite, mentre le masse corrono, armate di “videofonini” immortalanti il “c’ero anch’io”, al funerale del Papa Santo e, armate di randelli e indegni striscioni nazisti, agli stadi, dove, come nelle arene dell’antica Roma, si consumano riti di sangue.




E se per un Papa defunto, che alcuni nella Chiesa stessa volevano da tempo dimissionario in quanto un po’ rincoglionito, si mobilita tanto popolo, mi domando cosa potrebbe  accadere se una personalità carismatica, ben viva, si affacciasse da qualche balcone.




Passando poi a meriti e demeriti del Pontefice defunto. Non gli si può negare una certa personalità, almeno finché è stato in relativa salute. Ma poi in sostanza cosa ha fatto?


Alcuni gli attribuiscono il crollo del comunismo, ma in realtà il comunismo è crollato in primo luogo perché l’apparato tecnico dell’Unione Sovietica non ha retto il passo con quello degli Stati Uniti, e poi per tanti altri motivi, che non ho tempo qui di elencare, ma tra i quali il Papa polacco ha avuto un significato, a mio parere, di rilievo minimo.


Ha parlato in favore della pace. Questo è vero, ma, a prescindere dal fatto che mi sembra normale per un Papa, e che sarebbe stato deplorevole se avesse invece benedetto le armi,  la sua perorazione non ha contato niente, perché al cristianissimo Bush e al suo “entrourage” delle perorazioni pontificie non importava niente, come a Stalin quando si domandava quante divisioni avesse il Papa.


Ha cercato di avvicinare le diverse e opposte Chiese. Ha chiesto scusa agli ebrei. Anche questo è vero, però si è anche appoggiato alla discutibile Opus Dei e si è schierato contro la teologia della liberazione dell’America Latina, si è affacciato sul balcone di Santiago del Cile insieme a Pinochet, ha canonizzato Stepinac, il cardinale di Zagabria che aveva benedetto le armi degli ustascia, fascisti massacratori dei serbi. Ha assecondato la dissoluzione della Yugoslavia, riconoscendo  le nazioni cattoliche di Slovenia e Croazia, ed è quindi seppur marginalmente responsabile dei massacri che ne sono seguiti.


Ha chiesto scusa a Galileo, dopo 400 anni, ma ha avuto lo stesso comportamento dei suoi antichi predecessori nei confronti della scienza attuale. Si è scagliato, oltre che contro il materialismo comunista, anche contro gli eccessi del capitalismo, ma ha soprattutto condannato  la modernità, la ricerca scientifica, e la libertà sessuale e ha mantenuto una concezione assolutamente arcaica nei confronti del ruolo della donna nella Chiesa. Insomma più o meno le idee di un Imam.

Nonostante ciò, sia in vita che in morte, è stato osannato dalle masse, dai giovani, delle forze politiche tutte, di destra e di sinistra. 

domenica 3 aprile 2005

La morte del Papa e le scommesse sui papabili



Credo solo nella ragione e nella scienza e mi sembra quasi impossibile che ci siano ancora le religioni, anzi che addirittura si sia tornati alle guerre di religione, bastando a mio parere un livello culturale medio per rendersi conto che le religioni non sono altro che costruzioni basate sui miti delle origini, simili tra popoli diversissimi e lontani tra loro e riproposti nell’arco dei secoli e dei millenni con qualche variante.




Nonostante ciò riconosco che il Papa appena deceduto è stato, prima della malattia, nel bene e nel male, a seconda dei punti di vista,  una figura forte.



Milioni di persone hanno invaso i siti internet per avere notizie. Mai tanti occhi sulla fine di un pontefice, con eccessi anche di cattivo gusto come i maxischermi in Piazza San Pietro.


Sicuramente domani le elezioni regionali avranno scarso rilievo sui giornali. 


E quanto ai papabili
“navigando” qua e là, ho trovato un sito dal titolo “Ratzinger Papa”  e un altro, ovviamente inglese, in cui già da parecchie settimane si raccoglievano le scommesse sui papabili .Sulla colonna destra bisogna cliccare su “Scommesse speciali”, “Generali” e, infine, “Papato” .  Quello pagato meno, quindi il più papabile, è Tettamanzi, ma anche Ratzinger è in buona posizione insieme ad un certo Hummes, mai sentito, ma non sono un'esperta della materia.

sabato 26 marzo 2005

Costituzione riformata o stravolta?



Ultimamente sono troppo presa dal lavoro e non ho tempo di seguire cosa accade in Italia e nel mondo e tanto meno di aggiornare questo blog.


 

So che il 23 marzo il Senato ha approvato una riforma costituzionale che il centro-sinistra ritiene devastante.



Da quanto ho letto sui giornali, la riforma attribuisce poteri amplissimi al presidente del consiglio che potrà sciogliere le camere e sarà in grado di esigere l’approvazione in blocco di una legge da lui proposta, abbinandola alla questione di fiducia che, se negata, condannerebbe la Camera all’automatico scioglimento anticipato.


 

Nel campo delle autonomie il nuovo testo assegna la competenza legislativa esclusiva alle Regioni in settori decisivi quali la scuola, la sanità, l’assistenza (con la disarticolazione della scuola pubblica e del servizio sanitario nazionale).


 

In sintesi il massimo del centralismo autoritario ed il massimo della destrutturazione dello stato unitario.


 

Grande bagarre in Parlamento con sfoggio o spreco di bandiere tricolori da entrambe le parti.


 

Andreotti (ma Andreotti, oltre che in odore di mafia, è anche di sinistra?) ricorda che il 23 marzo era la festa del “fascio” e Carla Voltolina, vedova dell’ex-presidente della Repubblica, Pertini, parla di “leggi fascistissime”. 


 

 Avevo scaricato il disegno di legge, ma non ho mai avuto tempo di leggerlo, così non sono in grado di giudicare quanto questa riforma sia veramente pericolosa per la democrazia.


 

E’ certo che l’opinione pubblica né è rimasta quasi completamente all’oscuro, non ne hanno parlato molto i giornali, almeno fino agli ultimi giorni, né mi risulta che  l’argomento sia stato oggetto di dibattito in uno dei tanti “talk show”, come “Porta a Porta”, ove si è trovato il tempo di parlare anche della Leccisi, per non dire del comportamento relativamente inerte del centro-sinistra che solo ora grida allo stravolgimento della Costituzione.  Mi sembra peraltro che l’idea del “premierato” sia stata abbracciata in passato anche da qualche autorevole esponente del centrosinistra e quindi mi domando se ora si avversi la riforma in sé o per il fatto che al momento il Presidente si chiama Berlusconi.  Quanto al federalismo, già il centro sinistra, al termine della passata Legislatura, modificò il Titolo V della Costituzione.


 

Ad ogni modo sono state scongiurate le dimissioni di Calderoli!


 

 

martedì 15 marzo 2005

Prove di democrazia nel mondo arabo



 Nasce la democrazia nel mondo arabo?


 

 


In Egitto lo stesso presidente in carica Mubarak promuove elezioni presidenziali multi-partitiche.


 

 


A Beirut, ad un mese dall’assassinio dell’ex premier Rafik Hariri, ucciso il 14 febbraio scorso da un’autobomba, oltre un milione e mezzo di persone sono scese in piazza per manifestare contro l'occupazione militare siriana e chiedere la verità sull’omicidio di Hariri, dietro il quale si sospetta ci sia proprio la Siria.  


 


Il vecchio ordine mediorientale basato sulle dittature non tiene più, però non c’è nessuna garanzia che si passi dai vecchi regimi a delle democrazie filo – occidentali. Potrebbe anche andare male. E in questo caso i nostri dirimpettai mediterranei potrebbero diventare di qui a qualche anno nazioni devastate da conflitti etnici e/o teocrazie governate da mullah fanatici e ignoranti, e il rischio di terrorismo non diminuirebbe certamente.


 

 


 

lunedì 14 marzo 2005

Elezioni regionali – La guerra delle firme false



Il caso dei falsi autografi a sostegno delle liste di Alternativa Sociale, finisce in tribunale. Indagano le procure in Lombardia, Liguria e Toscana.  E la nipote del duce, dopo l’esclusione dalle regionali nel Lazio, promette di fare a pezzi Storace e intanto fa lo sciopero della fame. Buona idea per la linea, tutto sommato, prima dell’estate.



Certo che anche a Pistoia quelli di Alleanza Nazionale erano molto preoccupati che la lista riuscisse a presentarsi alle elezioni.

domenica 6 marzo 2005

La liberazione di Giuliana Sgrena e l’uccisione dell’agente del Sismi Nicola Calipari




Della Sgrena che ringrazia i suoi rapitori non mi importa niente. Voglio solo dire che un conto è comprendere le ragioni di chi lotta contro la presenza di truppe straniere (ma che senso ha poi rapire i giornalisti?), un altro uscirsene con dichiarazioni di questo tipo.

 

Mi dispiace invece per l’uccisione dell’agente del Sismi, Nicola Calipari,  morto a causa del cosiddetto fuoco amico (americano). L’auto con a bordo la giornalista del Manifesto, Nicola Calipari, capo della seconda divisione Ricerca estera del Sismi, e altri due agenti dei servizi italiani, stava viaggiando in direzione dell’aeroporto internazionale di Camp Victory, dove li stava attendendo un aereo per il rimpatrio, quando a poche centinaia di metri dall’aeroporto scoppia il finimondo. Gli americani esplodono 300 colpi, uccidono Calipari, mentre la Sgrena ed un altro agente del Sismi restano feriti.


 

Come è potuta accadere una cosa del genere? Fatalità? Forse un difetto di comunicazione tra i servizi americani e quelli italiani, anche se mi pare molto strano che nessuno si sia premurato di avvertire.


 


Naturalmente non si saprà mai niente. Basti ricordare cosa è accaduto per la tragedia del Cermis del febbraio del 1998 quando un aereo dei marines USA di base ad Aviano, che volava troppo basso, tranciò un cavo della funivia uccidendo 20 persone. L’anno successivo la Corte marziale americana (perché ovviamente i militari delle basi americane non sono soggetti alla giurisdizione della magistratura italiana) condannò il capitano dei marines, Richard Ashby, accusato dell' accaduto, a sei mesi di reclusione e all'espulsione dai marines senza la pensione. Fu infatti assolto dalle accuse di omicidio, ma condannato per aver sottratto e cospirato per distruggere un video che, girato per divertimento poco prima dell'impatto con la funivia, avrebbe potuto rivelare cosa accadde durante il tragico volo.


 

E se ciò è potuto accadere in relazione a fatti accaduti in un paese amico ed in tempo di pace, figurarsi cosa ci si può aspettare per quest’ultimo episodio.

venerdì 4 marzo 2005

Pistoia sotto la neve

 



 

Piazza del Duomo - Palazzo Comunale

domenica 27 febbraio 2005

Cercate di non morire nei prossimi 20 anni



Interessante notizia su “The Instablog”:


“Secondo lo scienziato Ray Kurzweil basteranno appena altri 20 anni perché la nanotecnologia permetta di rendere l'uomo virtualmente immortale. NanoRobot specializzati ripareranno le nostre cellule ed i nostri tessuti, perfino il DNA potrà essere periodicamente sostituito con versioni migliori scaricate da Internet[?!].”


L'articolo non dice però se si riuscirà anche a ringiovanire. E vivere per sempre da vecchi non mi sembra molto carino.

E il sovrappopolamento? Si riuscirà a "terraformare" Marte e a spedirci un po' del "surplus" di popolazione? 

giovedì 24 febbraio 2005

Blogosfera



Ho trovato questo post di Brodo Primordiale  che si dichiara "sempre più incredulo nel constatare che ci sono veramente tante, ma tante persone che non hanno un cazzo da fare durante la giornata". Come potrebbero infatti, si domanda l’autore del post, tutti questi blogger e coloro che li leggono, guardano, ascoltano,   star dietro alle continue invenzioni in materia, quali Podcasting, videoblog, adesso screencasting con tag o senza, con query o senza (a proposito che roba è?).



Ho anche scoperto un blog che, già dal nome dell'autore - Mariano Grifeo Cardona di Canicaro -, promette di essere divertente. Il fatto che sia scritto in dialetto siciliano rende un po' più difficile la lettura a chi non abita in Trinacria, però è piacevole. Ci si trovano annotazioni di argomento vario, dalla vita quotidiana all'attualità, tutte svolte con piglio brioso. L'autore dice di essere anziano e di non capirci nulla nei computer, ma di dettare i suoi post ai parenti, alla ex-segretaria che ogni tanto lo viene ancora a trovare, e insomma a chi capita. Lui parla e loro scrivono. Chissà.

domenica 20 febbraio 2005

La lingua italiana e l’Europa



 La notizia pubblicata dal Corriere della Sera che la lingua italiana è stata cancellata da tutte le conferenze stampa (salvo quelle del mercoledì) tenute dai commissari dell’Unione Europea, riveste una notevolissima importanza politica, in quanto significa che il nostro Paese non sarà tra le nazioni guida dell’Unione ma occuperà un posto di seconda fila.Risulta infatti difficile credere che un Paese la cui lingua è considerata poco importante possa poi ricoprire un ruolo politico primario. Quindi da iniziatori della costruzione europea ne siamo diventati dei semplici comprimari.



Le lingue “stabili” dell’Unione sono francese, inglese e tedesco, non tanto per la loro diffusione nel mondo, che potrebbe valere per inglese e francese, ma non certo per il tedesco,  quanto per il ruolo dei paesi in cui sono parlate.



Così questa Europa sembra sempre più destinata a diventare non un soggetto sopranazionale quanto piuttosto una struttura plurinazionale sottoposta alla leadership di un ristrettissimo gruppo di Stati nazionali, che sono Francia, Germania e Gran Bretagna.



Le cause sono da individuare nella politica miope dei nostri governi, presenti e passati, il cui peso in politica estera è ed è sempre stato marginale e che non si preoccupano nemmeno di sostenere la nostra cultura nel mondo.

lunedì 14 febbraio 2005

I risultati delle elezioni irachene

 

Ma qualcuno se le ricorda le elezioni in Iraq?

Dopo i titoloni sulle prime pagine dei giornali e nei servizi televisivi sulla percentuale dei votanti (inizialmente del 72% degli aventi diritto, poi ridimensionata al 60%) e sulla vittoria della democrazia, solo qualche trafiletto in quarta o quinta pagina, in cui l’afflusso sembrava essere calato sotto il 50%, pur sempre un successo, anche se è legittimo qualche dubbio sul come siano stati individuati gli aventi diritto. Quanto ai risultati si dava per vincente l’alleanza sciita appoggiata dall’ayatollah Ali Al Sistani, presunto moderato, che però nei giorni scorsi si è espresso in favore dell’introduzione della Sharia (legge coranica).



Finalmente i risultati definitivi che confermano la vittoria, anche se in misura inferiore al previsto, dell’alleanza,che, con il 47,6% dei voti, si è aggiudicata 132 seggi su 275 e quindi non ha la maggioranza assoluta, segue la coalizione curda con il 25,7%, e poi quella dell’attuale premier ad interim Iyad Allawi, sostenuto dagli Stati uniti, con solo il 18,3%. L’affluenza ufficiale alle urne è stata del 58% degli aventi diritto, in tutto 8.456.266 elettori, ma nelle province a maggioranza sunnita si sono avute percentuali che vanno dal 2% al 29% .

Un blog giornale

 

Ho appena scoperto un blog giornale dal titolo “The Instablog”, che si occupa di politica, informatica, musica e varia umanità, impaginato come un quotidiano, con le ultime notizie da tutto il mondo, rubriche varie, commenti, approfondimenti, vignette e persino il cruciverba. Piuttosto carino, anche se un po’ di destra, mi pare.


 

Vi si trova anche una lista dei locali pubblici attrezzati con apposite sale riservate ai fumatori, suddivisa per regioni e città.


 

In Toscana per ora ne ha censiti 6, 3 a Firenze e 3 a Pistoia, di questi ultimi, due sono in provincia, mentre quello in città è un non meglio identificato “Da Piero". Dovrò informarmi.


 

A proposito di sale per fumatori, l’altra sera all’esterno di un locale della provincia di Pistoia ho notato un capannello di persone intorno ad una stufa, sistema piuttosto economico, direi, di attrezzare una sala per fumatori. 


 

 

Elezioni regionali e primarie



Fino al 4 aprile la sera sarò strafatta (di lavoro), perché tra le mie competenze c’è anche la gestione del procedimento elettorale, e domenica 20 febbraio, in Toscana, si svolgono le primarie per la selezione dei candidati alle elezioni regionali. Caso unico, finora, la legge regionale che le disciplina ha stabilito che fossero gestite dai Comuni, anziché come sembrerebbe logico, dai partiti (ma vi sembra corretto che queste elezioni – peraltro una farsa - debbano essere a carico del contribuente?). Tutto ciò mentre è già stato avviato il procedimento per la preparazione delle Elezioni Regionali del 3 e 4 aprile.  Penso proprio che per un po' di tempo questo blog assumerà un tono più leggero e forse anche un po' trasandato (magari con post più brevi?!).

martedì 8 febbraio 2005

Blogmania



Mi sono imbattuta in questo esilarante post  di “SiFossiFoco” sui blog che, partendo dal fatto che questi ultimi avrebbero rivoluzionato anche il nostro modo di vivere la casa, arriva a scomodare il ritorno del “dionisismo” nella cultura contemporanea, e tutto ciò in uno spassosissimo vernacolo toscano.



Certo anche per me qualcosa è cambiato, non tanto nella casa, perché da sempre vivo soprattutto nella stanza dove leggo, ascolto musica, e soprattutto sto al computer e ora “bloggo”.  Però non vado più in palestra e leggo meno (libri e giornali), mentre sono quasi spinta da disturbo ossessivo compulsivo che mi costringe, non dico a leggere, ma almeno a scorrere i blog altrui, magari “linkandone” (orrido inglesismo) alcuni e/o inserendone altri tra i preferiti che mi propongo di rivisitare in un secondo momento anche se poi non lo farò, come accadeva (e accade tuttora) con i ritagli dai giornali degli articoli più interessanti che non avevo avuto (e non ho) tempo di leggere e mai ne avrò. E se ho sempre odiato fare da mangiare e qualsiasi altra cosa pratica, ora è sempre più frequente che lasci bruciare qualcosa sul fuoco, perché ho da “postare”.


 


Dionisismo, chissà, certo narcisismo. In un articolo su “La Repubblica delle Donne” (edizione dell’8 gennaio) si parlava del blog come della “punta emergente di un fenomeno che spinge tutti a parlare di sé e a raccontarsi per decifrare il mondo” . Il popolo dell’io non avrebbe più confini e il blog sarebbe una delle sue massime espressioni. Riedizione narcisistica del diario adolescenziale, questa volta esibito su internet? Anche, ma non solo.


Pensate che ogni 5 secondi in rete nasce un blog.


 

Ma ci sono anche quelli che chiudono. Non mancano infatti i blogger pentiti. Quelli che abbandonano confessandosi in pubblico come Percival (Arrivai al mondo del blog. Si era agli inizi. Dapprima fu per gioco, solo per passare il tempo. Ma il gioco prese il sopravvento e quello che doveva soltanto essere un diversivo, divenne quasi una ragione di vita. Mi ero rifugiato nel virtuale per scappare da una realtà, che avvertivo ostile. Invece di affrontarla, andavo costruendo una meravigliosa bolla di sapone).


 

E quelli come Militante che si prendono una pausa di riflessione, ma ci ripensano subito e continuano.





Intanto è uscito persino il calendario delle bloggers che si può scaricare qui.





C’è poi chi ha avuto l’idea di pubblicare on line, con cadenza periodica, un’antologia del blog italiano, una libera selezione dei post italiani pubblicati sulla rete, il meglio del blog secondo l’ideatore. Si chiama "Bardablò" e il primo numero, quello di gennaio, si può leggere e scaricare qui,  ma ha un limite, la pagina in formato PDF non si riesce a stampare, almeno in formato A/4, e anche la lettura non è delle più agevoli.


 

Ed è appena nata una rivista letteraria on line, “Sacripante”, che si propone di pubblicare i racconti dei blogger che però devono essere  inediti (ossia mai postati sui blog), proprio quando ne avevo appena scritto uno (cosa mai fatta finora) ovviamente publicandolo su uno dei miei blog


 

Non sono mancati poi incontri e raduni di blogger. E poi ci sono le varie vetrine,classifiche e directory di blog. E sicuramente qualcuno ci starà anche facendo la tesi.


 

Quanto ai libri che parlano di blog, ne sono già usciti diversi. Da "Diario di una blogger" di Francesca Mazzucato, del marzo 2003,  al recentissimo “La notte dei blogger”, racconti scritti di notte da 18 blogger italiani tra i più conosciuti, ove i blog c’entrano solo perché gli autori sono appunto dei “blogger”, ma tra il primo e l’ultimo nell’ordine, ne sono usciti diversi altri, alcuni come studio del fenomeno “blog”, della sua storia, dell’impatto con il mondo della cultura on line,  altri come raccolta di post e commenti, come racconto della propria esperienza in rete, altri ancora come manuale di istruzioni sul nuovo strumento.


 

Qualche blogger ha già tentato di studiare il fenomeno dall’interno chiedendo ai “colleghi” perché e come hanno iniziato. E sarebbe interessante fare un censimento anche per età, genere, livello culturale, professione, interessi, tipologia di blog, ecc. 


 

Cosa rimarrà di tutto questo?


 

Sarà possibile in futuro analizzare attraverso i blog gli avvenimenti mondiali (pensate ad esempio alla guerra in Iraq e allo tsunami nel sud-est asiatico, a come sono stati visti e raccontati), ma anche le mode, le tendenze, i gusti, gli interessi, i sentimenti ed i modi di renderli, insomma l’analisi dei blog fornirà lo spaccato di un’epoca?


 

Certo che sui blog si trova di tutto. C’è chi racconta la propria giornata, le proprie paturnie, chi semplicemente “cazzeggia”, chi parla dei propri hobby e interessi, dalla cucina, ai gatti (i gattofili, e mi fa piacere, sono molti, non ho fatto caso se siano altrettanti i cinofili), chi racconta la propria lotta per perdere peso o per smettere di fumare, o chissà che altro, chi riporta curiosità da tutto il mondo, chi posta i propri parti letterari, dalle poesie ai racconti, chi le proprie foto, chi le proprie riflessioni sui massimi sistemi, su libri e film, sulla musica preferita, chi parla di misteri e di UFO, chi commenta i principali avvenimenti mondiali, chi si sfoga conto i capoufficio e le miserie della vita in azienda. E a proposito di questi ultimi apprendo, sempre da “La Repubblica delle Donne” (edizione del 5 febbraio), come “Il diario di Max” (sottotitolo, “ma vie – de merde – sur grande ecran”)  ovvero le giornate di un tizio sepolto in uno dei tanti uffici delle torri della Défense, l’avveniristico quartiere degli impiegati a Ovest di Parigi, sia stato il blog più “clicccato” in Francia, con trentamila contatti al giorno. In linguaggio pittoresco, ma letterariamente raffinato, si lanciava contro colleghi idioti, autocrati stupidi e arroganti, arrivisti vari. Uno dei post più divertenti è di lunedì 30 agosto 2004 al rientro in ufficio dopo le ferie estive. Il post si intitola “Buongiorno stronzi” ed è tutto un programma. L’epilogo inatteso poco prima di Natale quando la vecchia scimmia, ovvero il capo,  convoca Max e lo promuove dirigente (come neutralizzare una mina vagante!). E il blog chiude, ma si può ancora leggere qui.

sabato 5 febbraio 2005

Surreale?



"Cari amici, care compagne, cari compagni…", così il cattolico, ex (?) democristiano, Prodi esordisce sul palco del Congresso dei DS e Berlusconi nella due giorni allestita in contemporanea, e molto criticata perché mai era successo che, durante il congresso di un partito, il leader avversario convocasse un’assise dei suoi, parla di "via Prodiana al Comunismo".


Non sembra un po’ surreale tutto questo?   

martedì 1 febbraio 2005

L’Iraq verso la democrazia ?



 

Gli iracheni non hanno avuto paura. Il 60% degli aventi diritto, 8 milioni di iracheni, sarebbero andati alle urne. I giornali di tutto il mondo elogiano la forza e il coraggio di un popolo che ha sconfitto i kamikaze di Al Zarkawi, che rifiuta l’oscurantismo di Al Qaeda e che vuole incamminarsi sulla strada della democrazia.


 

Qua e là qualcuno insinua qualche dubbio, come questo articolo di “Reporter Associati”. Devo dire che non si tratta di un bell’articolo, anche nel senso dello stile (ma d’altra parte cosa aspettarsi da chi, per rimandare all’inizio della pagina, scrive “go to top”?).


 

Tuttavia anche se non mi sembra possibile che tutti, comprese le agenzie di stampa e tutti gli organi di informazione, ci prendano in giro, che siano tutti al soldo di Bush, non nego che qualche perplessità ce l’ho anch’io, sia sulla percentuale dei votanti, sia sul fatto che si siano svolte veramente libere elezioni in un paese occupato.


 

Non erano ancora chiuse le operazioni di voto che già si diffondeva la notizia di una percentuale di affluenza alle urne del 72%, poi ridimensionata al 60%.

 

Anche nei paesi occidentali, di consolidata democrazia e in situazioni assolutamente tranquille,  sarebbe difficile in 10 ore di votazione (in Iraq si è votato dalle 7.00 alle 17.00) raggiungere il 60%, figurarsi il 72%, ma in un paese militarmente occupato, sotto minaccia di attacchi terroristici ai seggi, questi ultimi peraltro pochi e da raggiungere a piedi,  perché, per motivi di sicurezza, la circolazione era stata vietata in tutte le zone circostanti, e dopo 50 anni che non si votava, mi sarei aspettata non solo una minore affluenza, ma anche che ci volesse un po’ più di tempo per fornire qualsiasi informazione.


 

Le previsioni della vigilia fornite dagli organi di informazione erano piuttosto negative. Qualche giorno fa lo stesso presidente iracheno Al Yawar aveva messo  le mani avanti annunciando che molti non si sarebbero recati alle urne, anche se aveva rapidamente ritrattato, forse dopo una reprimenda degli americani.


 

Quanto agli osservatori internazionali, il portavoce della ACIE (Alto Commissariato Indipendente per l'Elezioni) Adil Al Lami, ha fatto sapere che erano complessivamente  in numero di 199 e che, per ovvie regioni di sicurezza, sono stati dislocati nelle zone più sicure, particolarmente nel Kurdistan. E guarda caso anche molte delle foto pubblicate dai giornali riguardano seggi del Kurdistan.


 

Se a ciò si aggiunge che Bush non avrebbe potuto permettersi una sconfitta, mi sembra più che legittimo qualche dubbio.

 

Magdi Allam, sul Corriere della Sera del 31 gennaio, sostiene che “le prime elezioni libere nella storia dell'Iraq e del mondo arabo non sono piaciute affatto ad al Zarqawi, Saddam, Assad e al Jazeera. Sono piaciute poco a Erdogan, re Fahd, Khamenei”, ma sono anche “ risultate indigeste agli europei ossessionati dall'antiamericanismo e agli americani che mal sopportano Bush”.


Io penso che se effettivamente il 60% degli iracheni ha espresso la propria volontà di “autodeterminarsi”, non si possa che esternare ammirazione per un popolo che in condizioni così difficili ha dimostrato di essere forte e maturo, e questo anche se non ci piace Bush e ci dispiace un po’ che sia contento.


Credo che a molti di noi europei, senza essere ossessionati da nessun antiamericanismo (che è solo nelle menti dei filoamericani viscerali), non piaccia l’America “teocon” di Bush, mentre ci rendiamo conto altresì che gli interessi dell’America (anche economici) non sono precisamente i nostri interessi.


 

Inoltre anche se dalla guerra di Bush dovesse derivare un Iraq democratico, cosa che è ancora tutta da dimostrare, non per questo ci ricrediamo sulla sua politica e sulla sua visione manichea della storia. Non ci piacciono gli imperi, del bene o del male che siano, e crediamo nell'autodeterminazione dei popoli e nella sovranità nazionale.    


 

Infine, a prescindere da chi abbia vinto le elezioni, ma sicuramente sarà un testa a testa tra Allawi e gli Sciti (addirittura sembra che  Mokta Al Sadr's abbia votato per Allawi!?), se il popolo iracheno ha dimostrato di essere maturo per la democrazia, si dovrebbe poter cominciare a parlare di ritiro delle truppe americane e della coalizione, eventualmente sostituite da forze internazionali sotto mandato ONU, per il periodo necessario a ricostituire un esercito e una polizia iracheni autosufficienti. Ma è molto probabile che il nuovo governo, liberamente eletto, chiederà loro di restare.


 

domenica 30 gennaio 2005

L’Iraq al voto



Conclusa la giornata elettorale in Iraq. I seggi sono stati chiusi alle 17 (le 15 in Italia), ma in certi casi c'erano ancora persone in fila. Alta affluenza nelle zone sciite e curde, seggi deserti nelle aree sunnite e nemmeno aperti per questioni di sicurezza nel “triangolo della morte” a sud della capitale. Ma la commissione elettorale nazionale annuncia che l’affluenza è stata del  60 per cento degli aventi diritto (otto milioni).


Gli iracheni  sarebbero andati a votare nonostante le bombe e le pessimistiche previsioni della vigilia. Quasi trenta esplosioni hanno scosso a ripetizione Bagdad, almeno nove provocate da attentatori suicidi che avevano cinture esplosive nei pressi di seggi elettorali o tra la gente in attesa di votare. Circa trenta le vittime degli attentati.


 

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha detto che il voto in Iraq è “un primo passo” verso la democrazia. Gli iracheni “sanno che stanno votando per il loro futuro e che con questo voto prenderanno il controllo del loro destino. Noi dobbiamo incoraggiarli”. La promozione del voto iracheno è giunta anche dal rappresentante del segretario generale a Bagdad, Ashraf Qazi. Il diplomatico ha parlato di elezioni “trasparenti e libere” e si è detto confortato dall'alta affluenza alle urne.


 

Soddisfazione è stata espressa anche dal segretario di stato Condoleezza Rice. “Le elezioni in Iraq stanno andando meglio del previsto”, è scritto in una nota diramata dal dipartimento di Stato americano. Una volta chiusi ufficialmente i seggi, è arrivata anche la dichiarazione di George W. Bush: “E' un grande giorno per la democrazia”, ha detto il presidente.


 

 

 

Ma si possono davvero definire trasparenti e libere queste elezioni avvenute in un contesto in cui si fronteggiano un esercito di occupazione e la guerriglia?


Non è stato possibile svolgere una regolare campagna elettorale, persino attaccare manifesti era rischioso, gli elettori sono andati a votare sotto minaccia, quelli che hanno potuto, perché in alcune zone del paese non si sono aperti i seggi. Sembra quasi impossibile che tanti non abbiano avuto paura, sempre che le dichiarazioni della commissione elettorale rispondono a verità.


 

In questo articolo dell’ “Observer International” si parla di elezioni senza precedenti, per le quali non reggerebbe nemmeno il confronto con quelle tenutesi nella Repubblica di Weimar in mezzo agli scontri tra nazisti e comunisti.

venerdì 28 gennaio 2005

Guerriglieri o terroristi?



Non sono in grado di giudicare la sentenza con la quale il giudice Clementina Forleo ha mandato assolti alcuni islamici imputati in un processo per associazione con finalità di terrorismo internazionale, perché non l’ho letta. Presumo che nemmeno Fini, Borghezio, e compagnia, l’abbiano letta.


 

Se avessi la certezza che gli imputati del processo di Milano reclutavano kamikaze per compiere attentati terroristici in Iraq o in qualsiasi altro paese riterrei la sentenza aberrante. Ma per giudicare dovrei essere certa dell’esistenza o meno di prove decisive che vadano in un’unica direzione, certezza che potrei raggiungere forse solo a seguito di una lettura attenta della sentenza e degli atti del processo. Questo parlando razionalmente, perché di fronte a certi giudizi di certi personaggi mi viene voglia di stare dalla parte opposta senza troppi distinguo. Della serie, se loro dicono questo, allora la sentenza è giusta, e magari invece non lo è. 


 

Poi sui fondamentalisti islamici la penso più o meno come la Fallaci (ma penso tutto il male possibile anche dei fondamentalisti cristiani, dei TEOCON, dell’Opus Dei, di tutte le associazioni di ipocriti bacchettoni, ecc.), ma sono altresì convinta che, nonostante tutto, almeno che non si voglia introdurre nel nostro paese aberrazioni come il “patrioct act”, approvato negli Stati Uniti all’indomani dell’11 settembre, non si possa, non si debba, rinunciare mai  al garantismo e ai principi dello stato democratico. 


 

Ritengo anche che in certe situazioni sia molto difficile distinguere tra azione bellica e azione terroristica. Infatti un attentato compiuto contro obiettivi militari, che coinvolga solo militari, (anche se mi dispiace quando vengono coinvolti militari italiani che, magari in buona fede, credono di partecipare ad una missione di pace, che probabilmente di pace ha solo gli equipaggiamenti), è un’azione di guerriglia e in un paese occupato la resistenza è legittima.



Del resto la Convenzione ONU sul terrorismo del 1999 dice che “Le attività violente o di guerriglia nell’ambito dei contesti bellici… non possono essere perseguite a meno che non vengano violate le norme del diritto internazionale umanitario.”



Sono invece senza alcun dubbio atti terroristici quelli che colpiscono solo la popolazione civile del paese occupato e/o i civili stranieri in quel paese o in altri, allo scopo appunto di incutere terrore.


 

Tuttavia come si deve considerare la stessa azione diretta contro obiettivi militari che finisca per coinvolgere anche la popolazione civile? Terrorismo o “danno collaterale”?

SESSANTANNI DOPO AUSCHWITZ



A noi tedeschi si addice il silenzio davanti a questo massimo crimine contro l’umanità.Vorremmo riuscire a comprendere questa realtà inconcepibile, che travalica ogni immaginazione umana. E inutilmente cerchiamo le risposte ultime.

 

(Dal discorso del Cancelliere della Repubblica federale tedesca Gerhard Schroeder in occasione del 60° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz)


Ma possiamo credere alla sincerità di un Fini che torna a stigmatizzare ogni cedimento sul tema delle responsabilità del fascismo verso la Shoah come ha fatto ieri sera intervistato dal TG2?


 

Nella stessa intervista il Ministro degli Esteri Fini ha anche citato Gobetti insieme a Gramsci e ad una serie di altri esponenti della cultura dell’epoca, da Palazzeschi a Marinetti a Gentile per dire che in fondo erano tutti accomunati dall’italianità! Qui certo la profondità del pensiero raggiunge livelli sublimi. 

giovedì 27 gennaio 2005

GENTE DA EVITARE



Da un commento al mio precedente post ho scoperto che cercando su “google” “gente da evitare” si trova il sito del Moige, movimento italiano genitori (bacchettoni, bigotti e baciapile).



Ma come accade? Si tratta di un “ Googlebombing”. Forse qualcuno si ricorderà di "miserabile fallimento" o ""miserable failure"  che conducevano alla biografia di George W. Bush e poi a quella di Silvio Berlusconi. Per chi fosse interessato a sapere cos’è un “ Googlebombing” ecco la spiegazione che ne dà Wikipedia.


 


Ritornando al MOIGE, poiché diversi blog ne stanno parlando, presumo che in questi giorni gli accesi al sito siano notevolmente aumentati, ma è proprio da evitare.



 

Vi si trova anche un corso di educazione sessuale arrivato alla 35° lezione dal quale ho tratto le seguenti perle:



Dei rapporti al di fuori del matrimonio


 


 

“Il rapporto sessuale fra due persone non sposate ha in sé qualcosa di ingiusto o di non veritiero, dato che esse non si appartengono ancora pienamente al punto da donare e ricevere ciò che hanno di più intimo. Cosa che invece viene legittimata proprio dal matrimonio.”



Della contracezione


“Un atto d’amore vissuto con la contraccezione è un atto chiuso in sé stesso, ristretto entro i limiti di una visione resa angusta dal timore di una donazione totale, generosa, senza riserve. Mantiene sì il suo valore unitivo, ma si tratta pur sempre di un’unione parziale, soffocata, monca. E ciò che le manca può venire rimpiazzato da una maggiore focalizzazione sulla sua componente edonistica, tanto da arrivare spesso a fare del piacere – di per sé legittimo e buono – il fine esclusivo dell’atto stesso, stravolgendo così quello che doveva essere invece il suo ordine intrinseco (v. 16° lez. Uso ordinato della sessualità), e ad incentivare l’egoismo di coppia.”



Degli uomini e delle donne


 “Infatti, senza voler incasellare rigidamente nessuno, è però ben evidente che ci sono caratteristiche più squisitamente maschili e altre più femminili. Ad esempio, l’uomo è più realista e immediato, va all’essenziale (lineare!..), più intraprendente e propositivo, fatto per “andare verso” (anche fisicamente, nel rapporto sessuale); vive meglio la fortezza come affermazione del positivo ed ha un tipo di intelligenza più razionale, nel senso che, se vede un problema, fa piccoli passi logici in rigorosa successione nella direzione del problema, finché arriva alla soluzione.
La donna, viceversa, è più sensibile e fantasiosa (curvilinea!..), attenta al dettaglio, più paziente, fatta per l’”accoglienza” (anche fisicamente…); vive meglio la fortezza come resistenza al negativo ed ha un tipo di intelligenza prevalentemente intuitivo, nel senso che, con uno sguardo d’insieme, abbraccia il problema e perviene di getto alla soluzione, magari senza avere la minima idea di come ci è arrivata.”


 


Dunque, EVITATELO! 

mercoledì 26 gennaio 2005

Si può dire, ma una sola volta

Documento americano sulle parolacce in TV



La Federal Communications Commission, l’autorità governativa americana che sorveglia le radio e le telecomunicazioni, in risposta alle 36 denunce di una sdegnata associazione di genitori a causa delle parolacce in televisione, ha informato le reti TV che è ammissibile usare, purché una sola volta e in modo rapido, le seguenti parole: “cazzo, testa di cazzo, coglione, sedere, culo, vagina, pene, testicoli, sacco dei marroni, bastardo (anche grasso bastardo), figlio di puttana, merda, piscia, vai a farti fottere e che Dio ti stramaledica".


Tutto questo compare nel dispositivo numero 04-279, datato 8 dicembre, ove sembra che il greve burocratese  legalistico  associato alla presenza di sconcezze e parolacce renda il tutto particolarmente ridicolo.

martedì 25 gennaio 2005

La biblioteca del mondo




 


Costruire la biblioteca del mondo, cioè catalogare e mettere a disposizione di tutti, ovunque, ogni libro pubblicato dal 1455, l’anno in cui Johann Gutenberg si cimentò con la Bibbia. Si tratta di investire miliardi, intelligenze, forze, per salvare l’intera memoria dell’umanità contenuta in tutti i libri del mondo.




Questo il bellissimo progetto di Google, la società fondata solo 7 anni fa da uno studente americano e da un immigrato russo per rendere più facile l’esplorazione di quel caos primordiale chiamato Internet, e che, andata in borsa nell’autunno 2004, ha raggiunto un valore di capitale circolante superiore alla General Motors e la Ford messe insieme.




L’idea di riversare nei server i libri, non è nuova. Lo fanno già grandi biblioteche universitarie, come la British Library, aziende commerciali come la libreria on line di Amazon.com che permette la consultazione via computer di estratti dei libri che vende, l’Associazione italiana Liber Liber, ma è nella scala del progetto, in quella presunzione di assoluto contenuta nella promessa di portare ogni libro mai stampato a portata di qualsiasi computer con un collegamento alla rete, che sta la novità di un progetto ambiziosissimo e secondo alcuni impossibile da realizzare. Ma Marissa Mayer, uno dei capi del progetto, lo paragona al progetto Luna, quello che John Kennedy propose nel 1961, senza avere i mezzi, i soldi, la tecnologia per realizzarlo e che otto anni dopo divenne realtà.


Spero che il progetto vada a buon fine anche se forse ci vorranno decenni. Sarebbe ottimo poter accedere a qualsiasi testo, anche quelli rari e/o fuori commercio, però poi c’è il problema della stampa. Io non riesco a leggere a lungo dal video. Su Internet scorro tante pagine, ma un libro devo leggerlo in posizione comoda. E poi anche se è possibile inserire dei segnalibro e prendere appunti, non è come farlo sulla carta. Ho provato a scaricare degli e-book, ma poi devo stamparli e per stampare tante pagine ci vogliono le stampanti veloci da ufficio e non le piccole stampanti che per sputare un foglio ci mettono un minuto. E come si fa a mettersi in casa tali oggetti che, a prescindere dal costo, sono anche un po’ ingombranti? Sembrava che sarebbero entrati in commercio i lettori di e-book, di formato piccolo, da poter tenere in mano, ma non ne ho più sentito parlare.     

venerdì 21 gennaio 2005

Il secondo mandato di Bush



Dalla terrazza del Campidoglio, tra canzoni patriottiche e sventolii di bandiere, durante la cerimonia di giuramento per il suo secondo mandato, George Bush ha rivolto ai popoli oppressi, agli alleati e ai cittadini americani "la sfida della libertà" il cui obiettivo è quello di porre fine a tutte le tirannie "anche negli angoli più oscuri della terra". In un aggressivo discorso di 16 minuti, in cui si è appellato spesso a Dio (5 volte per l’esattezza) e ha pronunciato la parola libertà per 42 volte, il presidente ha promesso di appiccare ovunque "il fuoco della libertà" fino a quando "brucerà in ogni angolo del mondo" , "di abbattere tutti i tiranni", ovunque, magari a partire da quell'Iran che è "al primo posto nella lista dei problemi da risolvere", come il suo vice Cheney ammette, mentre in economia l’accento è sull'individualismo economico, con la costituzione della cosiddetta "società di proprietari".

Ma non ci sono stati solo applausi per il secondo mandato di George W. Bush.  In tante piazze, tra cartelli per il ritiro dall’Iraq, inni pacifisti e bandiere americane, una folla eterogenea ha manifestato la rabbia e la preoccupazione per la sua rielezione.

SUL FUMO




 









 










  







     











 

Comunisti


Mi hanno riferito che l’altra sera, a “Porta a Porta”, Prodi ha esibito una lettera inviatagli da Bush. Insomma, non solo Berlusconi può vantare intimità con l’imperatore del mondo!


 


Niki Vendola, vincitore delle primarie in Puglia, dichiara che il suo libro di riferimento è la Bibbia e poi si precipita alla Messa del Cardinale Ruini, noto progressista. 


 


Rutelli dichiara che la socialdemocrazia è finita, anche se poi ritratta.



E poi nell’Ulivo ci sono anche Andreotti, De Mita e compagnia.



E questi sarebbero di sinistra, anzi pericolosi comunisti (secondo Berlusconi)?



A mio parere non sono nemmeno liberali.



Non saranno mica democristiani?

martedì 18 gennaio 2005

La paranoia del Presidente del Consiglio



 


 “Se il comunismo andasse al potere l’esito sarebbe miseria, terrore, morte, come è accaduto dovunque il comunismo governi. Io sono in politica perché il male non prevalga, perché prevalga il bene. Noi vogliamo uno Stato basato sulla giustizia e l’amore e non sull’odio, la menzogna, l’invidia predicati dalla sinistra con cui abbiamo la sfortuna di avere a che fare”


 

Così si è espresso il Presidente del Consiglio Berlusconi parlando per telefono ai suoi fedeli riuniti a Rocccaraso per la manifestazione Neveazzurra.


 

Ogni volta che Berlusconi se ne esce con i suoi toni apocalittici sul pericolo comunista (che vede solo lui) viene da domandarsi se ci sia da ridere o se ci si debba preoccupare, ricordando che i paranoici  al governo hanno sempre provocato grossi guai.


 

giovedì 6 gennaio 2005

Non ne parliamo più!

Dopo la letterina dell' attentatore e la telefonata del premier non si può che sintetizzare in questo modo l'episodio del treppiede (o treppiedi?) : gesto idiota di un ragazzo un po' scemo, innegabile e ovvio trionfo del premier che così si sarà conquistato altri voti, indegne gazzarre degli opposti schieramenti.






Quanto all'SMS inviato da un certo magistrato, a prescindere dall' insulsaggine della cosa, non ci devono essere dubbi sul fatto che ognuno scrive ciò che vuole, al massimo sarà  stata lesa l'intelligenza, ma parlare di denunce mi pare ancora meno intelligente, oltre che incompatibile con la democrazia.