mercoledì 31 marzo 2004

TROPPE FESTIVITA’


“Ci sono molte festività in eccesso, cercheremo di far lavorare di più gli italiani'', ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo discorso al Forum della Confcommercio tenutosi il 28 marzo a Cernobbio, precisando che ''un taglio dei giorni di vacanza produrrà un benefico effetto sul PIL”.
Ma a prescindere dal fatto che l’Italia, quanto a festività, sembra stia nella media europea, qualcuno sospetta che forse non è colpa né della Befana né di Santo Stefano se l’Italia perde in competitività, ricerca e produttività.
Intanto lui è l’unico premier al mondo che si è fatto 40 giorni di ferie in cinque mesi, tra agosto e gennaio scorso.
Ad ogni modo per quest’anno c’è poco da ridurre: quasi tutte le festività purtroppo  cadranno di domenica.

sabato 27 marzo 2004

Il velo e la libertà


Su “Glob” una sedicente donna musulmana afferma:
“….quando nella terra che vide nascere nel 1789 la democrazia e la libertà viene emanata una legge come quella che proibisce l’uso del velo, ci possono essere donne che, come me, chiedono a voi individui ed in particolare a voi donne libere dell’Occidente: “Dove sta la libertà?” E queste donne lo fanno per tutelare il più semplice e basilare diritto che ognuno di noi ha: quello di vestirsi come gli pare a piace.
Se anche qui tra voi c’è qualcuna che pensa che la libertà sia quella che c’è qui, allora, ……. voglio chiedere a voi donne libere dell’Occidente, che da anni vivete in un ambiente democratico nel quale vige la parità dei sessi, a voi che avete studiato e che siete informate, quale è, relativamente ai dati statistici di questa vostra società, la percentuale di seggi parlamentari e di posti chiave istituzionali ricoperti dalle donne nell’Occidente.”

Ma qui non si tratta di tutelare il diritto di ognuno di vestirsi come vuole, perché il velo non è una moda, non è nemmeno una tradizione, o per lo meno non è solo quello, non è simbolo di identità rivendicata, ma simbolo dell’oppressione cui è sottoposta la donna nei paesi musulmani a causa di una religione che la disprezza, anche se non dimentico che, a differenza del paganesimo e delle religioni orientali, anche le altre due religioni monoteiste, il cristianesimo e l’ebraismo, hanno una pessimo concetto della donna che vedono come tentatrice e come essere impuro, ma, a differenza dell’islam, queste ultime si sono dovute adeguare ai tempi.
Infine sono assolutamente fuori luogo i soliti paragoni con la mercificazione della donna nelle società occidentali. Nessuna donna occidentale è obbligata per legge a vestirsi o meglio a non vestirsi.
Ad ogni modo anche se posso concordare con il fatto che forse è sbagliato vietare il velo per disposizione di legge, mi domando come ci possa venire a fare lezione chi viene da paesi in cui contro il corpo delle donne si scatena la polizia religiosa, in cui la donna “mal velata” viene duramente repressa in nome della “purezza islamica”. Nell’Afghanistan dei Talebani, ma non mi sembra che sia cambiato molto anche dopo, le donne non solo sono state murate dietro alla grata del burqa, ma anche private di ogni accesso alla scena pubblica, espulse dal lavoro diventato sinonimo di promiscuità. E che dire dell’Iran e dell’Arabia Saudita?
Con questo è vero che nei paesi occidentali la piena parità non è stata raggiunta, che nei quindici paesi attualmente facenti parte dell’UE le donne occupano solo il 25,4% dei seggi, che lavora il 55,6% delle donne contro il 72,8% degli uomini e che ci sono ancora disparità salariali e maggiori difficoltà per la donna di fare carriera. Tuttavia c’è una bella differenza con la realtà dei paesi musulmani in cui le donne sono quasi totalmente escluse dal mondo del lavoro e della politica, sottomesse alla volontà
dei padri e dei mariti, sottoposte a terribili mutilazioni, represse in nome della purezza islamica fino alla condanna alla lapidazione in caso di adulterio.

venerdì 26 marzo 2004

Contro il maltrattamento degli animali

Sabato 27, domenica 28 marzo, sabato 3 e domenica 4 aprile la LAV (lega anti vivisezione) organizza le Giornate Nazionali contro il maltrattamento degli animali


In 400 piazze italiane la LAV coinvolgerà i cittadini per chiedere al Parlamento l’approvazione urgente della legge “Disposizioni a tutela degli animali” attualmente in esame alle Camere. La dimensione e la gravità del fenomeno, documentate dalla LAV attraverso un dossier che sarà reso pubblico in occasione delle Giornate, confermano l’urgenza di portare a compimento quella riforma del Codice penale in materia di maltrattamenti (art. 727) ed uccisione di animali (art. 638) che l’Associazione sollecita ormai da alcuni anni.
Con 9 eruo si potrà acquistare l’uovo di Pasqua della LAV realizzato con materie prime provenienti da produttori del commercio equo e solidale contribuendo, con un solo gesto, a sostenere economicamente le azioni dell’Associazione per i diritti degli animali e allo stesso tempo i piccoli produttori del Sud del mondo e, con loro, il progetto di sviluppo di un’economia più equa e rispettosa dei diritti di tutti. 


A proposito di Ultras

Una volta alla settimana il tifoso fugge dalla sua casa e va allo stadio...La città sparisce, esiste soltanto il tempio.
EDOARDO GALEANO (scrittore)
… Gli ultras somigliano moltissimo all'Italia di oggi, e anzi sono loro che danno il tono alle nostre adunate, alle nostre manifestazioni, alle nostre piazze, alle nostre curve.
FRANCESCO MERLO, La Repubblica, 24 marzo 2004
Gli ultras hanno inventato una forma di fondamentalismo part-time, dentro il quale si possono godere tutte le emozioni di una comunità in guerra, ma senza la necessità di una causa reale riconducibile al mondo della politica o del lavoro.
Ma per fare i talebani del fine settimana ci vogliono i nemici.
I vari gruppi di ultras che si picchano a vicenda sono dei falsi nemici. Sotto sotto hanno bisogno l’uno dell’altro. Come si fa a sentirsi profondamente milanista senza quelli dell’Inter da odiare?

Palestina – Israele: terrorismi a confronto

Non si capisce cosa intenda fare Sharon e se creda davvero che si possa arrivare ad una soluzione sterminando i dirigenti islamisti con lanci di missili. E’ evidente che la politica degli omicidi mirati da lui inaugurata non serve a niente. Inoltre uno Stato che si pone sullo stesso piano dei terroristi compiendo azioni analoghe non è giustificabile sul piano etico e commette un grave errore politico.
Ahmed Yassin è stato responsabile della morte di centinaia di israeliani. E’ stato lui a seminare a Gaza e Cisgiordania quella cultura della morte da cui sono emersi i terroristi suicidi, ma ucciderlo ha peggiorato la situazione. E non si può pensare che non siano state considerate le conseguenze di questo atto, è cioè un’”escalation” della guerra e del terrore, perché è logico aspettarsi una risposta terroristica sanguinosa. Repressione significa solo catastrofe. E allora? Perché gli israeliani continuano a dare fiducia ad un leader che dopo tre anni di governo presenta un bilancio assolutamente fallimentare:fine d’ogni dialogo con i palestinesi, attentati spaventosi, crisi economica, rovina dell’immagine di Israele nel mondo.

11 settembre : le accuse dell’ex-consigliere Clarke

La strage dell’11 settembre poteva essere evitata con una strategia più aggressiva contro il terrorismo

Richard Clarke, l’ex-consigliere dell’ antiterrorismo dell’amministrazione Bush, di fronte alla Commissione che indaga sulle stragi dell’11 settembre, ha ribadito quanto scrive nel libro “Against all enemies” , appena uscito negli USA , e cioè che Bush con l’invasione dell’Iraq ha rafforzato il terrorismo globale, che nei primi otto mesi del suo mandato considerava il terrorismo “una questione importante ma non urgente”, che era già ossessionato dall’Iraq, ma aveva minimizzato e sottovalutato il pericolo di Al Qaeda e che Rumsfeld già subito dopo gli attentati voleva bombardare l’Iraq contro ogni evidenza che Al Qaeda aveva le sue basi in Afghanistan e non c’entrava niente con  l’Iraq.
E in un’intervista alla BBC ha detto: “Trovo oltraggioso che il presidente si candidi alla rielezione dicendo di aver fatto grandi cose sul terrorismo. L'ha ignorato. Ha ignorato il terrorismo per mesi, quando forse avremmo potuto fare qualcosa per evitare l'11 Settembre."

sabato 20 marzo 2004

Iraq un anno dopo : ne è valsa la pena?

Un anno è passato dall’attacco angloamericano all’Iraq. Ne è valsa la pena?

Ferve il dibattito tra chi ritiene ancora oggi valide le motivazioni dell’attacco e chi sostiene esattamente il contrario.
Sicuramente per ora gli Stati Uniti hanno perso la pace. La democrazia in Iraq è ancora un miraggio e se i liberatori o gli occupanti (dipende dai punti di vista) se ne andassero si scatenerebbe una guerra civile dalla quale uscirebbe probabilmente vittoriosa una teocrazia islamica, e quindi un regime non meno sanguinario di quello di Saddam Hussein. Ma soprattutto durante quest’anno gli attentati terroristici si sono moltiplicati e non solo in Medio Oriente. Il mondo non è certo più sicuro, e proprio in conseguenza della guerra Al Qaeda ha potuto fare dell’Iraq la base principale per l’attacco all’Occidente.
Sono del parere, e i fatti mi sembra lo abbiano dimostrato, che la guerra non serva a battere il terrorismo e che la democrazia non si importi con la forza.
Purtroppo però la situazione è talmente precipitata che probabilmente abbandonare ora l’Iraq sarebbe probabilmente un altro errore. I fondamentalisti islamici potrebbero pensare di avere vinto, anche se eccessiva mi pare l’opinione per la quale le elezioni spagnole le avrebbe vinte Al Qaeda.
Si dimostra indispensabile un impegno concreto e unitario da parte dell’Europa, anche di intervento, ma non solo, senza il quale gli Stati Uniti continueranno a svolgere il ruolo di gendarme del mondo e l’Europa diventerà sempre più secondaria nella determinazione della politica mondiale. Per ora mi sembra si stiano facendo solo discorsi,  anche se mi sembra eccessivo parlare di spirito di Monaco.

Pacifisti con le spranghe


 Oggi manifestazioni per la pace si sono svolte in tutto il mondo e a Roma si è visto anche un gruppo di pacifisti con le spranghe aggredire gli altri manifestanti. Non male per dei pacifisti.

Ancora sangue in Kossovo

I serbi lasciano le loro case, abbandonano i villaggi, tornano profughi. Tremila e seicento persone, in pochi giorni sono state evacuate dal Kossovo. Ora sono ospiti nelle basi dei militari della Kfor, la forza di pace, o nei centri di accoglienza sotto il controllo della Nato. Hanno paura. Paura degli albanesi, dopo i disordini scoppiati nei giorni scorsi a Mitrovica e dilagati nel resto del Paese.
Ciò dimostra che nessun intervento internazionale potrà mai fermare odi vecchi di secoli. Forse i serbi facevano le pulizie etniche, ma perché i Kossovari no? E poi chi sono questi Kossovari? Fieri nazionalisti, forse, ma anche un po’ delinquenti (traffico di droga, tratta di donne, ecc.).

mercoledì 17 marzo 2004

Andarsene o no dall’Iraq?

Sono confusa. Ammetto che è il mio stato naturale in relazione ai più vari aspetti della vita. Però quanto avvenuto nel mondo dopo l’11 settembre 2001 ha aumentato in me questa spiacevole sensazione.
Devo dire che ho una forma di repulsione nei confronti delle religioni in genere, perché hanno sempre alimentato le guerre e l’oscurantismo e perché si sono sempre sentite in dovere di invadere la sfera privata dell’individuo sanzionandone i comportamenti.
E se é lecito fare una graduatoria delle dittature, che sono di per sé aberranti, quelle teocratiche lo sono, a mio parere, più delle altre.
Pertanto il fondamentalismo islamico deve essere combattuto. Non possiamo infatti venire a patti con chi vorrebbe riportare il mondo al medioevo e a tal fine usa il terrorismo, e questo l’ho sempre pensato, fin da quando gli integralisti facevano migliaia di morti in Algeria e nessuno se ne preoccupava.
Quando uscì il libro della Fallaci dopo l’attentato dell’11 settembre fui quasi d’accordo, a prescindere dal suo viscerale filoamericanismo.
Sono stata favorevole all’intervento in Afghanistan. A mio parere il governo dei Talibani avrebbe dovuto essere spazzato via molto prima, ma fino agli attentati dell’11 settembre chi avrebbe mai pensato di fare una guerra perché in un paese lontano una dittatura agghiacciante aveva ridotto in schiavitù le donne (ma oggi è cambiato qualcosa?), comminava condanne a morte per semplici comportamenti individuali non consoni ai dettami della religione, arrivava a distruggere opere d’arte millenarie in nome del bigottismo più fanatico e dell’ignoranza più assoluta? E infatti la guerra non è stata fatta per questo, ma come reazione al terrorismo che aveva osato portare la guerra nel centro della nazione più potente del mondo, terrorismo che peraltro quella nazione aveva a suo tempo addestrato e finanziato in funzione antisovietica. Ma non è servita a molto, perché, ad oggi, la situazione in quel paese non è certo pacificata, la democrazia è ancora un miraggio, Al Quaeda è ben lungi dall’essere sconfitta. E poi come in ogni guerra chi ne subisce di più è la popolazione civile.
Poi c’è stato l’attacco anglo-americano all’Iraq che ho sempre ritenuto un errore in quanto, come poi si è dimostrato, avrebbe fatto dell’Iraq quello che prima della guerra non era, e cioè una base di Al Quaeda, e più in generale avrebbe rafforzato il terrorismo fondamentalista islamico rendendo il mondo meno sicuro, cioè il contrario di quanto Bush ed i suoi alleati volevano far credere, anche se non si può dire che la causa dell’attacco terroristico all’Occidente sia stata la guerra anglo-americana all’Iraq.
Inoltre anche se ho orrore del fondamentalismo islamico ( ma non mi piace nemmeno quello cristiano, anche se questo ormai non può più bruciare gli eretici in piazza) mi domando se “democratizzare” non sia un’aberrazione giuridica.
Qual è il principio di diritto internazionale che consente ad una nazione di ergersi a giudice delle altre? E legittimo portare la guerra ad un popolo intero solo perché qualcuno ritiene che vadano cambiate la forma di Stato e quella di governo di quel popolo.
E c’è una differenza tra l’11 settembre del Cile e la c.d “democratizzazione” dell’Iraq?
Tuttavia, premesso ciò, mi domando anche se andarsene oggi dall'Iraq, lasciare ora quel paese nel caos più devastante dal quale sorgerebbe sicuramente una nuova, e non meno feroce, dittatura islamica, sia la scelta giusta. Inoltre questo disimpegno verrebbe interpretato come una fuga e potrebbe dare ai terroristi la sensazione che la strategia del massacro sia pagante. E allora cosa fare?
L’articolo di fondo del Corriere di oggi a firma di “Angelo Panebianco” titola “Madrid 2004 o Monaco 1938” e sostiene che c’è il rischio che l’Europa democratica, come fece nel’38 nei riguardi di Hitler, commetta di nuovo l’errore di arrendevolezza nei confronti dei nemici della nostra civiltà.
Secondo Scalfari (“La Repubblica” di ieri, 16 marzo) invece “ ...esiste una sola valida ricetta per combattere il terrorismo: prosciugare l'acqua che lo circonda lasciandolo a secco e lì, una volta a secco, estirpare il fenomeno alle radici...In che modo si prosciuga l'acqua in cui prospera il terrorismo? Con il dialogo, con la comprensione dei bisogni materiali, morali, psicologici di quei popoli, etnie, nazioni nei quali il terrorismo cerca di mettere radici perché vi ravvisa un humus fertile dove le sue radici velenose potranno più facilmente attecchire.”
Concordo, ma se fosse troppo tardi?

venerdì 12 marzo 2004

Strage di Piazza Fontana - Tutti assolti

Piazza Fontana, Milano, 12 dicembre 1969. Una terribile esplosione uccide 17 persone e ne ferisce 84. E oggi, a quasi 35 anni distanza, la verità  giudiziaria su quel giorno buio della Repubblica è tutta da riscrivere. 

I tre imputati principali della strage di piazza Fontana, dopo aver avuto in primo grado una condanna all'ergastolo, sono stati infatti tutti assolti in appello. Per la seconda corte d'assise d'appello di Milano gli estremisti di destra Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni "non hanno commesso il fatto".

E allora quelle 17 persone le ha uccise nessuno!

Gli attentati di Madrid - Ancora incertezze sugli autori



Circa 2 milioni le persone si sono radunate nella Plaza Colon, nel centro di Madrid, per partecipare al corteo contro le stragi di ieri a Madrid. La grande manifestazione che nella capitale e in tutte le principali città spagnole ha commemorato le vittime della strage di Madrid è stata una vera e propria chiamata a raccolta non solo del popolo spagnolo, ma anche di quello europeo.
Come ha detto la vice presidente della Commissione europea Loyola De Palacio, "oggi insieme alla Spagna piange tutta l'Europa". Le bandiere dell'Europa sono a mezz'asta dopo gli attentati che hanno sconvolto Madrid. E' la giornata peggiore nella storia della Ue, l'11 marzo andrà ricordato come il nostro 11 settembre. Sotto attacco non c'è solo la Spagna, ma un'idea di democrazia e di convivenza civile comune a tutti i popoli dell'Unione.
La paternità dell' attentato è stata rivendicata dalle sedicenti brigate Abu Hafs Al-Misri con un comunicato recapitato alla redazione londinese del quotidiano arabo Al-Quds Al-Arab, che ne ha diffuso nell'edizione di oggi il testo integrale.
Ma, a due giorni dalle elezioni politiche, il governo spagnolo continua a difendere le sue iniziali accuse all'Eta, anche se la polizia spagnola avrebbe concluso che l'esplosivo e i detonatori utilizzati nei devastanti attentati non sarebbero quelli abitualmente usati dall'organizzazione.
L’Eta intanto ha negato ogni responsabilità nella strage con una telefonata ricevuta alle 18 dal giornale separatista basco Gara.
Secondo una fonte dell’intelligence USA "Gli attacchi multipli, le esplosioni multiple in luoghi differenti in un ristretto limite di tempo” fanno pensare alla rete terroristica di Osama bin Laden. "Ma l'Eta - ha notato - ha minacciato per lungo tempo i turisti e ha già colpito i treni in passato. Di solito mandano degli avvertimenti in anticipo..." A Madrid, però, ciò non e' avvenuto.
Sembrerebbe non doversi escludere niente, nemmeno eventuali collegamenti tra l'Eta e organizzazioni terroristiche internazionali.
Peraltro indipendentemente da chi abbia compiuto questi attentati, resta il fatto che l'organizzazione ETA si è posta già da tempo al di fuori da qualsiasi logica politica. Negli oltre 3.400 atti di terrorismo compiuti dall'ETA dal 1968 ad oggi sono morte oltre 800 persone ed altre 2.300 sono state ferite. Nei Paesi Baschi in Spagna e in altre regioni del paese i terroristi dell'ETA diffondono terrore e paura, anche se altrettanto criticabile è la posizione dello Stato spagnolo. Un rapporto dell'ONU lamenta infatti che nelle prigioni spagnole gli oltre 500 detenuti appartenenti all'ETA sono in balia dell'arbitrarietà della polizia e dal 1977 ad oggi sette detenuti baschi sono morti in conseguenza alle torture subite.
Ma l’insistenza del governo spagnolo sull’ETA potrebbe essere dettata da motivi elettorali nel tentativo di indebolire i partiti autonomistici.
Inoltre attribuire la paternità degli attentati al terrorismo basco è, pur nella tragedia, una soluzione assai più "rassicurante" per la Spagna, ma anche per i paesi europei e occidentali. Infatti se c'è Al Qaeda dietro questo bombe, vuol dire che sono arrivati in Europa. E sarà difficilissimo difendersi. Non ci sarebbe più sicurezza per nessuno. Inoltre  sarebbe un’altra sconfessione della teoria accredita dagli USA e dai suoi alleati, tra cui la Spagna, per la quale la guerra in Iraq era necessaria anche per debellare il terrorismo e garantire la pace mondiale.

AL QAEDA RIVENDICA LA STRAGE DI MADRID

Anche se le fonti governative spagnole, così come le agenzie federali anti-terrorismo statunitensi, parlano di prudenza nel verificare le rivendicazioni, sembrerebbe prendere corpo la responsabilità di Al-Qaeda nella strage di Madrid, che sarebbe per numero di vittime (192 morti, 1.427 feriti, il bilancio provvisorio dell'odierna carneficina) il più grave attacco terroristico mai avvenuto in Europa occidentale dalla fine della seconda guerra mondiale.
L'allarme si allarga in tutta Europa.

La notizia è stata riportata anche dall’ANSA e dalle versioni on-line dei principali quotidiani italiani.

Una lettera inviata al quotidiano Al-Qaeda Al-Arabi e attribuita all'organizzazione terroristica islamica al-Qaeda, rivendica infatti la responsabilità dei massacri perpetrati con la serie di attentati odierni a Madrid, ma anche l'attentato suicida contro una loggia massonica a Istanbul di due giorni fa e l'attacco dello scorso novembre a Nassiriya, dove rimasero uccisi 19 uomini della missione militare italiana in Iraq minacciando altresì un grande attacco contro gli Stati Uniti. "La squadra della morte é riuscita a penetrare nelle profondità dell'Europa crociata, ed a colpire uno dei pilastri dell'alleanza crociata, la Spagna, con un colpo doloroso", si legge nel comunicato firmato "Brigate Abu Hafs al-Masri/Al-Qaeda".
Di fronte a fatti così aberranti e alle continue minacce di Al Qaeda non c'è altra strada che quella di un maggiore impegno dell’Europa e dell’ONU.
Se tutto rimarrà in mano agli USA si rischia di avere una guerra infinita e di non essere più sicuri da nessuna parte.

Guardate hanno di nuovo decapitato le stelle, / insanguinando il cielo come un mattatoio
VLADIMIR MAJAKOVSKIJ

Berlusconi a Porta a Porta

"La Costituzione è stata scritta sotto l'influsso del pensiero sovietico".
No comment.

A proposito di imbecillità

L’accostamento fatto dall’”onorevole”Carra (Margherita) tra l’orrore di una tragedia collettiva (i morti di Madrid) e una disgrazia personale (l'infarto di Bossi), raggiunge un tale livello di imbecillità che non è neanche commentabile.
Ma chi glieli dà i voti a questa gente?
Viene in mente quella barzelletta per la quale quando dio assegnò l'imbecillità, in diversi fecero al fila due volte (e, aggiungo io, molti di essi avrebbero fatto carriera politica, sotto quale bandiera non importa).

giovedì 11 marzo 2004

Eta o Al Qaeda?


Ancora orrore. Più di 100 morti e 1400 feriti nella strage sui treni a Madrid.
Per ora, nessuna rivendicazione ma il Governo spagnolo ha subito accusato i separatisti baschi dell'Eta.
Batasuna, il partito radicale basco dichiarato fuori legge per i suoi legami con l' Eta, nega che l’attentato possa essere opera dell’ETA e ne attribuisce la responsabilità ai movimenti islamici.
Ma è davvero stata L'ETA? Nessuna rivendicazione, nessun vantaggio apparente. I partiti nazionalisti perderanno solo voti e qualsiasi simpatia da parte della gente. Possibile che questi assassini siano tanto stupidi, oltre che folli?
Perplessità, viste le modalità degli attentati, sono state espresse anche dall'Europol.
E in un furgone nella città di Alcalà de Henares da cui erano partiti i treni, sono stati trovati sette detonatori e alcune cassette con versetti del corano in arabo, mentre
da Londra arriva la notizia di una presunta rivendicazione del gruppo integralista islamico Al Qaeda che parlerebbe di attacchi contro i "crociati" e di "Operazione treni della morte". Nel messaggio si leggerebbe anche la seguente frase"Siamo riusciti a infiltrarci nel cuore dell'Europa crociata e abbiamo colpito una delle basi dell'alleanza dei crociati".

mercoledì 10 marzo 2004

Spigolature dai blog

Dal blog dell’Associazione Niccolò Machiavelli:
DISCORSO ALLA MAGGIORANZA
Le donne ricordino di essere la maggioranza degli elettori: sta a loro farsi valere
CARLO AZEGLIO CIAMPI, 8 marzo 2004
Sono d’accordo. Basta con il piangersi addosso, col dare la colpa agli uomini, alla società, ai figli, della propria mancata realizzazione nella vita e nella professione. Chi ha degli obiettivi e si impegna per raggiungerli in genere ci riesce, uomo o donna che sia.
E’ vero che ancora oggi mancano strutture adeguate che liberino la donna da certi obblighi, la cura dei figli, dei genitori anziani, della casa, ecc. ecc.
Ma chi l’ha detto che dette incombenze debbano essere femminili. Sta anche alla donna farsi valere e “rivogarne” al proprio partner almeno la metà.
PROBABILITA' E RISCHIO
C'è una probabilità del 67 per cento che Dio esista. Lo sostiene nel suo libro 'The probability of God' lo scienziato britannico Stephen Unwin di professione analista del rischio.
Cfr. Maria Chiara Bonazzi, Dio esiste? Al 67 per cento, La Stampa, 9 marzo 2004
Mi sembra una percentuale un po’ arrischiata, ma se lo dice un matematico e analista del rischio, varrà la pena di leggere il libro. Al momento però non mi risulta che sia stato tradotto in italiano.
I PERFETTI
Sono convinto che la rovina del mondo siano i Perfetti, in genere perfettamente fanatici, dai custodi della Parola Rivelata ai rivoluzionari zelanti.
MICHELE SERRA, La Repubblica, 7 marzo 2004
Dal blog “Macchianera”










 

 I comici degli Stati Uniti sono concordi: speriamo che Bush ce la faccia.
Anche se Kerry non appare poi così male.
Un po’ come fosse Prodi vs Berlusconi.







 La vittoria di Berlusconi è stata infatti una manna per i comici, ma anche Prodi non sarebbe male.











Ogni tanto poi è carino dare un'occhiata al Silvio Berlusconi's weblog che riporta tutte le esternazioni del Presidente del Consiglio.

Sottotitolo: Le mie dichiarazioni. Da conservare per i posteri e rileggere quando si è un po' giù... cribbio!

 

lunedì 8 marzo 2004

La festa della donna

E' l'ora di farla finita.
Ma non sarebbe il caso di farla finita con la festa della donna?
Lasciamo perdere l’origine della festa, il ricordo di un episodio tragico, che non sarebbe stato meno tragico se in quella fabbrica, negli USA, agli inizi del XX° secolo fossero arsi vivi 100 e più uomini anziché altrettante donne.
Ma poi questa festa è divenuta simbolo del fatto che la donna ha quasi gli stessi diritti, quasi lo stesso peso nella società dell’uomo. Altrimenti perché celebrare una ricorrenza del genere? Sembra la giornata dell’handicappato e simili. Esiste forse la festa dell’uomo?
Pertanto io non la festeggio. Dovremmo tutte rifiutare mimose e auguri ed evitare quelle terribili cene tra donne.

domenica 7 marzo 2004

Indagini storiche o manovre politiche?


Il dopoguerra-Fatti e misfatti del nostro passato recente

Mi sembra che negli ultimi tempi si stia tentando una manovra revisionistica della nostra storia recente. Dallo sdoganamento dei fascisti, improvvisamente ex (particolarmente dopo che Fini ha definito il fascismo male assoluto), con un ex, vice presidente del Consiglio, alla conciliazione nazionale, passando per la considerazione che uguali barbarie furono commesse sia nell’uno che nell’altro degli opposti schieramenti, che tutto il male non fu da una parte sola, che anche chi combatté per la RSI lo fece per amor di patria ritenendo che quella fosse la scelta giusta (e non nego che per qualcuno sia stato così, che abbia semplicemente combattuto ritenendo di fare il proprio dovere senza macchiarsi di delitti orrendi e, del resto, nemmeno tutti i tedeschi furono SS).
Sono ormai passati 60 anni dagli eventi, forse è giunto il momento di cominciare a guardare a quella storia con maggiore senso critico, scevri ormai dalle passioni, dalle rabbie e dagli odi del passato, facendo luce anche sulle vendette dei partigiani, sulle centinaia di omicidi, compiuti per punizione, vendetta, fanatismo politico e odio di classe di cui fu teatro l’Italia del Nord dall’aprile del’45 alla fine del ’46.
Così giornali e riviste, rubriche televisive, libri, tutti a parlare di cosa sia successo durante la fase finale della seconda guerra mondiale ed il primo dopoguerra, delle vendette rosse e delle foibe, argomenti che è giusto esaminare, ma un conto è l’indagine storica, altro il tentativo di ribaltare il senso degli avvenimenti e il giudizio storico sul fascismo che portò alla rovina il nostro paese alleandosi con Hitler, entrando dalla parte sbagliata in una guerra che comunque l’Italia non era in grado di combattere per mancanza di adeguata struttura industriale e militare, una guerra persa in modo ignominioso, anche per la fuga del re, del governo e il conseguente totale sfaldarsi dell’esercito, avvenimenti che hanno macchiato forse per sempre l’immagine del nostro paese.
Quindi non possiamo dimenticare. E se ci siamo in parte riscattati come popolo e come Nazione, lo dobbiamo soltanto alla Resistenza. Che poi nel suo ambito ci siano stati eccessi nessuno lo nega e se ne parla da anni, anche se molti hanno discusso "Il sangue dei vinti" di Giampaolo Pansa, come se le vendette dei partigiani fossero un assoluto inedito, un argomento tabù di cui non si era mai parlato, di cui non si doveva parlare.
Sto leggendo il libro di Pansa e forse ne parlerò nei prossimi giorni. Per il momento sull’argomento in questione mi sembra interessante la lettura di un articolo di Mario Pirani uscito nel 1990 e ripubblicato in prima pagina sulla Repubblica di venerdì 7 novembre 2003 proprio in occasione dell’uscita del libro di Pansa, ove tra l’altro si fa riferimento al periodo immediatamente successivo a quello delle cosiddette vendette partigiane, "alla risposta dello Stato, impersonata dal ministro degli Interni, Mario Scelba, che fu violenta e trascese sovente in persecuzioni e brutalità: Montescaglioso, Lentella, Modena e molti altri paesi e città piansero altre vittime. Negli anni a cavallo tra il '48 e i primi del '50 caddero in scontri di piazza 48 comunisti, gli arrestati furono 73.000, i condannati più di 15.000 per complessivi 7.598 anni di carcere. Molti fra loro i capi partigiani. Erano, invece, in libertà, grazie all´amnistia promossa da Togliatti, anche i peggiori torturatori repubblichini."

venerdì 5 marzo 2004

Efficienza Telecom

Finalmente trovate le cause dei miei problemi di connessione: un guasto al modem, sostituito il quale tutto ha ripreso a funzionare regolarmente (spero). Per arrivare alla soluzione c'è voluto quasi un mese. Allucinante. Ma la Telecom non era stata privatizzata? In questa occasione l'efficienza dimostrata è da ente pubblico.

mercoledì 31 marzo 2004

TROPPE FESTIVITA’


“Ci sono molte festività in eccesso, cercheremo di far lavorare di più gli italiani'', ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo discorso al Forum della Confcommercio tenutosi il 28 marzo a Cernobbio, precisando che ''un taglio dei giorni di vacanza produrrà un benefico effetto sul PIL”.
Ma a prescindere dal fatto che l’Italia, quanto a festività, sembra stia nella media europea, qualcuno sospetta che forse non è colpa né della Befana né di Santo Stefano se l’Italia perde in competitività, ricerca e produttività.
Intanto lui è l’unico premier al mondo che si è fatto 40 giorni di ferie in cinque mesi, tra agosto e gennaio scorso.
Ad ogni modo per quest’anno c’è poco da ridurre: quasi tutte le festività purtroppo  cadranno di domenica.

sabato 27 marzo 2004

Il velo e la libertà


Su “Glob” una sedicente donna musulmana afferma:
“….quando nella terra che vide nascere nel 1789 la democrazia e la libertà viene emanata una legge come quella che proibisce l’uso del velo, ci possono essere donne che, come me, chiedono a voi individui ed in particolare a voi donne libere dell’Occidente: “Dove sta la libertà?” E queste donne lo fanno per tutelare il più semplice e basilare diritto che ognuno di noi ha: quello di vestirsi come gli pare a piace.
Se anche qui tra voi c’è qualcuna che pensa che la libertà sia quella che c’è qui, allora, ……. voglio chiedere a voi donne libere dell’Occidente, che da anni vivete in un ambiente democratico nel quale vige la parità dei sessi, a voi che avete studiato e che siete informate, quale è, relativamente ai dati statistici di questa vostra società, la percentuale di seggi parlamentari e di posti chiave istituzionali ricoperti dalle donne nell’Occidente.”

Ma qui non si tratta di tutelare il diritto di ognuno di vestirsi come vuole, perché il velo non è una moda, non è nemmeno una tradizione, o per lo meno non è solo quello, non è simbolo di identità rivendicata, ma simbolo dell’oppressione cui è sottoposta la donna nei paesi musulmani a causa di una religione che la disprezza, anche se non dimentico che, a differenza del paganesimo e delle religioni orientali, anche le altre due religioni monoteiste, il cristianesimo e l’ebraismo, hanno una pessimo concetto della donna che vedono come tentatrice e come essere impuro, ma, a differenza dell’islam, queste ultime si sono dovute adeguare ai tempi.
Infine sono assolutamente fuori luogo i soliti paragoni con la mercificazione della donna nelle società occidentali. Nessuna donna occidentale è obbligata per legge a vestirsi o meglio a non vestirsi.
Ad ogni modo anche se posso concordare con il fatto che forse è sbagliato vietare il velo per disposizione di legge, mi domando come ci possa venire a fare lezione chi viene da paesi in cui contro il corpo delle donne si scatena la polizia religiosa, in cui la donna “mal velata” viene duramente repressa in nome della “purezza islamica”. Nell’Afghanistan dei Talebani, ma non mi sembra che sia cambiato molto anche dopo, le donne non solo sono state murate dietro alla grata del burqa, ma anche private di ogni accesso alla scena pubblica, espulse dal lavoro diventato sinonimo di promiscuità. E che dire dell’Iran e dell’Arabia Saudita?
Con questo è vero che nei paesi occidentali la piena parità non è stata raggiunta, che nei quindici paesi attualmente facenti parte dell’UE le donne occupano solo il 25,4% dei seggi, che lavora il 55,6% delle donne contro il 72,8% degli uomini e che ci sono ancora disparità salariali e maggiori difficoltà per la donna di fare carriera. Tuttavia c’è una bella differenza con la realtà dei paesi musulmani in cui le donne sono quasi totalmente escluse dal mondo del lavoro e della politica, sottomesse alla volontà
dei padri e dei mariti, sottoposte a terribili mutilazioni, represse in nome della purezza islamica fino alla condanna alla lapidazione in caso di adulterio.

venerdì 26 marzo 2004

Contro il maltrattamento degli animali

Sabato 27, domenica 28 marzo, sabato 3 e domenica 4 aprile la LAV (lega anti vivisezione) organizza le Giornate Nazionali contro il maltrattamento degli animali


In 400 piazze italiane la LAV coinvolgerà i cittadini per chiedere al Parlamento l’approvazione urgente della legge “Disposizioni a tutela degli animali” attualmente in esame alle Camere. La dimensione e la gravità del fenomeno, documentate dalla LAV attraverso un dossier che sarà reso pubblico in occasione delle Giornate, confermano l’urgenza di portare a compimento quella riforma del Codice penale in materia di maltrattamenti (art. 727) ed uccisione di animali (art. 638) che l’Associazione sollecita ormai da alcuni anni.
Con 9 eruo si potrà acquistare l’uovo di Pasqua della LAV realizzato con materie prime provenienti da produttori del commercio equo e solidale contribuendo, con un solo gesto, a sostenere economicamente le azioni dell’Associazione per i diritti degli animali e allo stesso tempo i piccoli produttori del Sud del mondo e, con loro, il progetto di sviluppo di un’economia più equa e rispettosa dei diritti di tutti. 


A proposito di Ultras

Una volta alla settimana il tifoso fugge dalla sua casa e va allo stadio...La città sparisce, esiste soltanto il tempio.
EDOARDO GALEANO (scrittore)
… Gli ultras somigliano moltissimo all'Italia di oggi, e anzi sono loro che danno il tono alle nostre adunate, alle nostre manifestazioni, alle nostre piazze, alle nostre curve.
FRANCESCO MERLO, La Repubblica, 24 marzo 2004
Gli ultras hanno inventato una forma di fondamentalismo part-time, dentro il quale si possono godere tutte le emozioni di una comunità in guerra, ma senza la necessità di una causa reale riconducibile al mondo della politica o del lavoro.
Ma per fare i talebani del fine settimana ci vogliono i nemici.
I vari gruppi di ultras che si picchano a vicenda sono dei falsi nemici. Sotto sotto hanno bisogno l’uno dell’altro. Come si fa a sentirsi profondamente milanista senza quelli dell’Inter da odiare?

Palestina – Israele: terrorismi a confronto

Non si capisce cosa intenda fare Sharon e se creda davvero che si possa arrivare ad una soluzione sterminando i dirigenti islamisti con lanci di missili. E’ evidente che la politica degli omicidi mirati da lui inaugurata non serve a niente. Inoltre uno Stato che si pone sullo stesso piano dei terroristi compiendo azioni analoghe non è giustificabile sul piano etico e commette un grave errore politico.
Ahmed Yassin è stato responsabile della morte di centinaia di israeliani. E’ stato lui a seminare a Gaza e Cisgiordania quella cultura della morte da cui sono emersi i terroristi suicidi, ma ucciderlo ha peggiorato la situazione. E non si può pensare che non siano state considerate le conseguenze di questo atto, è cioè un’”escalation” della guerra e del terrore, perché è logico aspettarsi una risposta terroristica sanguinosa. Repressione significa solo catastrofe. E allora? Perché gli israeliani continuano a dare fiducia ad un leader che dopo tre anni di governo presenta un bilancio assolutamente fallimentare:fine d’ogni dialogo con i palestinesi, attentati spaventosi, crisi economica, rovina dell’immagine di Israele nel mondo.

11 settembre : le accuse dell’ex-consigliere Clarke

La strage dell’11 settembre poteva essere evitata con una strategia più aggressiva contro il terrorismo

Richard Clarke, l’ex-consigliere dell’ antiterrorismo dell’amministrazione Bush, di fronte alla Commissione che indaga sulle stragi dell’11 settembre, ha ribadito quanto scrive nel libro “Against all enemies” , appena uscito negli USA , e cioè che Bush con l’invasione dell’Iraq ha rafforzato il terrorismo globale, che nei primi otto mesi del suo mandato considerava il terrorismo “una questione importante ma non urgente”, che era già ossessionato dall’Iraq, ma aveva minimizzato e sottovalutato il pericolo di Al Qaeda e che Rumsfeld già subito dopo gli attentati voleva bombardare l’Iraq contro ogni evidenza che Al Qaeda aveva le sue basi in Afghanistan e non c’entrava niente con  l’Iraq.
E in un’intervista alla BBC ha detto: “Trovo oltraggioso che il presidente si candidi alla rielezione dicendo di aver fatto grandi cose sul terrorismo. L'ha ignorato. Ha ignorato il terrorismo per mesi, quando forse avremmo potuto fare qualcosa per evitare l'11 Settembre."

sabato 20 marzo 2004

Iraq un anno dopo : ne è valsa la pena?

Un anno è passato dall’attacco angloamericano all’Iraq. Ne è valsa la pena?

Ferve il dibattito tra chi ritiene ancora oggi valide le motivazioni dell’attacco e chi sostiene esattamente il contrario.
Sicuramente per ora gli Stati Uniti hanno perso la pace. La democrazia in Iraq è ancora un miraggio e se i liberatori o gli occupanti (dipende dai punti di vista) se ne andassero si scatenerebbe una guerra civile dalla quale uscirebbe probabilmente vittoriosa una teocrazia islamica, e quindi un regime non meno sanguinario di quello di Saddam Hussein. Ma soprattutto durante quest’anno gli attentati terroristici si sono moltiplicati e non solo in Medio Oriente. Il mondo non è certo più sicuro, e proprio in conseguenza della guerra Al Qaeda ha potuto fare dell’Iraq la base principale per l’attacco all’Occidente.
Sono del parere, e i fatti mi sembra lo abbiano dimostrato, che la guerra non serva a battere il terrorismo e che la democrazia non si importi con la forza.
Purtroppo però la situazione è talmente precipitata che probabilmente abbandonare ora l’Iraq sarebbe probabilmente un altro errore. I fondamentalisti islamici potrebbero pensare di avere vinto, anche se eccessiva mi pare l’opinione per la quale le elezioni spagnole le avrebbe vinte Al Qaeda.
Si dimostra indispensabile un impegno concreto e unitario da parte dell’Europa, anche di intervento, ma non solo, senza il quale gli Stati Uniti continueranno a svolgere il ruolo di gendarme del mondo e l’Europa diventerà sempre più secondaria nella determinazione della politica mondiale. Per ora mi sembra si stiano facendo solo discorsi,  anche se mi sembra eccessivo parlare di spirito di Monaco.

Pacifisti con le spranghe


 Oggi manifestazioni per la pace si sono svolte in tutto il mondo e a Roma si è visto anche un gruppo di pacifisti con le spranghe aggredire gli altri manifestanti. Non male per dei pacifisti.

Ancora sangue in Kossovo

I serbi lasciano le loro case, abbandonano i villaggi, tornano profughi. Tremila e seicento persone, in pochi giorni sono state evacuate dal Kossovo. Ora sono ospiti nelle basi dei militari della Kfor, la forza di pace, o nei centri di accoglienza sotto il controllo della Nato. Hanno paura. Paura degli albanesi, dopo i disordini scoppiati nei giorni scorsi a Mitrovica e dilagati nel resto del Paese.
Ciò dimostra che nessun intervento internazionale potrà mai fermare odi vecchi di secoli. Forse i serbi facevano le pulizie etniche, ma perché i Kossovari no? E poi chi sono questi Kossovari? Fieri nazionalisti, forse, ma anche un po’ delinquenti (traffico di droga, tratta di donne, ecc.).

mercoledì 17 marzo 2004

Andarsene o no dall’Iraq?

Sono confusa. Ammetto che è il mio stato naturale in relazione ai più vari aspetti della vita. Però quanto avvenuto nel mondo dopo l’11 settembre 2001 ha aumentato in me questa spiacevole sensazione.
Devo dire che ho una forma di repulsione nei confronti delle religioni in genere, perché hanno sempre alimentato le guerre e l’oscurantismo e perché si sono sempre sentite in dovere di invadere la sfera privata dell’individuo sanzionandone i comportamenti.
E se é lecito fare una graduatoria delle dittature, che sono di per sé aberranti, quelle teocratiche lo sono, a mio parere, più delle altre.
Pertanto il fondamentalismo islamico deve essere combattuto. Non possiamo infatti venire a patti con chi vorrebbe riportare il mondo al medioevo e a tal fine usa il terrorismo, e questo l’ho sempre pensato, fin da quando gli integralisti facevano migliaia di morti in Algeria e nessuno se ne preoccupava.
Quando uscì il libro della Fallaci dopo l’attentato dell’11 settembre fui quasi d’accordo, a prescindere dal suo viscerale filoamericanismo.
Sono stata favorevole all’intervento in Afghanistan. A mio parere il governo dei Talibani avrebbe dovuto essere spazzato via molto prima, ma fino agli attentati dell’11 settembre chi avrebbe mai pensato di fare una guerra perché in un paese lontano una dittatura agghiacciante aveva ridotto in schiavitù le donne (ma oggi è cambiato qualcosa?), comminava condanne a morte per semplici comportamenti individuali non consoni ai dettami della religione, arrivava a distruggere opere d’arte millenarie in nome del bigottismo più fanatico e dell’ignoranza più assoluta? E infatti la guerra non è stata fatta per questo, ma come reazione al terrorismo che aveva osato portare la guerra nel centro della nazione più potente del mondo, terrorismo che peraltro quella nazione aveva a suo tempo addestrato e finanziato in funzione antisovietica. Ma non è servita a molto, perché, ad oggi, la situazione in quel paese non è certo pacificata, la democrazia è ancora un miraggio, Al Quaeda è ben lungi dall’essere sconfitta. E poi come in ogni guerra chi ne subisce di più è la popolazione civile.
Poi c’è stato l’attacco anglo-americano all’Iraq che ho sempre ritenuto un errore in quanto, come poi si è dimostrato, avrebbe fatto dell’Iraq quello che prima della guerra non era, e cioè una base di Al Quaeda, e più in generale avrebbe rafforzato il terrorismo fondamentalista islamico rendendo il mondo meno sicuro, cioè il contrario di quanto Bush ed i suoi alleati volevano far credere, anche se non si può dire che la causa dell’attacco terroristico all’Occidente sia stata la guerra anglo-americana all’Iraq.
Inoltre anche se ho orrore del fondamentalismo islamico ( ma non mi piace nemmeno quello cristiano, anche se questo ormai non può più bruciare gli eretici in piazza) mi domando se “democratizzare” non sia un’aberrazione giuridica.
Qual è il principio di diritto internazionale che consente ad una nazione di ergersi a giudice delle altre? E legittimo portare la guerra ad un popolo intero solo perché qualcuno ritiene che vadano cambiate la forma di Stato e quella di governo di quel popolo.
E c’è una differenza tra l’11 settembre del Cile e la c.d “democratizzazione” dell’Iraq?
Tuttavia, premesso ciò, mi domando anche se andarsene oggi dall'Iraq, lasciare ora quel paese nel caos più devastante dal quale sorgerebbe sicuramente una nuova, e non meno feroce, dittatura islamica, sia la scelta giusta. Inoltre questo disimpegno verrebbe interpretato come una fuga e potrebbe dare ai terroristi la sensazione che la strategia del massacro sia pagante. E allora cosa fare?
L’articolo di fondo del Corriere di oggi a firma di “Angelo Panebianco” titola “Madrid 2004 o Monaco 1938” e sostiene che c’è il rischio che l’Europa democratica, come fece nel’38 nei riguardi di Hitler, commetta di nuovo l’errore di arrendevolezza nei confronti dei nemici della nostra civiltà.
Secondo Scalfari (“La Repubblica” di ieri, 16 marzo) invece “ ...esiste una sola valida ricetta per combattere il terrorismo: prosciugare l'acqua che lo circonda lasciandolo a secco e lì, una volta a secco, estirpare il fenomeno alle radici...In che modo si prosciuga l'acqua in cui prospera il terrorismo? Con il dialogo, con la comprensione dei bisogni materiali, morali, psicologici di quei popoli, etnie, nazioni nei quali il terrorismo cerca di mettere radici perché vi ravvisa un humus fertile dove le sue radici velenose potranno più facilmente attecchire.”
Concordo, ma se fosse troppo tardi?

venerdì 12 marzo 2004

Strage di Piazza Fontana - Tutti assolti

Piazza Fontana, Milano, 12 dicembre 1969. Una terribile esplosione uccide 17 persone e ne ferisce 84. E oggi, a quasi 35 anni distanza, la verità  giudiziaria su quel giorno buio della Repubblica è tutta da riscrivere. 

I tre imputati principali della strage di piazza Fontana, dopo aver avuto in primo grado una condanna all'ergastolo, sono stati infatti tutti assolti in appello. Per la seconda corte d'assise d'appello di Milano gli estremisti di destra Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni "non hanno commesso il fatto".

E allora quelle 17 persone le ha uccise nessuno!

Gli attentati di Madrid - Ancora incertezze sugli autori



Circa 2 milioni le persone si sono radunate nella Plaza Colon, nel centro di Madrid, per partecipare al corteo contro le stragi di ieri a Madrid. La grande manifestazione che nella capitale e in tutte le principali città spagnole ha commemorato le vittime della strage di Madrid è stata una vera e propria chiamata a raccolta non solo del popolo spagnolo, ma anche di quello europeo.
Come ha detto la vice presidente della Commissione europea Loyola De Palacio, "oggi insieme alla Spagna piange tutta l'Europa". Le bandiere dell'Europa sono a mezz'asta dopo gli attentati che hanno sconvolto Madrid. E' la giornata peggiore nella storia della Ue, l'11 marzo andrà ricordato come il nostro 11 settembre. Sotto attacco non c'è solo la Spagna, ma un'idea di democrazia e di convivenza civile comune a tutti i popoli dell'Unione.
La paternità dell' attentato è stata rivendicata dalle sedicenti brigate Abu Hafs Al-Misri con un comunicato recapitato alla redazione londinese del quotidiano arabo Al-Quds Al-Arab, che ne ha diffuso nell'edizione di oggi il testo integrale.
Ma, a due giorni dalle elezioni politiche, il governo spagnolo continua a difendere le sue iniziali accuse all'Eta, anche se la polizia spagnola avrebbe concluso che l'esplosivo e i detonatori utilizzati nei devastanti attentati non sarebbero quelli abitualmente usati dall'organizzazione.
L’Eta intanto ha negato ogni responsabilità nella strage con una telefonata ricevuta alle 18 dal giornale separatista basco Gara.
Secondo una fonte dell’intelligence USA "Gli attacchi multipli, le esplosioni multiple in luoghi differenti in un ristretto limite di tempo” fanno pensare alla rete terroristica di Osama bin Laden. "Ma l'Eta - ha notato - ha minacciato per lungo tempo i turisti e ha già colpito i treni in passato. Di solito mandano degli avvertimenti in anticipo..." A Madrid, però, ciò non e' avvenuto.
Sembrerebbe non doversi escludere niente, nemmeno eventuali collegamenti tra l'Eta e organizzazioni terroristiche internazionali.
Peraltro indipendentemente da chi abbia compiuto questi attentati, resta il fatto che l'organizzazione ETA si è posta già da tempo al di fuori da qualsiasi logica politica. Negli oltre 3.400 atti di terrorismo compiuti dall'ETA dal 1968 ad oggi sono morte oltre 800 persone ed altre 2.300 sono state ferite. Nei Paesi Baschi in Spagna e in altre regioni del paese i terroristi dell'ETA diffondono terrore e paura, anche se altrettanto criticabile è la posizione dello Stato spagnolo. Un rapporto dell'ONU lamenta infatti che nelle prigioni spagnole gli oltre 500 detenuti appartenenti all'ETA sono in balia dell'arbitrarietà della polizia e dal 1977 ad oggi sette detenuti baschi sono morti in conseguenza alle torture subite.
Ma l’insistenza del governo spagnolo sull’ETA potrebbe essere dettata da motivi elettorali nel tentativo di indebolire i partiti autonomistici.
Inoltre attribuire la paternità degli attentati al terrorismo basco è, pur nella tragedia, una soluzione assai più "rassicurante" per la Spagna, ma anche per i paesi europei e occidentali. Infatti se c'è Al Qaeda dietro questo bombe, vuol dire che sono arrivati in Europa. E sarà difficilissimo difendersi. Non ci sarebbe più sicurezza per nessuno. Inoltre  sarebbe un’altra sconfessione della teoria accredita dagli USA e dai suoi alleati, tra cui la Spagna, per la quale la guerra in Iraq era necessaria anche per debellare il terrorismo e garantire la pace mondiale.

AL QAEDA RIVENDICA LA STRAGE DI MADRID

Anche se le fonti governative spagnole, così come le agenzie federali anti-terrorismo statunitensi, parlano di prudenza nel verificare le rivendicazioni, sembrerebbe prendere corpo la responsabilità di Al-Qaeda nella strage di Madrid, che sarebbe per numero di vittime (192 morti, 1.427 feriti, il bilancio provvisorio dell'odierna carneficina) il più grave attacco terroristico mai avvenuto in Europa occidentale dalla fine della seconda guerra mondiale.
L'allarme si allarga in tutta Europa.

La notizia è stata riportata anche dall’ANSA e dalle versioni on-line dei principali quotidiani italiani.

Una lettera inviata al quotidiano Al-Qaeda Al-Arabi e attribuita all'organizzazione terroristica islamica al-Qaeda, rivendica infatti la responsabilità dei massacri perpetrati con la serie di attentati odierni a Madrid, ma anche l'attentato suicida contro una loggia massonica a Istanbul di due giorni fa e l'attacco dello scorso novembre a Nassiriya, dove rimasero uccisi 19 uomini della missione militare italiana in Iraq minacciando altresì un grande attacco contro gli Stati Uniti. "La squadra della morte é riuscita a penetrare nelle profondità dell'Europa crociata, ed a colpire uno dei pilastri dell'alleanza crociata, la Spagna, con un colpo doloroso", si legge nel comunicato firmato "Brigate Abu Hafs al-Masri/Al-Qaeda".
Di fronte a fatti così aberranti e alle continue minacce di Al Qaeda non c'è altra strada che quella di un maggiore impegno dell’Europa e dell’ONU.
Se tutto rimarrà in mano agli USA si rischia di avere una guerra infinita e di non essere più sicuri da nessuna parte.

Guardate hanno di nuovo decapitato le stelle, / insanguinando il cielo come un mattatoio
VLADIMIR MAJAKOVSKIJ

Berlusconi a Porta a Porta

"La Costituzione è stata scritta sotto l'influsso del pensiero sovietico".
No comment.

A proposito di imbecillità

L’accostamento fatto dall’”onorevole”Carra (Margherita) tra l’orrore di una tragedia collettiva (i morti di Madrid) e una disgrazia personale (l'infarto di Bossi), raggiunge un tale livello di imbecillità che non è neanche commentabile.
Ma chi glieli dà i voti a questa gente?
Viene in mente quella barzelletta per la quale quando dio assegnò l'imbecillità, in diversi fecero al fila due volte (e, aggiungo io, molti di essi avrebbero fatto carriera politica, sotto quale bandiera non importa).

giovedì 11 marzo 2004

Eta o Al Qaeda?


Ancora orrore. Più di 100 morti e 1400 feriti nella strage sui treni a Madrid.
Per ora, nessuna rivendicazione ma il Governo spagnolo ha subito accusato i separatisti baschi dell'Eta.
Batasuna, il partito radicale basco dichiarato fuori legge per i suoi legami con l' Eta, nega che l’attentato possa essere opera dell’ETA e ne attribuisce la responsabilità ai movimenti islamici.
Ma è davvero stata L'ETA? Nessuna rivendicazione, nessun vantaggio apparente. I partiti nazionalisti perderanno solo voti e qualsiasi simpatia da parte della gente. Possibile che questi assassini siano tanto stupidi, oltre che folli?
Perplessità, viste le modalità degli attentati, sono state espresse anche dall'Europol.
E in un furgone nella città di Alcalà de Henares da cui erano partiti i treni, sono stati trovati sette detonatori e alcune cassette con versetti del corano in arabo, mentre
da Londra arriva la notizia di una presunta rivendicazione del gruppo integralista islamico Al Qaeda che parlerebbe di attacchi contro i "crociati" e di "Operazione treni della morte". Nel messaggio si leggerebbe anche la seguente frase"Siamo riusciti a infiltrarci nel cuore dell'Europa crociata e abbiamo colpito una delle basi dell'alleanza dei crociati".

mercoledì 10 marzo 2004

Spigolature dai blog

Dal blog dell’Associazione Niccolò Machiavelli:
DISCORSO ALLA MAGGIORANZA
Le donne ricordino di essere la maggioranza degli elettori: sta a loro farsi valere
CARLO AZEGLIO CIAMPI, 8 marzo 2004
Sono d’accordo. Basta con il piangersi addosso, col dare la colpa agli uomini, alla società, ai figli, della propria mancata realizzazione nella vita e nella professione. Chi ha degli obiettivi e si impegna per raggiungerli in genere ci riesce, uomo o donna che sia.
E’ vero che ancora oggi mancano strutture adeguate che liberino la donna da certi obblighi, la cura dei figli, dei genitori anziani, della casa, ecc. ecc.
Ma chi l’ha detto che dette incombenze debbano essere femminili. Sta anche alla donna farsi valere e “rivogarne” al proprio partner almeno la metà.
PROBABILITA' E RISCHIO
C'è una probabilità del 67 per cento che Dio esista. Lo sostiene nel suo libro 'The probability of God' lo scienziato britannico Stephen Unwin di professione analista del rischio.
Cfr. Maria Chiara Bonazzi, Dio esiste? Al 67 per cento, La Stampa, 9 marzo 2004
Mi sembra una percentuale un po’ arrischiata, ma se lo dice un matematico e analista del rischio, varrà la pena di leggere il libro. Al momento però non mi risulta che sia stato tradotto in italiano.
I PERFETTI
Sono convinto che la rovina del mondo siano i Perfetti, in genere perfettamente fanatici, dai custodi della Parola Rivelata ai rivoluzionari zelanti.
MICHELE SERRA, La Repubblica, 7 marzo 2004
Dal blog “Macchianera”










 

 I comici degli Stati Uniti sono concordi: speriamo che Bush ce la faccia.
Anche se Kerry non appare poi così male.
Un po’ come fosse Prodi vs Berlusconi.







 La vittoria di Berlusconi è stata infatti una manna per i comici, ma anche Prodi non sarebbe male.











Ogni tanto poi è carino dare un'occhiata al Silvio Berlusconi's weblog che riporta tutte le esternazioni del Presidente del Consiglio.

Sottotitolo: Le mie dichiarazioni. Da conservare per i posteri e rileggere quando si è un po' giù... cribbio!

 

lunedì 8 marzo 2004

La festa della donna

E' l'ora di farla finita.
Ma non sarebbe il caso di farla finita con la festa della donna?
Lasciamo perdere l’origine della festa, il ricordo di un episodio tragico, che non sarebbe stato meno tragico se in quella fabbrica, negli USA, agli inizi del XX° secolo fossero arsi vivi 100 e più uomini anziché altrettante donne.
Ma poi questa festa è divenuta simbolo del fatto che la donna ha quasi gli stessi diritti, quasi lo stesso peso nella società dell’uomo. Altrimenti perché celebrare una ricorrenza del genere? Sembra la giornata dell’handicappato e simili. Esiste forse la festa dell’uomo?
Pertanto io non la festeggio. Dovremmo tutte rifiutare mimose e auguri ed evitare quelle terribili cene tra donne.

domenica 7 marzo 2004

Indagini storiche o manovre politiche?


Il dopoguerra-Fatti e misfatti del nostro passato recente

Mi sembra che negli ultimi tempi si stia tentando una manovra revisionistica della nostra storia recente. Dallo sdoganamento dei fascisti, improvvisamente ex (particolarmente dopo che Fini ha definito il fascismo male assoluto), con un ex, vice presidente del Consiglio, alla conciliazione nazionale, passando per la considerazione che uguali barbarie furono commesse sia nell’uno che nell’altro degli opposti schieramenti, che tutto il male non fu da una parte sola, che anche chi combatté per la RSI lo fece per amor di patria ritenendo che quella fosse la scelta giusta (e non nego che per qualcuno sia stato così, che abbia semplicemente combattuto ritenendo di fare il proprio dovere senza macchiarsi di delitti orrendi e, del resto, nemmeno tutti i tedeschi furono SS).
Sono ormai passati 60 anni dagli eventi, forse è giunto il momento di cominciare a guardare a quella storia con maggiore senso critico, scevri ormai dalle passioni, dalle rabbie e dagli odi del passato, facendo luce anche sulle vendette dei partigiani, sulle centinaia di omicidi, compiuti per punizione, vendetta, fanatismo politico e odio di classe di cui fu teatro l’Italia del Nord dall’aprile del’45 alla fine del ’46.
Così giornali e riviste, rubriche televisive, libri, tutti a parlare di cosa sia successo durante la fase finale della seconda guerra mondiale ed il primo dopoguerra, delle vendette rosse e delle foibe, argomenti che è giusto esaminare, ma un conto è l’indagine storica, altro il tentativo di ribaltare il senso degli avvenimenti e il giudizio storico sul fascismo che portò alla rovina il nostro paese alleandosi con Hitler, entrando dalla parte sbagliata in una guerra che comunque l’Italia non era in grado di combattere per mancanza di adeguata struttura industriale e militare, una guerra persa in modo ignominioso, anche per la fuga del re, del governo e il conseguente totale sfaldarsi dell’esercito, avvenimenti che hanno macchiato forse per sempre l’immagine del nostro paese.
Quindi non possiamo dimenticare. E se ci siamo in parte riscattati come popolo e come Nazione, lo dobbiamo soltanto alla Resistenza. Che poi nel suo ambito ci siano stati eccessi nessuno lo nega e se ne parla da anni, anche se molti hanno discusso "Il sangue dei vinti" di Giampaolo Pansa, come se le vendette dei partigiani fossero un assoluto inedito, un argomento tabù di cui non si era mai parlato, di cui non si doveva parlare.
Sto leggendo il libro di Pansa e forse ne parlerò nei prossimi giorni. Per il momento sull’argomento in questione mi sembra interessante la lettura di un articolo di Mario Pirani uscito nel 1990 e ripubblicato in prima pagina sulla Repubblica di venerdì 7 novembre 2003 proprio in occasione dell’uscita del libro di Pansa, ove tra l’altro si fa riferimento al periodo immediatamente successivo a quello delle cosiddette vendette partigiane, "alla risposta dello Stato, impersonata dal ministro degli Interni, Mario Scelba, che fu violenta e trascese sovente in persecuzioni e brutalità: Montescaglioso, Lentella, Modena e molti altri paesi e città piansero altre vittime. Negli anni a cavallo tra il '48 e i primi del '50 caddero in scontri di piazza 48 comunisti, gli arrestati furono 73.000, i condannati più di 15.000 per complessivi 7.598 anni di carcere. Molti fra loro i capi partigiani. Erano, invece, in libertà, grazie all´amnistia promossa da Togliatti, anche i peggiori torturatori repubblichini."

venerdì 5 marzo 2004

Efficienza Telecom

Finalmente trovate le cause dei miei problemi di connessione: un guasto al modem, sostituito il quale tutto ha ripreso a funzionare regolarmente (spero). Per arrivare alla soluzione c'è voluto quasi un mese. Allucinante. Ma la Telecom non era stata privatizzata? In questa occasione l'efficienza dimostrata è da ente pubblico.