Berlusconi, che simpatico. Ha scoperto che i politici rubano. L’altro giorno, in visita in Grecia ha detto, testuale: “Ci sono uomini politici che non hanno mai fatto altri mestieri e che oggi possiedono seconde case e barche da diporto. Dove hanno preso i soldi per comprarle? Ve lo dico io: li hanno rubati”. Ma guarda un po’, chi l’avrebbe mai detto? Tuttavia, a prescindere dal fatto che non si può mai generalizzare, perché ci sono sempre le lodevoli eccezioni (che confermano la regola), bisogna anche vedere da che pulpito viene la predica. Berlusconi i miliardi li ha fatti come imprenditore e prima di entrare in politica (anche se sul come li ha fatti ci sarebbe qualche dubbio, o per lo meno la cosa ha incuriosito tanti e anche qualche procura della Repubblica) ma, non è forse anche il capo di un partito politico, quindi di una banda di ladri, oppure i politici di Forza Italia non rubano? E infatti se, sulla base dell’identikit da lui disegnato, trovare i nomi dei ladri era abbastanza semplice e riguardava politici di tutti i settori, tanto che reazioni e minacce di querela si sono avute da tutte le direzioni, il premier ha subito doverosamente precisato “Nessuna allusione ai miei alleati”. Pertanto per i suoi alleati comprarsi la seconda casa e la barca è lecito. Tutti gli altri invece sono ladri di fatto e di diritto. Il ragionamento sembra almeno contrastare con i principi della logica.
E non si era ancora spenta l’eco della succitata esternazione che ieri l’onnipresente premier è intervenuto telefonicamente alla domenica sportiva con un lungo discorso nel quale ha ripetuto quello che già aveva dichiarato ai giornali il giorno prima circa le tattiche che il tecnico del Milan Ancelotti dovrà seguire da ora in poi precisando tra l’altro che “è giusto non parlare al manovratore, ma un presidente, soprattutto se capisce di calcio come me, dà una filosofia” E se Ancelotti non si adegua? Nessun problema “al massimo non farà più il tecnico del Milan. Io gli auguro di farlo fino a tarda età”. Forse, come al solito scherzava. Ha anche tenuto a precisare di non parlare come premier (e spererei bene) ma come l’ex allenatore della Edil Nord.
Risposta in diretta del Presidente della RAI, Lucia Annunziata, che, sempre per telefono, ha invitato il Presidente del Consiglio a non occupare spazi che non sono della politica. Questo più o meno il resoconto dei giornali di stamani.
Poiché non ho alcun interesse per lo sport in generale e per il calcio in particolare, non ho visto la trasmissione, però mi è stato riferito di un battibecco divertente tra il premier e Vittorio Zucconi, corrispondente de La Repubblica dagli USA, che ha detto di non ricordare Berlusconi nella carica di allenatore dell’Edil Nord che per un certo periodo aveva invece ricoperto lui stesso. E Berlusconi, di rimando, fatto presente di aver assunto quell’incarico subito dopo che lo aveva lasciato Zucconi, ha tenuto a precisare che la squadra che, sotto la direzione tecnica del primo, aveva sempre perso, con lui ha cominciato a vincere! Che carino! Vincente e fortunato.
Ma sarà per questo che il personaggio suscita tanti amori ed altrettanti odi. Più di qualsiasi altro politico. A volte tutto questo dibattere intorno a lui mi sembra eccessivo e controproducente anche per chi lo avversa. Scalfari ieri su la Repubblica lo definiva l’”Unicum” e “Lui”. Ma è certo che senza Berlusconi, Forza Italia non esisterebbe, che il partito è lui stesso. Se a ciò si aggiungono le sue esternazioni da simpaticone che dice ciò che gli passa per al testa, si capiscono forse i motivi di tanta passione.
Peraltro sembra sia riuscito a far avvicinare alla sinistra personaggi insospettabili. Che alla fine a forza di vedere comunisti dappertutto non riesca anche a resuscitarli davvero?
Per esempio Giovanni Sartori, intellettuale moderato, di solida ispirazione liberale, uno dei massimi studiosi di politica del nostro tempo sembra sia guardato con sospetto dai palazzi del potere quasi fosse un pericoloso estremista. Berlusconi lo ha definito “rompiballe” e Baget Bozzo “il politologo che non sa niente di politica”. Ora non conosco bene Sartori, ma in particolare il giudizio di Baget Bozzo, mi fa propendere in favore del primo. Dunque Sartori il cui ultimo libro, una raccolta di articoli usciti su il Corriere della Sera, L’Espresso e Micro Mega nell’arco degli ultimi dieci, si intitola eloquentemente “Mala Tempora” e tratta della distruzione delle società liberaldemocratiche a causa dell’ignoranza e dell’ingordigia imperanti, sostiene che siamo in un regime, ovvero non una dittatura ma una democrazia totalitaria, che sfugge a qualsiasi elemento costituzionale, un sistema politico plebiscitario che ha una forte caratterizzazione personale, come dimostrerebbero le diverse leggi fatte “ad personam” da questo governo e le pressioni dello stesso sui giornali e sulla televisione.
Dice anche che la situazione è pericolosa, perché l’Italia è un paese senza vertebre, perché al momento della prova gli italiani non reagiscono, ma subiscono. Siamo stati il paese più invaso e conquistato d’Europa e con tutti i conquistatori dai tempi delle invasioni barbariche siamo sempre riusciti a trovare un accordo nel segno della sopravvivenza. Con potenti e prepotenti possiamo esibire uno straordinario mestiere di navigazione che è anche rassegnazione e sottomissione.
Scritto ieri sera ma postato stamani a causa del persistente problema sul server. Qualcuno ne sa qualcosa? Non ho nemmeno capito se si tratti di un problema locale o nazionale.