mercoledì 29 ottobre 2003

Crocefissi

Sono sempre stata del parere che i crocefissi, come qualsiasi altro simbolo religioso, non avrebbero dovuto mai fare l'ingresso nelle scuole. E anche l’ora di religione, pur opzionale, dovrebbe essere abolita e sostituita da un corso di storia delle religioni. Per professare una fede ci sono altre sedi, appositamente deputate, ma la scuola deve essere rigorosamente laica. Chi la pensa diversamente può iscrivere i propri figli ad una scuola privata.

Non mi piace tuttavia che la questione sia stata sollevato da un personaggio come Adel Smith le cui motivazioni non sono certo ispirate da spirito laico e magari chiede che siano tolti i crocefissi, solo perché non può chiedere l’introduzione del velo islamico per le studentesse e l’insegnamento del Corano per tutti, rischiando peraltro di inasprire le tensioni in atto e di fornire appigli a chi non aspetta altro.

lunedì 27 ottobre 2003

Cookies

Non riuscivo più a postare perché "Splinder" non mi riconosceva al log-in. Ho lasciato commenti qua e là su quello che credevo un problema tecnico e ho anche scritto alla redazione di "Splinder". Poi, sulle soglie di una crisi di astinenza, ho avuto l'illuminazione e ho finalmente capito il problema. Qualcuno mi aveva consigliato di aumentare le protezioni sul mio computer bloccando tutti i "cookies". E' bastato ripristinare il livello predefinito di protezioni e tutto è tornato a posto.Ora però è troppo tardi per "postare" qualcosa di vagamente sensato.

Mi limito a riportare quanto avrebbe detto Sandro Bondi, coordinatore di Fi (la notizia sarebbe stata ripresa dal "Corriere della Sera" del 25 ottobre):

"Berlusconi è un uomo autenticamente liberale. È enormemente buono, straordinariamente buono. Ha ragione Ferrara quando lo paragona a Mozart per il candore e la genialità. Berlusconi è candore, è purezza".!!!

Ma è possibile che qualcuno si esprima così?

giovedì 23 ottobre 2003

Si sciopera il 24 ottobre?

Sono molto incerta sull’adesione allo sciopero indetto dai sindacati per venerdì 24 ottobre sulla riforma delle pensioni.


Ritengo che l’innalzamento dell’età pensionistica sia un provvedimento, sicuramente non popolare, ma  necessario che tutte le società sviluppate si trovano di fronte. Peraltro analoga proposta sarà presentata a giorni dal governo tedesco.

Quello che mi preoccupa è il trattamento pensionistico. Ritengo infatti che il tenore di vita raggiunto nell’età lavorativa debba essere garantito anche dopo il collocamento a riposo, tenuto anche conto delle maggiori spese che potrebbero essere necessarie per problemi connessi all’età.

Sarei d’accordo con la riforma se stabilisse l’innalzamento dell’età pensionabile, ma contemporaneamente  garantisse un trattamento pensionistico basato sugli ultimi stipendi per tutti coloro che non superano il reddito annuo lordo di € 70.000. Oltre questa cifra dovrebbero esserci riduzioni direttamente proporzionali all’aumentare del reddito. Ma non mi sembra che la proposta del governo vada in questo senso.

Personalmente avendo ormai perso le speranze di potermi dedicare a qualcosa di diverso in campo lavorativo (i blog e i siti internet non sono una fonte di reddito!) sarei comunque rimasta almeno fino al raggiungimento del 60° anno (che orrore!, l’età, non la pensione) ma speravo negli incentivi cui, se la proposta viene approvata, non avrò più diritto, in quanto, se h ben capito, riguarderanno solo coloro che avranno raggiunto 35 anni di contributi e 57 anni di età prima del 2008.

sabato 18 ottobre 2003

In due articoli del Foglio le presunte frustrazioni del popolo dei "blogger"

Sul Foglio del 14/10/2003 c’è un articolo  a firma di Guia Soncini dal titolo “Il rimuginare artistico e logorroico in cui affoga il demiurgo del blog” (!?), in cui i “blogger” sono definiti “popolo di segaioli orfani di editore che nascosti dietro nomignoli da giovane marmotta, vomitano veleno su chiunque”.

Ecco alcuni passaggi dell’articolo:

“..Te ne apri uno, e ci scrivi dentro quel che ti pare. Nessuna esigenza di credibilità, si sensatezza, di linea editoriale. Nessun caporedattore che ti dica di riscrivere la tal cosa perché è raccapricciante, la tal’altra perché è mal espressa, infondata, irragionevole. Ti apri un blog e la tua giornata la passi – invece che chiuso in bagno con riviste hard, come i tuoi predecessori – attaccato al computer a digitare le tue opinioni di cui all’universo mondo non fregherebbe moltissimo, se solo non ci fosse un gigantesco complotto per impedirti di essere il più venduto, temuto, riverito autore del catalogo Einaudi..”

Ovviamente tra i “blogger” la cosa non è piaciuta e alcuni sono passati a commenti altrettanto volgari sull’essere “cessa” e bisognosa di sfogo sessuale della giornalista in questione, la quale ha ritenuto bene di rispondere sullo stesso tono in un articolo del 17 ottobre.

Anche se tutto sommato la questione non mi sembra molto interessante, poiché stasera non ho niente di meglio da fare, dirò anche la mia.

In primo luogo rilevo che ormai è prassi consolidata che le divergenze di opinione debbano essere condite da reciproci insulti a sfondo sessuale. Non sono certo una che non usa termini fioriti quando sia necessario e nel linguaggio di tutti i giorni, ma certi tipi di offese, soprattutto se compaiono su testate nazionali, mi sembrano l’espressione massima di mancanza di idee.

Premesso ciò, mi domando come mai la Soncini, di cui fino ad oggi ignoravo l’esistenza, anche perché non sono lettrice abituale del “Il Foglio” che, peraltro “on line” è quasi illeggibile (essendo assai difficile impostare la pagina in formato PDF nella giusta grandezza), manifesti un furore degno di miglior causa nei confronti dei “blogger”. Forse, come sostiene qualcuno, per timore che il suo status di giornalista possa essere messo in discussione da questi ultimi?

Personalmente ritengo il blog una “rivoluzione” nel campo della comunicazione, un mezzo che permette a tutti di esprimere le proprie opinioni su quel che accade nel mondo. E questo mi sembra un fatto positivo. Poi ovviamente di molte opinioni si potrebbe fare a meno. Ma quante sono le cose al mondo di cui nessuno sente la mancanza? E quanti tentativi devono essere fatti in qualsiasi disciplina, in qualsiasi settore, per ottenere qualcosa di originale, creativo, interessante, ecc.ecc.?

E se poi qualcuno vuole raccontare le proprie paranoie e questo gli serve a stare meglio, in fondo mica danneggia nessuno e comunque lo fa gratis.

Infine per quanto mi riguarda il mio non è uno pseudonimo da giovane marmotta, in quanto, anche se posto come Marivan, nell’Url del mio blog c’è nome e cognome.

Mi diverto a scrivere quello che penso e lo faccio quanto e quando mi pare con buona pace della Sig.ra Soncini e di chiunque altro.

giovedì 16 ottobre 2003

Iraq, Afghanistan e Liberia: la guerra privata di George W.Bush

"Dei 180.000 soldati impiegati in Iraq, ben un terzo, ovvero 60.000 di loro sono mercenari. Soldati privati, dipendenti da agenzie e società private americane che hanno firmato dei contratti che potremo definire di leasing con il Pentagono per la fornitura di uomini, istruttori e mezzi. Un businness calcolato (per difetto) in 100 miliardi di dollari."

"Le "Mpc" (Military private companies) che hanno firmato i contratti segreti con il Pentagono per il noleggio dei corporates warriors (i soldati privati al soldo delle autorità militari americane) appaiono saldamente presenti nella classifica delle 500 compagnie più potenti degli Usa, e nel gotha delle Mpc appare la Halliburton, la compagnia che ha visto in qualità di vicepresidente, l'attuale braccio destro alla Casa Bianca del presidente GeorgeW.Bush, Dick Cheney."

"La presenza dei moderni soldati di ventura, oltre che in Iraq, è segnalata in Afghanistan, e sono proprio i corpi militari privati di fiducia dell'amministrazione Bush ad essere presenti da qualche settimana nella Liberia del dopo Taylor devastata dalla guerra civile."

Notizie tratte da un articolo  pubblicato sul sito "Reporter Associati"

"Reporter Associati"  nasce dall’esperienza e dalle idee di un gruppo di giornalisti, reporter indipendenti, operatori dell’informazione e fotoreporter che hanno scelto di associarsi per realizzare un independent media nuovo ed originale nel panorama della stampa on-line. L'associazione annovera tra i propri collaboratori il giornalista Pino Scaccia. 

Bolivia: gli USA difenderanno la democrazia!

Domenica scorsa in quello che è il più povero paese dell’America del Sud, la Bolivia, nella cittadina El Alto, non lontano dalla capitale La Paz, è esplosa una massiccia contestazione popolare, violentemente repressa dalle forze armate. Il bilancio delle vittime nel fine settimana è stato di 26 morti e un centinaio di feriti. Ma già dal lunedì il numero ha ripreso a salire.

Il presidente Gonzalo Sánchez de Lozada, miliardario imprenditore del settore minerario, grande amico dei Bush, non ha esitato a impiegare l’esercito per porre fine a una protesta contro la sua intenzione di esportare il gas naturale in Messico e negli Stati Uniti, senza soddisfare prima l’altissima domanda interna, in un paese che vive in condizioni di estrema povertà.

La consigliera presidenziale alla sicurezza, Condoleeza Rice, ha invocato "l'appoggio della comunità internazionale al presidente costituzionale" boliviano. E una nota del Dipartimento di Stato ha annunciato  minacciosamente che "non sarà tollerabile alcun insediamento d'un regime extracostituzionale in Bolivia" e che gli USA "difenderanno gli assetti democratici" del paese!

Così si è stesa sulla Bolivia l'ombra dell'intervento diretto di Washington, ovviamente a salvaguardia della democrazia.

Il 25ennale di Woityla e gli auguri di Ciampi e consorte

Passi l’inflazione di inserti sui giornali, la trasmissione di Porta a Porta dedicata all’avvenimento e, magari, qualche altro speciale TV, ma il messaggio a reti unificate del Presidente della Repubblica in occasione del 25ennale del papato di Woityla mi è sembrato un pò eccessivo. A parte i tradizionali auguri di fine anno, si presume che il Presidente della Repubblica si rivolga al paese solo in casi eccezionali e su argomenti di vitale importanza. Invece abbiamo dovuto sorbirci gli auguri di Ciampi e signora in occasione della succitata ricorrenza. E questo, pur rispettando tutte le religioni, purché in versione non fondamentalista, dal cattolicesimo all’Islamismo, dall’Induismo al Buddismo fino al Wicca e a tutta la paccottiglia New Age, mi è sembrato veramente troppo. Ma si sa, il nostro non sarà mai un paese laico e moderno. Purtroppo c'abbiamo il Vaticano in casa. E anche se non mi sembra che ci sia molta spiritualità in giro, sia a destra che a sinistra, tutti, fanno a gara a dichiararsi cattolici . E cosa sono la Margherita e UDC negli opposti schieramenti, se non il residuato della disciolta Democrazia Cristiana? I laici nel paese sono sempre stati un’esigua minoranza. La grande maggioranza appartiene ai due opposti, si fa per dire, schieramenti dei clerico-fascisti e dei catto-comunisti. Infatti se forse di fascisti veri e propri ne sono rimasti pochi e di comunisti, nell’accezione originaria del termine, nessuno, eccetto che nella mente di Berlusconi, le due succitate versioni cattolicheggianti sono ancora realtà preponderante in un paese, in cui il pensiero laico e liberale, minoritario, non ha mai dato origine ad uno schieramento politico di rilievo.

Che ci sia un forte desiderio di ricostituire la DC è innegabile. E forse l’opinione della Lega, per la quale ci sarebbe un complotto teso allo scopo, nel quale si inserirebbe anche l'ultima uscita di Fini sul voto agli immigrati, non è peregrina.

domenica 12 ottobre 2003

Voto agli immigrati

Ma cosa ci può essere dietro l'uscita di Fini? Fino a pochi anni fa faceva il saluto romano, riteneva Mussolini un grande statista, ecc. ecc. Ora vuole proporsi come esponente della destra moderata. Ma lo spazio è già occupato da Forza Italia e UCD. Inoltre in questo modo perde il suo elettorato di base che il fascismo ce l'ha ancora nel cuore. A cosa mira?

lunedì 6 ottobre 2003

Iraq e problema palestinese

Per rendere più accettabile all'Europa e al mondo arabo moderato l'invasione dell'Iraq, George W.Bush promise che il cambio di regime avrebbe reso raggiungibile la pace tra israeliani e arabi. Ma dopo sei mesi dalla fine del regime di Saddam Hussein di pace non se ne parla, il terrorismo fa vittime ogni giorno e la guerra arriva oltre i confini della Siria. Dunque la guerra per ora ha portato solo guerra. Intanto in Iraq non c'è neanche l'ombra di un governo democratico e chissà quando ci sarà.

Oggi in un'intervista su "La Repubblica" lo scrittore americano Norman Mailer  paragona l'impero americano a quello romano, ma senza "il grado di sofisticazione, cultura e storia della civiltà romana" e sostiene che "il tentativo di portare la democrazia in paesi fondamentalisti che odiano geneticamente la democrazia finisce per causare più fascismo sia nel nostro paese che all'estero"

Sondaggio scontato

Ma davvero alla RAI non era venuto il dubbio che il risultato del sondaggio lanciato dalla nuova “Domenica in” condotta da Paolo Bonolis sarebbe stato scontatissimo?

Gli italiani hanno risposto con migliaia di e-mail e telefonate (2525 nel solo pomeriggio di ieri) all’invito televisivo a dire "basta" a qualsiasi cosa.

E i risultati comunicati da Paolo Bonolis alle otto di sera vedono in testa “Berlusconi e i politici che dicono e non fanno”, al secondo posto figura la "distruzione del pianeta", al terzo la "malasanità", al quarto la coppia Bin Laden-Saddam Hussein, al quinto "quelli per cui conta solo il danaro, al sesto "l'aumento delle tasse", al settimo "letterine e calciatori in tv", all'ottavo "le angherie del capoufficio", al nono "l'aumento dei prezzi", al decimo "la pubblicità durante i film in tv".

Divertente sicuramente, ma non da "choc" come nell’articolo de “La Repubblica” di oggi.

Se in qualsiasi paese il premier avrebbe ottenuto un buon successo in un sondaggio del genere, nel caso di Berlusconi, il successo era addirittura scontatissimo, tenuto conto di quanti sognano di levarselo di torno, che non è detto siano la maggioranza nel paese, ma sono la maggioranza tra coloro che hanno interesse ad esprimere la propria opinione.

Oppure si credeva che la gente avrebbe risposto: la suocera, il vicino di casa, il capoufficio e simili amenità?

Ad ogni modo, da oggi, oltre che per e-mail e per telefono (al numero 16463), si potrà votare anche sul sito www.rai.it.

sabato 4 ottobre 2003

Internet ha 10 anni - Nuovi bisogni e paranoie

Internet ha dieci anni (almeno nella forma che conosciamo tutti). Un periodo sufficiente per fare un primo bilancio. A metà degli anni '90 "guru" come Kevin Kellysi erano lanciati in previsioni "visionarie": Internet avrebbe cambiato la democrazia, dato il potere ai cittadini, rivoluzionato i rapporti sociali, creato un sistema di comunità virtuali capaci di contrapporsi persino agli Stati. Sicuramente siamo ancora lontani da tutto questo, però ormai Internet è diventato strumento normale nella vita di tutti nel mondo industrializzato, coinvolgendo il lavoro e la vita privata, le amicizie e l’attività creativa, fino a determinare addirittura dipendenza.

Ultimamente è esploso il fenomeno blog, in continua espansione, anche se qualcuno ne ha già decretato la morte o lo ha definito fenomeno effimero (ma del resto così fu anche per il cinema e altre invenzioni). Nel settembre 2002 i Weblog italiani erano circa 1000, dodici mesi dopo sono 20.000 (notizia ripresa dal supplemento @lfa de Il Sole 24 Ore del 3 ottobre 2003). Tutto ciò ha creato nuovi bisogni e nuove paranoie.

Ad esempio in questi giorni la “blogosfera” è in agitazione, perché la "Tin.it" ha inserito un nuovo servizio “chiave unica” che avrebbe dovuto migliorare l'accesso a tutti. In realtà ci devono essere stati dei problemi, così le immagini che molti di noi avevano inserito nei propri blog riprendendole dal proprio spazio Web concesso da Virgilio sono sparite e non si entra più nell’amministrazione dei blog di Virgilio.

Così siamo tutti incazzati. Ho ricevuto diversi messaggi al mio ultimo post, ma solo uno riguardava l'argomento, tutti gli altri i disservizi della Tin.it.

Eppure si può vivere benissimo senza i blog. O no?

venerdì 3 ottobre 2003

AGLIO, il partito che non c'è

Ho appena scoperto un nuovo blog a più mani. Si chiama Aglio, il partito che non c’è e si presenta come un blog di politica “virtuale, possibile e impossibile”a più mani …perché è bello parlare e credere “che un mondo migliore sia davvero possibile”. E’ stato fondato da “alzataconpugno”, ed è aperto agli interventi di tutti coloro che vogliono aderire.

L’idea mi sembra interessante, anche se ho dato solo una scorsa al nuovo nato e pertanto non posso ancora giudicare. Ad ogni modo si parla male di Berlusconi, ovviamente, ma finalmente anche dell’opposizione inconcludente. Uno degli aderenti ha scritto: “Punterei più sulla proposta che sulla critica: altrimenti adottiamo la stessa strategia attuale e passiva dell'opposizione. E dove sarebbe la novità? La mia idea è che ogni volta che il Governo fa una cazzata, noi proponiamo una strada alternativa, con idee coerenti e realistiche.”(e speriamo che queste idee vengano fuori). E ancora “ Evitare di parlare di Berlusconi: lui vive del motto - sparlate di me, purché ne parliate". 

Però si chiama Aglio, perché tutti sanno CHE IL CAVALIERE HA INTOLLERANZA ALL'AGLIO COME I VAMPIRI !!!!!!!!!!!!!! e ci risiamo con il cavaliere e con i vegetali.

E’ possibile che da un po’ di tempo in qua in questo Paese qualsiasi partito o movimento di opinione si debba intitolare a qualche vegetale. E che parlare di Berlusconi sia diventato lo sport nazionale, più del calcio?

Addirittura qualcuno ha rispolverato la famosa Orazione di Cicerone contro Catilina: "Fino a che punto, Berlusconi, approfitterai della nostra pazienza? Per quanto tempo la tua pazzia si farà beffa di noi?A che limiti si spingerà una temerarietà che ha rotto i freni?.....(mese di settembre, uno degli ultimi post).

Questo però è troppo. Berlusconi come novello Catilina, proprio no. Sarà perché io ho sempre avuto simpatia per Catilina e non ho mai sopportato i conservatori moralisti come Cicerone.

mercoledì 29 ottobre 2003

Crocefissi

Sono sempre stata del parere che i crocefissi, come qualsiasi altro simbolo religioso, non avrebbero dovuto mai fare l'ingresso nelle scuole. E anche l’ora di religione, pur opzionale, dovrebbe essere abolita e sostituita da un corso di storia delle religioni. Per professare una fede ci sono altre sedi, appositamente deputate, ma la scuola deve essere rigorosamente laica. Chi la pensa diversamente può iscrivere i propri figli ad una scuola privata.

Non mi piace tuttavia che la questione sia stata sollevato da un personaggio come Adel Smith le cui motivazioni non sono certo ispirate da spirito laico e magari chiede che siano tolti i crocefissi, solo perché non può chiedere l’introduzione del velo islamico per le studentesse e l’insegnamento del Corano per tutti, rischiando peraltro di inasprire le tensioni in atto e di fornire appigli a chi non aspetta altro.

lunedì 27 ottobre 2003

Cookies

Non riuscivo più a postare perché "Splinder" non mi riconosceva al log-in. Ho lasciato commenti qua e là su quello che credevo un problema tecnico e ho anche scritto alla redazione di "Splinder". Poi, sulle soglie di una crisi di astinenza, ho avuto l'illuminazione e ho finalmente capito il problema. Qualcuno mi aveva consigliato di aumentare le protezioni sul mio computer bloccando tutti i "cookies". E' bastato ripristinare il livello predefinito di protezioni e tutto è tornato a posto.Ora però è troppo tardi per "postare" qualcosa di vagamente sensato.

Mi limito a riportare quanto avrebbe detto Sandro Bondi, coordinatore di Fi (la notizia sarebbe stata ripresa dal "Corriere della Sera" del 25 ottobre):

"Berlusconi è un uomo autenticamente liberale. È enormemente buono, straordinariamente buono. Ha ragione Ferrara quando lo paragona a Mozart per il candore e la genialità. Berlusconi è candore, è purezza".!!!

Ma è possibile che qualcuno si esprima così?

giovedì 23 ottobre 2003

Si sciopera il 24 ottobre?

Sono molto incerta sull’adesione allo sciopero indetto dai sindacati per venerdì 24 ottobre sulla riforma delle pensioni.


Ritengo che l’innalzamento dell’età pensionistica sia un provvedimento, sicuramente non popolare, ma  necessario che tutte le società sviluppate si trovano di fronte. Peraltro analoga proposta sarà presentata a giorni dal governo tedesco.

Quello che mi preoccupa è il trattamento pensionistico. Ritengo infatti che il tenore di vita raggiunto nell’età lavorativa debba essere garantito anche dopo il collocamento a riposo, tenuto anche conto delle maggiori spese che potrebbero essere necessarie per problemi connessi all’età.

Sarei d’accordo con la riforma se stabilisse l’innalzamento dell’età pensionabile, ma contemporaneamente  garantisse un trattamento pensionistico basato sugli ultimi stipendi per tutti coloro che non superano il reddito annuo lordo di € 70.000. Oltre questa cifra dovrebbero esserci riduzioni direttamente proporzionali all’aumentare del reddito. Ma non mi sembra che la proposta del governo vada in questo senso.

Personalmente avendo ormai perso le speranze di potermi dedicare a qualcosa di diverso in campo lavorativo (i blog e i siti internet non sono una fonte di reddito!) sarei comunque rimasta almeno fino al raggiungimento del 60° anno (che orrore!, l’età, non la pensione) ma speravo negli incentivi cui, se la proposta viene approvata, non avrò più diritto, in quanto, se h ben capito, riguarderanno solo coloro che avranno raggiunto 35 anni di contributi e 57 anni di età prima del 2008.

sabato 18 ottobre 2003

In due articoli del Foglio le presunte frustrazioni del popolo dei "blogger"

Sul Foglio del 14/10/2003 c’è un articolo  a firma di Guia Soncini dal titolo “Il rimuginare artistico e logorroico in cui affoga il demiurgo del blog” (!?), in cui i “blogger” sono definiti “popolo di segaioli orfani di editore che nascosti dietro nomignoli da giovane marmotta, vomitano veleno su chiunque”.

Ecco alcuni passaggi dell’articolo:

“..Te ne apri uno, e ci scrivi dentro quel che ti pare. Nessuna esigenza di credibilità, si sensatezza, di linea editoriale. Nessun caporedattore che ti dica di riscrivere la tal cosa perché è raccapricciante, la tal’altra perché è mal espressa, infondata, irragionevole. Ti apri un blog e la tua giornata la passi – invece che chiuso in bagno con riviste hard, come i tuoi predecessori – attaccato al computer a digitare le tue opinioni di cui all’universo mondo non fregherebbe moltissimo, se solo non ci fosse un gigantesco complotto per impedirti di essere il più venduto, temuto, riverito autore del catalogo Einaudi..”

Ovviamente tra i “blogger” la cosa non è piaciuta e alcuni sono passati a commenti altrettanto volgari sull’essere “cessa” e bisognosa di sfogo sessuale della giornalista in questione, la quale ha ritenuto bene di rispondere sullo stesso tono in un articolo del 17 ottobre.

Anche se tutto sommato la questione non mi sembra molto interessante, poiché stasera non ho niente di meglio da fare, dirò anche la mia.

In primo luogo rilevo che ormai è prassi consolidata che le divergenze di opinione debbano essere condite da reciproci insulti a sfondo sessuale. Non sono certo una che non usa termini fioriti quando sia necessario e nel linguaggio di tutti i giorni, ma certi tipi di offese, soprattutto se compaiono su testate nazionali, mi sembrano l’espressione massima di mancanza di idee.

Premesso ciò, mi domando come mai la Soncini, di cui fino ad oggi ignoravo l’esistenza, anche perché non sono lettrice abituale del “Il Foglio” che, peraltro “on line” è quasi illeggibile (essendo assai difficile impostare la pagina in formato PDF nella giusta grandezza), manifesti un furore degno di miglior causa nei confronti dei “blogger”. Forse, come sostiene qualcuno, per timore che il suo status di giornalista possa essere messo in discussione da questi ultimi?

Personalmente ritengo il blog una “rivoluzione” nel campo della comunicazione, un mezzo che permette a tutti di esprimere le proprie opinioni su quel che accade nel mondo. E questo mi sembra un fatto positivo. Poi ovviamente di molte opinioni si potrebbe fare a meno. Ma quante sono le cose al mondo di cui nessuno sente la mancanza? E quanti tentativi devono essere fatti in qualsiasi disciplina, in qualsiasi settore, per ottenere qualcosa di originale, creativo, interessante, ecc.ecc.?

E se poi qualcuno vuole raccontare le proprie paranoie e questo gli serve a stare meglio, in fondo mica danneggia nessuno e comunque lo fa gratis.

Infine per quanto mi riguarda il mio non è uno pseudonimo da giovane marmotta, in quanto, anche se posto come Marivan, nell’Url del mio blog c’è nome e cognome.

Mi diverto a scrivere quello che penso e lo faccio quanto e quando mi pare con buona pace della Sig.ra Soncini e di chiunque altro.

giovedì 16 ottobre 2003

Iraq, Afghanistan e Liberia: la guerra privata di George W.Bush

"Dei 180.000 soldati impiegati in Iraq, ben un terzo, ovvero 60.000 di loro sono mercenari. Soldati privati, dipendenti da agenzie e società private americane che hanno firmato dei contratti che potremo definire di leasing con il Pentagono per la fornitura di uomini, istruttori e mezzi. Un businness calcolato (per difetto) in 100 miliardi di dollari."

"Le "Mpc" (Military private companies) che hanno firmato i contratti segreti con il Pentagono per il noleggio dei corporates warriors (i soldati privati al soldo delle autorità militari americane) appaiono saldamente presenti nella classifica delle 500 compagnie più potenti degli Usa, e nel gotha delle Mpc appare la Halliburton, la compagnia che ha visto in qualità di vicepresidente, l'attuale braccio destro alla Casa Bianca del presidente GeorgeW.Bush, Dick Cheney."

"La presenza dei moderni soldati di ventura, oltre che in Iraq, è segnalata in Afghanistan, e sono proprio i corpi militari privati di fiducia dell'amministrazione Bush ad essere presenti da qualche settimana nella Liberia del dopo Taylor devastata dalla guerra civile."

Notizie tratte da un articolo  pubblicato sul sito "Reporter Associati"

"Reporter Associati"  nasce dall’esperienza e dalle idee di un gruppo di giornalisti, reporter indipendenti, operatori dell’informazione e fotoreporter che hanno scelto di associarsi per realizzare un independent media nuovo ed originale nel panorama della stampa on-line. L'associazione annovera tra i propri collaboratori il giornalista Pino Scaccia. 

Bolivia: gli USA difenderanno la democrazia!

Domenica scorsa in quello che è il più povero paese dell’America del Sud, la Bolivia, nella cittadina El Alto, non lontano dalla capitale La Paz, è esplosa una massiccia contestazione popolare, violentemente repressa dalle forze armate. Il bilancio delle vittime nel fine settimana è stato di 26 morti e un centinaio di feriti. Ma già dal lunedì il numero ha ripreso a salire.

Il presidente Gonzalo Sánchez de Lozada, miliardario imprenditore del settore minerario, grande amico dei Bush, non ha esitato a impiegare l’esercito per porre fine a una protesta contro la sua intenzione di esportare il gas naturale in Messico e negli Stati Uniti, senza soddisfare prima l’altissima domanda interna, in un paese che vive in condizioni di estrema povertà.

La consigliera presidenziale alla sicurezza, Condoleeza Rice, ha invocato "l'appoggio della comunità internazionale al presidente costituzionale" boliviano. E una nota del Dipartimento di Stato ha annunciato  minacciosamente che "non sarà tollerabile alcun insediamento d'un regime extracostituzionale in Bolivia" e che gli USA "difenderanno gli assetti democratici" del paese!

Così si è stesa sulla Bolivia l'ombra dell'intervento diretto di Washington, ovviamente a salvaguardia della democrazia.

Il 25ennale di Woityla e gli auguri di Ciampi e consorte

Passi l’inflazione di inserti sui giornali, la trasmissione di Porta a Porta dedicata all’avvenimento e, magari, qualche altro speciale TV, ma il messaggio a reti unificate del Presidente della Repubblica in occasione del 25ennale del papato di Woityla mi è sembrato un pò eccessivo. A parte i tradizionali auguri di fine anno, si presume che il Presidente della Repubblica si rivolga al paese solo in casi eccezionali e su argomenti di vitale importanza. Invece abbiamo dovuto sorbirci gli auguri di Ciampi e signora in occasione della succitata ricorrenza. E questo, pur rispettando tutte le religioni, purché in versione non fondamentalista, dal cattolicesimo all’Islamismo, dall’Induismo al Buddismo fino al Wicca e a tutta la paccottiglia New Age, mi è sembrato veramente troppo. Ma si sa, il nostro non sarà mai un paese laico e moderno. Purtroppo c'abbiamo il Vaticano in casa. E anche se non mi sembra che ci sia molta spiritualità in giro, sia a destra che a sinistra, tutti, fanno a gara a dichiararsi cattolici . E cosa sono la Margherita e UDC negli opposti schieramenti, se non il residuato della disciolta Democrazia Cristiana? I laici nel paese sono sempre stati un’esigua minoranza. La grande maggioranza appartiene ai due opposti, si fa per dire, schieramenti dei clerico-fascisti e dei catto-comunisti. Infatti se forse di fascisti veri e propri ne sono rimasti pochi e di comunisti, nell’accezione originaria del termine, nessuno, eccetto che nella mente di Berlusconi, le due succitate versioni cattolicheggianti sono ancora realtà preponderante in un paese, in cui il pensiero laico e liberale, minoritario, non ha mai dato origine ad uno schieramento politico di rilievo.

Che ci sia un forte desiderio di ricostituire la DC è innegabile. E forse l’opinione della Lega, per la quale ci sarebbe un complotto teso allo scopo, nel quale si inserirebbe anche l'ultima uscita di Fini sul voto agli immigrati, non è peregrina.

domenica 12 ottobre 2003

Voto agli immigrati

Ma cosa ci può essere dietro l'uscita di Fini? Fino a pochi anni fa faceva il saluto romano, riteneva Mussolini un grande statista, ecc. ecc. Ora vuole proporsi come esponente della destra moderata. Ma lo spazio è già occupato da Forza Italia e UCD. Inoltre in questo modo perde il suo elettorato di base che il fascismo ce l'ha ancora nel cuore. A cosa mira?

lunedì 6 ottobre 2003

Iraq e problema palestinese

Per rendere più accettabile all'Europa e al mondo arabo moderato l'invasione dell'Iraq, George W.Bush promise che il cambio di regime avrebbe reso raggiungibile la pace tra israeliani e arabi. Ma dopo sei mesi dalla fine del regime di Saddam Hussein di pace non se ne parla, il terrorismo fa vittime ogni giorno e la guerra arriva oltre i confini della Siria. Dunque la guerra per ora ha portato solo guerra. Intanto in Iraq non c'è neanche l'ombra di un governo democratico e chissà quando ci sarà.

Oggi in un'intervista su "La Repubblica" lo scrittore americano Norman Mailer  paragona l'impero americano a quello romano, ma senza "il grado di sofisticazione, cultura e storia della civiltà romana" e sostiene che "il tentativo di portare la democrazia in paesi fondamentalisti che odiano geneticamente la democrazia finisce per causare più fascismo sia nel nostro paese che all'estero"

Sondaggio scontato

Ma davvero alla RAI non era venuto il dubbio che il risultato del sondaggio lanciato dalla nuova “Domenica in” condotta da Paolo Bonolis sarebbe stato scontatissimo?

Gli italiani hanno risposto con migliaia di e-mail e telefonate (2525 nel solo pomeriggio di ieri) all’invito televisivo a dire "basta" a qualsiasi cosa.

E i risultati comunicati da Paolo Bonolis alle otto di sera vedono in testa “Berlusconi e i politici che dicono e non fanno”, al secondo posto figura la "distruzione del pianeta", al terzo la "malasanità", al quarto la coppia Bin Laden-Saddam Hussein, al quinto "quelli per cui conta solo il danaro, al sesto "l'aumento delle tasse", al settimo "letterine e calciatori in tv", all'ottavo "le angherie del capoufficio", al nono "l'aumento dei prezzi", al decimo "la pubblicità durante i film in tv".

Divertente sicuramente, ma non da "choc" come nell’articolo de “La Repubblica” di oggi.

Se in qualsiasi paese il premier avrebbe ottenuto un buon successo in un sondaggio del genere, nel caso di Berlusconi, il successo era addirittura scontatissimo, tenuto conto di quanti sognano di levarselo di torno, che non è detto siano la maggioranza nel paese, ma sono la maggioranza tra coloro che hanno interesse ad esprimere la propria opinione.

Oppure si credeva che la gente avrebbe risposto: la suocera, il vicino di casa, il capoufficio e simili amenità?

Ad ogni modo, da oggi, oltre che per e-mail e per telefono (al numero 16463), si potrà votare anche sul sito www.rai.it.

sabato 4 ottobre 2003

Internet ha 10 anni - Nuovi bisogni e paranoie

Internet ha dieci anni (almeno nella forma che conosciamo tutti). Un periodo sufficiente per fare un primo bilancio. A metà degli anni '90 "guru" come Kevin Kellysi erano lanciati in previsioni "visionarie": Internet avrebbe cambiato la democrazia, dato il potere ai cittadini, rivoluzionato i rapporti sociali, creato un sistema di comunità virtuali capaci di contrapporsi persino agli Stati. Sicuramente siamo ancora lontani da tutto questo, però ormai Internet è diventato strumento normale nella vita di tutti nel mondo industrializzato, coinvolgendo il lavoro e la vita privata, le amicizie e l’attività creativa, fino a determinare addirittura dipendenza.

Ultimamente è esploso il fenomeno blog, in continua espansione, anche se qualcuno ne ha già decretato la morte o lo ha definito fenomeno effimero (ma del resto così fu anche per il cinema e altre invenzioni). Nel settembre 2002 i Weblog italiani erano circa 1000, dodici mesi dopo sono 20.000 (notizia ripresa dal supplemento @lfa de Il Sole 24 Ore del 3 ottobre 2003). Tutto ciò ha creato nuovi bisogni e nuove paranoie.

Ad esempio in questi giorni la “blogosfera” è in agitazione, perché la "Tin.it" ha inserito un nuovo servizio “chiave unica” che avrebbe dovuto migliorare l'accesso a tutti. In realtà ci devono essere stati dei problemi, così le immagini che molti di noi avevano inserito nei propri blog riprendendole dal proprio spazio Web concesso da Virgilio sono sparite e non si entra più nell’amministrazione dei blog di Virgilio.

Così siamo tutti incazzati. Ho ricevuto diversi messaggi al mio ultimo post, ma solo uno riguardava l'argomento, tutti gli altri i disservizi della Tin.it.

Eppure si può vivere benissimo senza i blog. O no?

venerdì 3 ottobre 2003

AGLIO, il partito che non c'è

Ho appena scoperto un nuovo blog a più mani. Si chiama Aglio, il partito che non c’è e si presenta come un blog di politica “virtuale, possibile e impossibile”a più mani …perché è bello parlare e credere “che un mondo migliore sia davvero possibile”. E’ stato fondato da “alzataconpugno”, ed è aperto agli interventi di tutti coloro che vogliono aderire.

L’idea mi sembra interessante, anche se ho dato solo una scorsa al nuovo nato e pertanto non posso ancora giudicare. Ad ogni modo si parla male di Berlusconi, ovviamente, ma finalmente anche dell’opposizione inconcludente. Uno degli aderenti ha scritto: “Punterei più sulla proposta che sulla critica: altrimenti adottiamo la stessa strategia attuale e passiva dell'opposizione. E dove sarebbe la novità? La mia idea è che ogni volta che il Governo fa una cazzata, noi proponiamo una strada alternativa, con idee coerenti e realistiche.”(e speriamo che queste idee vengano fuori). E ancora “ Evitare di parlare di Berlusconi: lui vive del motto - sparlate di me, purché ne parliate". 

Però si chiama Aglio, perché tutti sanno CHE IL CAVALIERE HA INTOLLERANZA ALL'AGLIO COME I VAMPIRI !!!!!!!!!!!!!! e ci risiamo con il cavaliere e con i vegetali.

E’ possibile che da un po’ di tempo in qua in questo Paese qualsiasi partito o movimento di opinione si debba intitolare a qualche vegetale. E che parlare di Berlusconi sia diventato lo sport nazionale, più del calcio?

Addirittura qualcuno ha rispolverato la famosa Orazione di Cicerone contro Catilina: "Fino a che punto, Berlusconi, approfitterai della nostra pazienza? Per quanto tempo la tua pazzia si farà beffa di noi?A che limiti si spingerà una temerarietà che ha rotto i freni?.....(mese di settembre, uno degli ultimi post).

Questo però è troppo. Berlusconi come novello Catilina, proprio no. Sarà perché io ho sempre avuto simpatia per Catilina e non ho mai sopportato i conservatori moralisti come Cicerone.