martedì 30 settembre 2003

I blog dei giornali

E ora anche  Repubblica.it  ha aperto i propri blog.   Media Trek ed Estremo Occidente meritano una visita.

Black-out


Ormai la notte del black-out l’hanno raccontata in tanti. Alcuni “blogger” con computer portatile alimentato a batterie nella prima mattinata di ieri erano già all’opera battendo le versioni on-line dei giornali, ma mezza rete e' in tilt, si lamentano, facendo presente tra l’altro che il sito dell'ENEL, regolarmente accessibile, non fa alcuna menzione del “problemino”, mentre quello del Gestore Nazionale dell'Energia sarebbe irraggiungibile, che il Corriere e' regolarmente on line con ultim'ora puntuale sul black-out, mentre Repubblica.it mostra un avviso di impossibile aggiornamento per mancanza di corrente elettrica (ma si rifarà nell’edizione cartacea di stamani con ben 23 pagine dedicate all’argomento).

Per quanto mi riguarda non mi sarei accorta di nulla se per pura casualità non mi fossi svegliata alle 4 del mattino: buio totale. Non è in corso un temporale e quindi è un po’ strano, ma ho troppo sonno per riflettere. Mi riaddormento, ma al risveglio, sono le 8,30, la situazione è identica e manca anche l'acqua: qualcosa di grave deve essere successo. Black-out? Ma in una fresca domenica di settembre i consumi energetici non dovrebbero essere da sovraccarico. Apprendo dai vigili urbani che la situazione riguarda tutta la città e che la corrente tornerà a chiazze ma non si sa quando. Dunque un problema locale. Poi però sento in strada qualcuno che parla di black-out nazionale e mi viene in mente che da qualche parte devo avere una radio a transistor. Vengo così a sapere che alle 3,30 della notte un temporale in Francia ha fatto saltare contemporaneamente sia la linea elettrica di alimentazione verso l'Italia che quella di riserva. Risultato: black-out completo di tutta la rete italiana. A Pistoia la corrente torna alle 9,30 circa, ma ci vuole l’intera giornata perché ritorni in tutto il paese. Intanto la Francia declina ogni responsabilità. Poi si viene a sapere che il guasto si è originato in Svizzera. Ma il responsabile della comunicazione di Atel (Societa' elettrica svizzera) spiega che in Svizzera, alle ore 3,00 di domenica, vi e' stata effettivamente un'interruzione di energia, aggiungendo tuttavia che non si e' trattato di nulla di eccezionale e che in casi come questo è molto importante la reazione delle autorità energetiche, con ciò facendo capire che forse questa reazione in Italia non è stata adeguata; chi era preposto a intervenire forse non lo ha fatto in tempo e si è verificata una reazione a catena con un’intera nazione al buio (esclusa la Sardegna). Stasera però il TG1 fa sapere che in Svizzera è stata aperta un’inchiesta. Quindi non c’è ancora piena chiarezza sulle cause e le responsabilità dell’accadimento.

Ma, subito dopo il colossale blackout che aveva colpito il nord-est degli Stati Uniti, non ci era stato detto che  l'Italia non correva il rischio di un black-out così esteso, perché la nostra rete sarebbe stata molto meglio organizzata di quella americana. Forse in quell'occasione gli esperti avevano dimenticato di dire che l'Italia dipende in parte dall'estero per quanto riguarda l'energia elettrica, e che quindi un minimo di rischio doveva essere sempre tenuto in conto. Ma quanto dipendiamo dall’estero? Sembra che importiamo il 20% del nostro fabbisogno energetico dalla Francia e dalla Svizzera, energia prodotta da centrali nucleari. Dopo la scelta (forse giusta, forse no, ma di sicuro condizionata dall'onda emotiva del disastro di Chernobyl) del referendum del 1987 ormai in Italia è quasi impossibile riportare il nucleare, avendo chiuso ogni laboratorio e progetto di ricerca in materia di atomo sicuro. Ma dopo la scelta di abbandonare il nucleare si sarebbe dovuto lavorare nella direzione delle energie alternative (solare, eolica, ecc.). Invece non si è fatto quasi niente e le centrali elettriche italiane funzionano ancora a petrolio. Ma soprattutto dipendiamo troppo da altri stati. E se con questi ci fosse un incidente diplomatico resteremmo tutti al buio?

Circolano anche voci di black-out politici programmati dal Gestore nazionale dell'energia per forzare la messa in opera di nuovi indispensabili impianti, di operazione manovrata dalla politica per fare qualche proposta di apertura centrali nucleari, addirittura di prove generali di controllo del territorio e delle modalità di funzionamento del programma di difesa in caso di eventuale attacco terroristico sulla rete elettrica o anche per semplice incidente o calamità di ampia portata: paranoie?

Non sarebbero una novità, purtroppo, certe manovre per influenzare l'opinione pubblica.

Certo, anche senza voler fare della dietrologia, che l’energia elettrica si interrompa alle 3,30 di una domenica mattina e' una casualità almeno un po’ strana. E se è veramente un guasto, siamo veramente messi male: un Paese che in una notte di week-end, la meno critica come carico elettrico, salta interamente per la mancanza di un paio di linee connesse a centrali nucleari altrui.

Ad ogni modo forse bisognerebbe fare qualche nuova centrale e certamente approvare un piano energetico nazionale che ancora non abbiamo.

Il Ministro della Attività Produttive Antonio Marzano se la prende con l'opposizione che non permette la costruzione di nuove centrali elettriche. L’opposizione dà la colpa di quanto è successo al governo che non ha un piano energetico. Ma chi ha ragione? Certamente non si può dare tutta la colpa ad un governo che è in carica da due anni. E Cosa hanno fatto i governi precedenti?

C’è chi sostiene che non è costruendo nuove centrali che si risolve, nell'immediato, il problema dei blackout: una centrale energetica comincia a entrare in produzione in media cinque anni dopo l'avvio della sua costruzione (se non ci si mettono i soliti ritardi "all'italiana"), mentre cose come una seria e incisiva campagna a favore del risparmio energetico cominciano a dare risultati tangibili nel giro di settimane o mesi.

Ma delle energie alternative non si parla più?

E’ vero che sul piano energetico in discussione al parlamento l’opposizione ha presentato 600 emendamenti? E’ vero che i “Verdi” non vogliono nemmeno le centrali eoliche, perché deturperebbero il paesaggio? Le ho viste in Spagna e non sono poi così oscene, sembrano mulini a vento. E, ad ogni modo, se non si vuole arretrare e uscire dal consesso delle nazioni economicamente avanzate e altamente tecnologiche e soprattutto se non vogliamo dipendere sempre più dall’estero, dobbiamo trovare delle valide soluzioni e nel più breve tempo possibile. D’accordo, no al nucleare (anch’io ho votato in tal senso nel 1987), ma si a tutte le energie alternative.

Tutto questo senza dimenticare che il problema è generale, non solo italiano, che riguarda tutto il mondo occidentale. Oggi in un articolo a firma di Piero Rampini su Repubblica si leggeva:” Il mondo intero corre ciecamente verso la catastrofe energetico-ambientale, foriera a sua volta d'inaudite tensioni geopolitiche, conflitti sociali e avventure militari. L'Italia corre nella stessa direzione, a modo suo: cioè mescolando eccessi postmoderni e debolezze premoderne, con in più quel sovraccarico di malafede e sguaiata rissosità interna che rende ancora più difficile al paese capire e affrontare una terribile emergenza. È questo il problema centrale dell'epoca contemporanea.
Continuando a sottovalutarlo, le nostre generazioni e le classi dirigenti che ci governano si macchiano di colpe incancellabili verso l'umanità futura.” E ancora:” Dimenticando quel tremendo segnale premonitore che fu la crisi energetica degli anni Settanta, i paesi industrializzati hanno rapidamente girato le spalle alle energie pulite e rinnovabili (sole, vento, maree, biomasse) e sono tornati a privilegiare gli idrocarburi: petrolio, carbone e gas sono le fonti di gran lunga prevalenti dell'energia elettrica generata dalle nostre centrali…..Risorse che hanno concentrato in un angolo del pianeta - il Medio Oriente e il Golfo Persico - un deposito inesauribile di rendite opulente, diseguaglianze sociali, dittature medievali, fanatismi religiosi, odio antioccidentale, terrorismi e interventi militari americani.”

giovedì 25 settembre 2003

Il Paese più americano d'Europa!



Silvio Berlusconi in un discorso a Wall Street davanti agli imprenditori americani ha rivendicato il merito di aver salvato l'Italia dai comunisti e ha rivolto un caloroso appello a investire in Italia che è "il paese più americano d'Europa". !?!

Dunque per il nostro Presidente del Consiglio l'America è il massimo bene e l'Italia è il paese europeo che ci si avvicina di più, magari allontandosi con ciò dall'Europa, o, almeno, dal centro che conta, Francia e Germania, ma questo non è importante.

A prescindere dal fatto che non c'è di che esserne orgogliosi, forse è vero: siamo il paese europeo in cui si aspira maggiormente a copiare pedissequamente "the american way of life" , in cui l'amore sviscerato di certuni per gli USA assomiglia a quello che i  comunisti professavano per l'URSS, e certamente quello i cui governanti sono sempre stati maggiormente adusi al vassallaggio nei confronti dell'iperpotenza d'oltroceano.

mercoledì 17 settembre 2003

Troppo lavoro

 Ormai è tardi per postare e sono troppo stanca per gli eccessi lavorativi degli ultimi giorni. Sto occupandomi della sostituzione della procedura informatica del mio ufficio. Allucinante. Gli informatici ogni giorno mi danno una versione diversa dello stesso problema. Il personale intende impegnarsi solo nell'arco del normale orario di lavoro e non gli importa nemmeno di riscuotere lo straordinario. Le donne devono ancora fare da mangiare ai mariti (ma siamo nel 2003?), gli uomini devono portare la mamma dal medico, o ci devono portare il cane oppure c'hanno l'appuntamento dal dentista. Roba da matti! 

lunedì 15 settembre 2003

Terremoto

Avvertita scossa di terremoto intorno a mezzanotte. Mi è parsa abbastanza forte rispetto ad altre sentite in passato, così sono scappata fuori, per rientrare poco dopo. Che si fa in questi casi? Come si fa a seguire i consigli degli esperti e ripararsi sotto archi, volte, stare vicino ai muri portanti (non so nemmeno quali siano) ecc., e soprattutto evitare le scale? Io sono claustrofobica e la prima cosa che mi viene in mente è scendere a precipizio le scale. Ad ogni modo, anche se Pistoia è classificata zona sismica di secondo grado, credo, non è mai successo niente (finora). Il telegiornale delle 23.50, in chiusura, ha dato la notizia riferendo che l'epicentro è nel bolognese, ma che la scossa sarebbe stata sentita in tutto il Nord e intorno a Firenze, e che non si hanno notizie di danni a persone o cose.

sabato 13 settembre 2003

Il fascismo benevolo che mandava "in vacanza" gli oppositori e altre considerazioni

Con legge n.2008 del 26 novembre 1926, recante "Provvedimenti per la Difesa dello Stato", fu istituito il Tribunale Speciale fascista. Esso reintroduceva la pena di morte per gli attentati contro la persona del Re e del capo del fascismo e puniva con sanzioni severissime ogni attività politica contraria al regime. Tutti i partiti politici erano già stati sciolti e messi fuori legge. Tale attività, dunque, era bollata come "sovversiva". Il collegio giudicante non era costituito da magistrati, ma da ufficiali della milizia fascista, i quali si esibivano in divisa e in camicia nera, in sostanza una banda di ausiliari della polizia politica, fra i quali non mancarono gli squadristi. Funzionò per quasi diciassette anni, dalla sua istituzione fino al 23 luglio 1943: l'ultima sentenza emanata porta questa data. Due giorni dopo, il 25 luglio, cadeva Mussolini. A questo punto "i giudici" si squagliarono. Nessuno fu perseguito.

Nell’arco dei suoi 17 anni di attività il Tribunale Speciale, in processi senza alcuna garanzia per la difesa, emise 4.600 condanne per circa 28.000 anni di carcere, 42 condanne a morte di cui 31 eseguite, 19 ergastoli.

Ma già prima della istituzione del Tribunale speciale, e fino al 25 luglio 1943, in ogni provincia funzionarono le Commissioni per l'invio al confino dei presunti "sovversivi". Queste mandarono in vacanza nelle isole o in piccoli comuni, soprattutto nel Mezzogiorno, dove erano sottoposte alla libertà vigilata, oltre 10.000 persone.

Non è poco. E anche se bisogna riconoscere che il sistema repressivo posto in essere dal fascismo non portò a veri e propri genocidi come quelli di Hitler, Stalin, Saddam Hussein, il raffronto tra i morti dell'una e dell'altra dittatura non toglie niente all'aberrazione che ciascuna rappresenta di per sé.

Perciò, nonostante i tentativi di rivedere la storia, Mussolini e i suoi rimangono responsabili della distruzione delle libertà civili e politiche in Italia ed in altri paesi, dell'uccisione di molti avversari politici, non solo di quelli condannati a morte dal Tribunale Speciale, ma anche di quelli fatti uccidere dalle squadracce (Mussolini peraltro si assunse la piena responsabilità del delitto Matteotti), di complicità con il nazismo di cui furono alleati.

Il nostro Presidente del Consiglio che giudica "benigno" il fascismo che, in fondo, si limitava a mandare in vacanza gli oppositori, sembra esserselo dimenticato, come Scalfaro si è dimenticato della Marcia su Roma, che, anche se di per sé fu una farsa, non può essere considerata una pacifica dimostrazione.

Forse questi politici andrebbero mandati a ripetizione di storia. Ma non sarà che con queste sparate si cerca, dall'una e dall'altra parte, di far dimenticare i problemi seri del paese e la mancanza di progettualità ?

Ma perché si è fatto tanto clamore sulla pazzia dei giudici e il fascismo benevolo è venuto fuori solo ieri? Sulla versione "on line" della rivista inglese "The Spectator", ove erano riportati stralci dell'intervista, la frase incriminata non si trova.

Sui giornali di oggi Berlusconi giustifica il proprio commento adducendo spirito patriottico. Per spirito patriottico si dovrebbe anche giustificare l'ignominia dell'8 settembre 1943, la fuga del re e del governo, lo squagliarsi dell'esercito,

di cui ci dovremmo vergognare ancora oggi, se non fosse stato per la Resistenza e anche per alcuni episodi di cui furono protagonisti reparti dell'esercito che decisero di non arrendersi ai tedeschi?

Tornando alla nostra epoca il paese avrebbe necessità di una riforma radicale, anzi di una rifondazione su nuove basi etiche.

Ma i nostri politici, in linea generale sono quanto di più lontano dall'etica, e anche la stragrande maggioranza dei cittadini.

Un progetto politico dovrebbe comprendere la garanzia dello stato sociale, ma anche l'eliminazione di

qualsiasi forma di assistenzialismo e parassitismo, il rinnovamento delle strutture e dei settori portanti del paese, a cominciare dalla scuola che deve essere pubblica e laica, salvo il diritto dei cittadini di scegliersi e pagarsi la scuola privata, alla ricerca, ancora assolutamente negletta nel nostro paese, alla pubblica amministrazione che deve finalmente diventare efficiente, alle opere pubbliche, e qui le priorità riguardano la salvaguardia dell'ambiente, la gestione delle risorse idriche, lo sfruttamento di energie alternative, anche se non è detto che in futuro si possa anche realizzare il ponte sullo stretto di Messina, una volta verificate le condizioni tecniche e di sicurezza.

Ma chi potrebbe portare avanti un progetto del genere? Il centro-sinistra è troppo frammentato e privo di idee.

Forse ci vorrebbe un partito liberale, democratico, laico, progressista, con una concezione morale della vita pubblica.

Ma tutto questo è utopia.

E se non si può parlare di progetti seri, ha un senso continuare a commentare le esternazioni di Berlusconi e degli altri?

Meglio interessarsi degli UFO?

venerdì 12 settembre 2003

Ricordare l'11 Settembre

Nel giorno della memoria per i tremila caduti del World Trade Center non si può dimenticare che l’11 settembre di ventinove anni fa, in Cile, il generale Pinochet rovesciò il governo di Salvador Allende, democraticamente eletto, con un colpo di Stato appoggiato dalla Cia. “Non si può permettere che il Cile diventi marxista, per il semplice motivo che la sua popolazione è irresponsabile”, disse Henry Kissinger, premio Nobel per la pace, all'epoca segretario di Stato degli Stati Uniti. Dopo il colpo di Stato, il presidente Allende fu trovato morto all'interno del palazzo presidenziale, non si sa se fu assassinato o se si suicidò. Nel regime di terrore che seguì, e che durò 17 anni, furono uccise migliaia di persone. Molte altre semplicemente `scomparvero'.

In questo articolo scritto un anno fa, e riportato da “ ComeDonChisciotte”, Tito Tricot, giornalista e sociologo cileno, si chiede se le vittime del World Trade Center siano da ritenersi più preziose degli innocenti assassinati nel colpo di stato in Cile dell'11 settembre 1973:

"Lunedi, 16 settembre 2002
I nostri sogni furono distrutti quando in una mattina nuvolosa i militari rovesciarono il governo democraticamente eletto di Salvator Allende.

Ventinove anni dopo, i pompieri cileni hanno fatto suonare le loro sirene per rendere tributo alle migliaia di uomini e donne che persero la loro vita senza sapere con precisione che cosa stava accadendo. Fu una commemorazione, non per le vittime del colpo di stato, ma per quelli che rimasero uccisi nel WTC a New York. Un evento triste, ma ancora più triste è che i pompieri cileni non abbiano mai suonato le loro sirene per ricordare i nostri morti. E ce ne furono migliaia, compresi molti bambini, assassinati dai militari.

Non è il caso di confrontare disperazione e dolore, ma, per un anno intero, i media americani hanno cercato di convincerci che la vita dei nord americani ha più valore di quella degli altri popoli. Dopo tutto, noi siamo il terzo mondo, cittadini di paesi sottosviluppati che possono essere arrestati, torturati e uccisi. Come altrimenti possiamo interpretare il fatto che il golpe militare nel nostro paese venne organizzato negli Stati Uniti?

La verità è che nessun presidente americano ha mai versato una lacrima per i nostri morti; nessun politico americano ha mai mandato un fiore alle nostre vedove.

I governi e i media americani usano criteri diversi per misurare la sofferenza. E’ proprio questa ipocrisia e questo doppio criterio di giudizio che fa male, in particolare quando, in quel giorno simbolico per i cileni, il presidente del Cile, Ricardo Lagos, ha presenziato una cerimonia commemorativa all’ambasciata americana dove l’ambasciatore, William Brownfield, ha affermato che “la gente che odia gli Stati Uniti deve essere controllata, arrestata o eliminata”.

In che mondo viviamo? Possiamo noi non fare nulla mentre, nel nome della lotta contro il terrorismo, i paesi vengono bombardati o invasi dalla macchina da guerra americana? Io credo di no, in particolare perché, prescindendo dall’orrore degli attacchi al WTC, gli USA non hanno alcun diritto morale ad imporre la propria volontà sul nostro continente.

Dopo tutto, noi in America Latina abbiamo un’ampia esperienza con le strategie terroristiche americane. Solo nel nostro continente 90.000 persone sono scomparse come risultato diretto delle operazioni e delle politiche anti-insurrezionali degli Stati Uniti – 30 volte il numero delle vittime del WTC.

Uno non può – e non dovrebbe – tentare di quantificare la sofferenza, ma noi abbiamo il diritto di denunciare questo doppio criterio di giudizio. Abbiamo anche il diritto di contestare la frase del Presidente Lagos: “..per la gioventù di oggi ciò che è accaduto nel 1973 fa parte della storia”. Alcune ore dopo la frase del Presidente, migliaia di persone – per lo più giovani – occuparono zone di Santiago e di alte città per esprimere i loro veri sentimenti circa questo disgraziato giorno nella storia del Cile. Hanno organizzato manifestazioni, veglie, concerti, incontri, seminari e barricate per difendersi dalla polizia.

E’ stato un modo per dire: nè gli Stati Uniti nè qualcun altro ha il diritto di rubare la nostra memoria. Nessuno ha il diritto di rubare il nostro giorno, perché l’11 settembre 1973 è inciso nei nostri cuori con le lacrime"..

Traduzione: come donchisciotte.net
Fonte: Guardian Unlimited

martedì 9 settembre 2003

Ci mancava Scalfaro!

L’ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, intervenendo alla Festa Nazionale dell’Unità a Bologna, ha detto :”Mussolini andò al potere nel rispetto dello Statuto Albertino. Quando nascono delle cose corrette è sbagliato dire: è nato in modo corretto, quindi andiamo a dormire. E se il giorno dopo quando ci svegliamo non è più corretta?” Applausi a scena aperta delle duemila persone presenti per l’evidente sottinteso.

Ma sono tutti rincoglioniti? E anche se Scalfaro per età ha il diritto di esserlo, chi lo ha applaudito per evidenti ragioni di politica spicciola non si rende conto che non è ammissibile travisare la storia in questo modo, per nessuna ragione al mondo?

Anche se la marcia su Roma fu un tentativo insurrezionale ridicolo (basta leggerne l’esilarante cronaca di Emilio Lusso),  e lo sapeva anche Mussolini che se ne stava a Milano pronto a fuggire in Svizzera, solo che il re avesse firmato lo stato d’assedio, resta il fatto che non è possibile chiamare democratica la conquista del governo da parte di chi si fece precedere da squadracce di uomini in armi, anche se poi, per un breve periodo, finse di accettare il gioco democratico?

Ma insomma Berlusconi ha fatto perdere la testa a tutti, oltre ad essere un po’ strano lui?

E questi (ex) democristiani cosa c…. vogliono?

Qualcuno mi spiega perché tutti questi (ex) “mangiacomunisti” improvvisamente son

diventati di sinistra e mandano anche in delirio le folle alla festa dell’Unità? I cattolici mi sembrano i più antiberlusconiani di tutti e pensare che l’oggetto di tanto odio sarebbe stato propenso a inserire il richiamo alle comuni radici cristiane nella costituzione europea (per fortuna che sono prevalsi i laici) e vuole che lo Stato finanzi le scuole private (ovvero cattoliche)!

postato da marivan | 01:29 | commenti (4)

lunedì 8 settembre 2003

Berlusconi secondo "The Spectator"

“These judges are mad twice over! First, because they are politically that way, and second, because they are mad anyway. To do that job you need to be mentally disturbed, you need psychic disturbances. If they do that job it is because they are antropologicamente different! That is why I am in the process of reforming everything.”

(Questi giudici sono matti due volte! La prima volta perché sono orientati politicamente in quel modo -cioè a sinistra- e la seconda perché ad ogni modo sono matti. Per fare quel lavoro bisogna essere mentalmente disturbati, bisogna avere turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente differenti! Questo è il motivo per cui io intendo avviare un processo complessivo di riforma).

Così Berlusconi al settimanale inglese “The Spectator”. Ma ovviamente anche l’esternazione sui disturbi mentali dei magistrati è già stata smentita dall’aurore. Si tratterebbe ancora una volta di uno di quegli scherzi cui ama indulgere specialmente di fronte alla stampa estera e al parlamento europeo.

A prescindere dal fatto che anche tra i giudici, come tra i rappresentanti di tutte le altre professioni, non può non esserci un certo numero di pazzi, così come di corrotti e di incompetenti,  tralascio qualsiasi altro commento, tanto hanno ormai commentato tutti, e mi concentro invece, più che sull’intervista, sull’articolo  interessante e divertente che la precede, come riportato nella versione on line della rivista, in cui i due intervistatori, il giornalista Boris Johnson e il corrispondente dall’Italia e biografo di Mussolini Nicholas Farrell (il primo in vacanza in Sardegna, l’altro arrivato per l’occasione da Predappio dove si sarebbe stabilito dopo aver visitato il luogo per motivi di studio), esprimono le loro impressioni sul personaggio Berlusconi. I due si sarebbero incontrati in un bar di Porto Rotondo per discutere sullo scopo dell’intervista e avrebbero deciso che non doveva essere quello di raggiungere un giudizio sulle vicende giudiziarie in cui è coinvolto il Presidente del Consiglio italiano, ma quello di capire se Berlusconi fosse positivo o meno per l’Italia, per l’Europa, per il mondo.

L’articolo è il racconto di alcune ore trascorse in compagnia del Presidente del Consiglio nella sua tenuta in Sardegna, contemplando il sole che tramonta dietro le rocce a strapiombo, fermandosi ad ammirare quasi con soggezione la forza che emana da un olivo cresciuto nella spaccatura di una roccia, percorrendo con lui su un “golf buggy” (un carrozzino per il gioco del golf che sembra avere copiato a Bush facendoselo rifare uguale ma in formato più grande ) l’enorme tenuta, con l’immensa piscina, le 4 vasche per talassoterapia costruite per Veronica (ma io perché non ho mai incontrato qualcuno che avesse almeno una piscinetta, una sauna, una vasca per idromassaggio!), il museo dei cactus, ascoltando il Presidente che, in una sala della sua villa, abbozza la sua visione del mondo, esalta la Thatcher, loda Blair, esalta Bush, sostiene la necessità di intervenire con la forza per imporre la democrazia, ribadisce che in Italia la sinistra ha infiltrato i propri uomini nei punti nodali dello stato, nella scuola, nei giornali, nelle televisioni, nella magistratura, e che lui sarebbe entrato in politica per salvare l’Italia dal comunismo, sostiene che la sinistra italiana avrebbe molti legami con la stampa estera e sarebbe riuscita a influenzare anche giornali conservatori come "The Economist", che i continui e ripetuti attacchi contro di lui sarebbero determinati dall’invidia, e via elencando.

E qual è il verdetto? Assolutamente positivo. I due intervistatori sono rimasti affascinati. E alla fine della corsa in trolley, davanti ad una birra in un bar di Porto Rotondo, arrivano alla conclusione che Berlusconi è una buona cosa.

Dall’interesse per i cactus, alle barzellette raccontate durante importanti meeting dell’Unione Europea, non solo sui comandanti dei campi nazisti, ma anche sulle possibili scappatelle della propria moglie, dalla felicità che sembra sprizzare dai pori del suo personale di servizio con il quale tratta cameratescamente, al suo ottimismo, tutto questo contribuirebbe a farne un personaggio affascinante. Il suo stile sarebbe eroico, gioiosamente regale. Dopo decenni di politici italiani oscuri, funesti, burocrati di partito afflitti da linguaggio convenzionale e persino da dialetto, ecco il grande Gatsby!

Che ci sia qualcosa di vero in questo giudizio? Perché Berlusconi ha ottenuto una maggioranza così ampia, anche se in giro si sente quasi solo la voce di chi lo avversa, come se chi l’ha votato se ne vergognasse, mentre nessuno si vergognava (e non è che non ce ne sarebbe stato motivo) di dichiarare il proprio voto per la Democrazia Cristiana? Certamente le cose che dice sui giornali, sulla magistratura, sui comunisti dappertutto, sulla congiura nei suoi confronti, sono espressione di paranoia. E anche tralasciando le vicissitudini giudiziarie, da cui comunque non sono immuni nemmeno i rappresentanti del centro sinistra, è certo aberrante e senza uguali in Europa la concentrazione di tanto potere nel settore dell’informazione nelle mani di una sola persona, che poi è anche il Presidente del Consiglio, (anche se nessuno può dire che il centro sinistra non abbia strumenti per veicolare le proprie idee ed opinioni, ammesso che ne abbia), mentre l’allineamento sulle posizioni del caro Bush non giovano all’immagine e alla posizione dell’Italia in Europa. Però qualche verità c’è anche in quello che dice Berlusconi: è certo, infatti, che la magistratura non funziona e che la pubblica amministrazione è pletorica, inefficiente e molto costosa. Mentre non è tutto vero quello che si sente dire contro lui. Anzi talvolta mi sembrano altrettanto paranoiche le esternazioni dei suoi avversari.

Mi è capitato di sentire affermazioni di questo tipo: che da due anni a questa parte la gente non vive più, come se prima si vivesse bene con stipendi medi di £. 2.000.000 al mese, che è stato smantellato lo stato sociale, che prima la sanità era gratis, come se i "ticket" li avesse inventati Berlusconi (del resto non ha inventato nemmeno la corruzione), che la scuola è sempre peggiore (è vero, ma è un fenomeno che data da lungo tempo, purtroppo, mentre i contributi alla scuola privata, cui sono assolutamente contraria, li aveva già approvati il centro sinistra) e via elencando.

E le affermazioni degli esponenti del centro-sinistra non sono molto diverse da quelle che si sentono in giro. Ma non sarebbe l’ora di farla finita e di concentrarsi invece che su Berlusconi, sulle idee, su un progetto? Purtroppo mancano le persone che abbiano le idee e soprattutto la capacità di imporle, anche attraverso un modo nuovo di presentarsi, in un’epoca in cui le ideologie sono tramontate e contano le persone. Il centro-sinistra pensa davvero di vincere le prossime elezioni ripresentando l’ex democristiano Prodi o il bel Rutelli?

giovedì 4 settembre 2003

Aiuto!

Qualcuno sa come liberarsi di Mimail. Ho scaricato FxMimail, ma non ha sortito alcun effetto. Ho scaricato anche le Patch consigliate dalla Microsoft, prima SP2 express e poi Sp4express, nonché Q330994 e Q822925 e FixBlast per W32.Blaster.Worm. Quest'ultimo sembra essere stato sconfitto, mentre Mimail c'è sempre. Inoltre da quando ho scaricato le suddette Patch le immagini compaiono più lentamente, i collegamenti si bloccano facilmente  e non c'è altra soluzione che  spengere il computer in maniera brutale, perchè il comando ALT+CTRL+CANC non funziona più. Inoltre compare il seguente avvertimento: "l'applicazione non può essere chiusa. Se si è in fase di debugging chiudere l'applicazione o chiudere prima il debugger". Qualcuno sa dove si trova e come si chiude il "debugger".

martedì 2 settembre 2003

I blog sono superati?

Un nuovo software in arrivo da New York. 

Ormai quasi ogni giorno esce un articolo sui “blog”. Sull'ultimo numero de L'Espresso ne ho trovato uno dall’eloquente titolo "I blog? Roba vecchia". L'autore, Franco Carlini, riconosce che i blog hanno offerto qualche possibilità in più rispetto all'interattività assai limitata delle pagine web, ma sostiene che si può fare di più e meglio e riporta la notizia che la Società Netomat di New York ha realizzato uno speciale software che, oltre a facilitare la produzione di pagine web, permette di intervenire sulle pagine già esistenti, sia nei testi che nelle immagini che nei suoni, così come se si trattasse di pareti sulle quali apporre graffiti. E' altresì possibile inviare e modificare foto e immagini. Le regole del gioco saranno dettate dal primo autore che stabilirà quali siano le parti aperte al cambiamento e quali no. I successivi visitatori potranno vedere sia le pagine originali che le modifiche e apportarne loro stessi. Il software, di cui dal sito della Netomat si può scaricare gratuitamente la versione beta, avrà un costo che dovrebbe essere contenuto rispetto ad altri programmi per la realizzazione di pagine Web.

Sono andata a fare un giro sul sito e ho scaricato il programma, ma devo dire che non mi è piaciuto affatto. Forse non ho capito bene come funziona, ma da una prima impressione mi è sembrato più adatto a chi si vuol divertire con la grafica che non a chi vuole veicolare pensieri ed opinioni. Si, il paragone con una parete per graffiti può essere azzeccato, ma è una cosa che non mi interessa. Peraltro c'è una galleria di esempi, a mio parere, molto brutti.

Per il momento preferisco i blog, che peraltro non richiedono di scaricare alcun programma e sono gratis. Invece per realizzare siti ci sono tanti programmi carini che non richiedono la conoscenza del linguaggio HTML.

Ma non sarà che giornalisti e scrittori hanno un desiderio, neanche tanto recondito, di di decretare la morte dei blog? E forse non solo perché, come per qualsiasi altro fenomeno o accadimento, dopo un pò non fa più notizia, o meglio l’unica notizia degna di nota sarebbe la sua fine.

Staremo a vedere, è troppo presto per dire se i blog si riveleranno una moda effimera o un nuovo mezzo di espressione destinato a durare e ad evolversi. Del resto anche ai primordi del cinema, ma non solo, fu detto che non ci sarebbero stati sviluppi.


martedì 30 settembre 2003

I blog dei giornali

E ora anche  Repubblica.it  ha aperto i propri blog.   Media Trek ed Estremo Occidente meritano una visita.

Black-out


Ormai la notte del black-out l’hanno raccontata in tanti. Alcuni “blogger” con computer portatile alimentato a batterie nella prima mattinata di ieri erano già all’opera battendo le versioni on-line dei giornali, ma mezza rete e' in tilt, si lamentano, facendo presente tra l’altro che il sito dell'ENEL, regolarmente accessibile, non fa alcuna menzione del “problemino”, mentre quello del Gestore Nazionale dell'Energia sarebbe irraggiungibile, che il Corriere e' regolarmente on line con ultim'ora puntuale sul black-out, mentre Repubblica.it mostra un avviso di impossibile aggiornamento per mancanza di corrente elettrica (ma si rifarà nell’edizione cartacea di stamani con ben 23 pagine dedicate all’argomento).

Per quanto mi riguarda non mi sarei accorta di nulla se per pura casualità non mi fossi svegliata alle 4 del mattino: buio totale. Non è in corso un temporale e quindi è un po’ strano, ma ho troppo sonno per riflettere. Mi riaddormento, ma al risveglio, sono le 8,30, la situazione è identica e manca anche l'acqua: qualcosa di grave deve essere successo. Black-out? Ma in una fresca domenica di settembre i consumi energetici non dovrebbero essere da sovraccarico. Apprendo dai vigili urbani che la situazione riguarda tutta la città e che la corrente tornerà a chiazze ma non si sa quando. Dunque un problema locale. Poi però sento in strada qualcuno che parla di black-out nazionale e mi viene in mente che da qualche parte devo avere una radio a transistor. Vengo così a sapere che alle 3,30 della notte un temporale in Francia ha fatto saltare contemporaneamente sia la linea elettrica di alimentazione verso l'Italia che quella di riserva. Risultato: black-out completo di tutta la rete italiana. A Pistoia la corrente torna alle 9,30 circa, ma ci vuole l’intera giornata perché ritorni in tutto il paese. Intanto la Francia declina ogni responsabilità. Poi si viene a sapere che il guasto si è originato in Svizzera. Ma il responsabile della comunicazione di Atel (Societa' elettrica svizzera) spiega che in Svizzera, alle ore 3,00 di domenica, vi e' stata effettivamente un'interruzione di energia, aggiungendo tuttavia che non si e' trattato di nulla di eccezionale e che in casi come questo è molto importante la reazione delle autorità energetiche, con ciò facendo capire che forse questa reazione in Italia non è stata adeguata; chi era preposto a intervenire forse non lo ha fatto in tempo e si è verificata una reazione a catena con un’intera nazione al buio (esclusa la Sardegna). Stasera però il TG1 fa sapere che in Svizzera è stata aperta un’inchiesta. Quindi non c’è ancora piena chiarezza sulle cause e le responsabilità dell’accadimento.

Ma, subito dopo il colossale blackout che aveva colpito il nord-est degli Stati Uniti, non ci era stato detto che  l'Italia non correva il rischio di un black-out così esteso, perché la nostra rete sarebbe stata molto meglio organizzata di quella americana. Forse in quell'occasione gli esperti avevano dimenticato di dire che l'Italia dipende in parte dall'estero per quanto riguarda l'energia elettrica, e che quindi un minimo di rischio doveva essere sempre tenuto in conto. Ma quanto dipendiamo dall’estero? Sembra che importiamo il 20% del nostro fabbisogno energetico dalla Francia e dalla Svizzera, energia prodotta da centrali nucleari. Dopo la scelta (forse giusta, forse no, ma di sicuro condizionata dall'onda emotiva del disastro di Chernobyl) del referendum del 1987 ormai in Italia è quasi impossibile riportare il nucleare, avendo chiuso ogni laboratorio e progetto di ricerca in materia di atomo sicuro. Ma dopo la scelta di abbandonare il nucleare si sarebbe dovuto lavorare nella direzione delle energie alternative (solare, eolica, ecc.). Invece non si è fatto quasi niente e le centrali elettriche italiane funzionano ancora a petrolio. Ma soprattutto dipendiamo troppo da altri stati. E se con questi ci fosse un incidente diplomatico resteremmo tutti al buio?

Circolano anche voci di black-out politici programmati dal Gestore nazionale dell'energia per forzare la messa in opera di nuovi indispensabili impianti, di operazione manovrata dalla politica per fare qualche proposta di apertura centrali nucleari, addirittura di prove generali di controllo del territorio e delle modalità di funzionamento del programma di difesa in caso di eventuale attacco terroristico sulla rete elettrica o anche per semplice incidente o calamità di ampia portata: paranoie?

Non sarebbero una novità, purtroppo, certe manovre per influenzare l'opinione pubblica.

Certo, anche senza voler fare della dietrologia, che l’energia elettrica si interrompa alle 3,30 di una domenica mattina e' una casualità almeno un po’ strana. E se è veramente un guasto, siamo veramente messi male: un Paese che in una notte di week-end, la meno critica come carico elettrico, salta interamente per la mancanza di un paio di linee connesse a centrali nucleari altrui.

Ad ogni modo forse bisognerebbe fare qualche nuova centrale e certamente approvare un piano energetico nazionale che ancora non abbiamo.

Il Ministro della Attività Produttive Antonio Marzano se la prende con l'opposizione che non permette la costruzione di nuove centrali elettriche. L’opposizione dà la colpa di quanto è successo al governo che non ha un piano energetico. Ma chi ha ragione? Certamente non si può dare tutta la colpa ad un governo che è in carica da due anni. E Cosa hanno fatto i governi precedenti?

C’è chi sostiene che non è costruendo nuove centrali che si risolve, nell'immediato, il problema dei blackout: una centrale energetica comincia a entrare in produzione in media cinque anni dopo l'avvio della sua costruzione (se non ci si mettono i soliti ritardi "all'italiana"), mentre cose come una seria e incisiva campagna a favore del risparmio energetico cominciano a dare risultati tangibili nel giro di settimane o mesi.

Ma delle energie alternative non si parla più?

E’ vero che sul piano energetico in discussione al parlamento l’opposizione ha presentato 600 emendamenti? E’ vero che i “Verdi” non vogliono nemmeno le centrali eoliche, perché deturperebbero il paesaggio? Le ho viste in Spagna e non sono poi così oscene, sembrano mulini a vento. E, ad ogni modo, se non si vuole arretrare e uscire dal consesso delle nazioni economicamente avanzate e altamente tecnologiche e soprattutto se non vogliamo dipendere sempre più dall’estero, dobbiamo trovare delle valide soluzioni e nel più breve tempo possibile. D’accordo, no al nucleare (anch’io ho votato in tal senso nel 1987), ma si a tutte le energie alternative.

Tutto questo senza dimenticare che il problema è generale, non solo italiano, che riguarda tutto il mondo occidentale. Oggi in un articolo a firma di Piero Rampini su Repubblica si leggeva:” Il mondo intero corre ciecamente verso la catastrofe energetico-ambientale, foriera a sua volta d'inaudite tensioni geopolitiche, conflitti sociali e avventure militari. L'Italia corre nella stessa direzione, a modo suo: cioè mescolando eccessi postmoderni e debolezze premoderne, con in più quel sovraccarico di malafede e sguaiata rissosità interna che rende ancora più difficile al paese capire e affrontare una terribile emergenza. È questo il problema centrale dell'epoca contemporanea.
Continuando a sottovalutarlo, le nostre generazioni e le classi dirigenti che ci governano si macchiano di colpe incancellabili verso l'umanità futura.” E ancora:” Dimenticando quel tremendo segnale premonitore che fu la crisi energetica degli anni Settanta, i paesi industrializzati hanno rapidamente girato le spalle alle energie pulite e rinnovabili (sole, vento, maree, biomasse) e sono tornati a privilegiare gli idrocarburi: petrolio, carbone e gas sono le fonti di gran lunga prevalenti dell'energia elettrica generata dalle nostre centrali…..Risorse che hanno concentrato in un angolo del pianeta - il Medio Oriente e il Golfo Persico - un deposito inesauribile di rendite opulente, diseguaglianze sociali, dittature medievali, fanatismi religiosi, odio antioccidentale, terrorismi e interventi militari americani.”

giovedì 25 settembre 2003

Il Paese più americano d'Europa!



Silvio Berlusconi in un discorso a Wall Street davanti agli imprenditori americani ha rivendicato il merito di aver salvato l'Italia dai comunisti e ha rivolto un caloroso appello a investire in Italia che è "il paese più americano d'Europa". !?!

Dunque per il nostro Presidente del Consiglio l'America è il massimo bene e l'Italia è il paese europeo che ci si avvicina di più, magari allontandosi con ciò dall'Europa, o, almeno, dal centro che conta, Francia e Germania, ma questo non è importante.

A prescindere dal fatto che non c'è di che esserne orgogliosi, forse è vero: siamo il paese europeo in cui si aspira maggiormente a copiare pedissequamente "the american way of life" , in cui l'amore sviscerato di certuni per gli USA assomiglia a quello che i  comunisti professavano per l'URSS, e certamente quello i cui governanti sono sempre stati maggiormente adusi al vassallaggio nei confronti dell'iperpotenza d'oltroceano.

mercoledì 17 settembre 2003

Troppo lavoro

 Ormai è tardi per postare e sono troppo stanca per gli eccessi lavorativi degli ultimi giorni. Sto occupandomi della sostituzione della procedura informatica del mio ufficio. Allucinante. Gli informatici ogni giorno mi danno una versione diversa dello stesso problema. Il personale intende impegnarsi solo nell'arco del normale orario di lavoro e non gli importa nemmeno di riscuotere lo straordinario. Le donne devono ancora fare da mangiare ai mariti (ma siamo nel 2003?), gli uomini devono portare la mamma dal medico, o ci devono portare il cane oppure c'hanno l'appuntamento dal dentista. Roba da matti! 

lunedì 15 settembre 2003

Terremoto

Avvertita scossa di terremoto intorno a mezzanotte. Mi è parsa abbastanza forte rispetto ad altre sentite in passato, così sono scappata fuori, per rientrare poco dopo. Che si fa in questi casi? Come si fa a seguire i consigli degli esperti e ripararsi sotto archi, volte, stare vicino ai muri portanti (non so nemmeno quali siano) ecc., e soprattutto evitare le scale? Io sono claustrofobica e la prima cosa che mi viene in mente è scendere a precipizio le scale. Ad ogni modo, anche se Pistoia è classificata zona sismica di secondo grado, credo, non è mai successo niente (finora). Il telegiornale delle 23.50, in chiusura, ha dato la notizia riferendo che l'epicentro è nel bolognese, ma che la scossa sarebbe stata sentita in tutto il Nord e intorno a Firenze, e che non si hanno notizie di danni a persone o cose.

sabato 13 settembre 2003

Il fascismo benevolo che mandava "in vacanza" gli oppositori e altre considerazioni

Con legge n.2008 del 26 novembre 1926, recante "Provvedimenti per la Difesa dello Stato", fu istituito il Tribunale Speciale fascista. Esso reintroduceva la pena di morte per gli attentati contro la persona del Re e del capo del fascismo e puniva con sanzioni severissime ogni attività politica contraria al regime. Tutti i partiti politici erano già stati sciolti e messi fuori legge. Tale attività, dunque, era bollata come "sovversiva". Il collegio giudicante non era costituito da magistrati, ma da ufficiali della milizia fascista, i quali si esibivano in divisa e in camicia nera, in sostanza una banda di ausiliari della polizia politica, fra i quali non mancarono gli squadristi. Funzionò per quasi diciassette anni, dalla sua istituzione fino al 23 luglio 1943: l'ultima sentenza emanata porta questa data. Due giorni dopo, il 25 luglio, cadeva Mussolini. A questo punto "i giudici" si squagliarono. Nessuno fu perseguito.

Nell’arco dei suoi 17 anni di attività il Tribunale Speciale, in processi senza alcuna garanzia per la difesa, emise 4.600 condanne per circa 28.000 anni di carcere, 42 condanne a morte di cui 31 eseguite, 19 ergastoli.

Ma già prima della istituzione del Tribunale speciale, e fino al 25 luglio 1943, in ogni provincia funzionarono le Commissioni per l'invio al confino dei presunti "sovversivi". Queste mandarono in vacanza nelle isole o in piccoli comuni, soprattutto nel Mezzogiorno, dove erano sottoposte alla libertà vigilata, oltre 10.000 persone.

Non è poco. E anche se bisogna riconoscere che il sistema repressivo posto in essere dal fascismo non portò a veri e propri genocidi come quelli di Hitler, Stalin, Saddam Hussein, il raffronto tra i morti dell'una e dell'altra dittatura non toglie niente all'aberrazione che ciascuna rappresenta di per sé.

Perciò, nonostante i tentativi di rivedere la storia, Mussolini e i suoi rimangono responsabili della distruzione delle libertà civili e politiche in Italia ed in altri paesi, dell'uccisione di molti avversari politici, non solo di quelli condannati a morte dal Tribunale Speciale, ma anche di quelli fatti uccidere dalle squadracce (Mussolini peraltro si assunse la piena responsabilità del delitto Matteotti), di complicità con il nazismo di cui furono alleati.

Il nostro Presidente del Consiglio che giudica "benigno" il fascismo che, in fondo, si limitava a mandare in vacanza gli oppositori, sembra esserselo dimenticato, come Scalfaro si è dimenticato della Marcia su Roma, che, anche se di per sé fu una farsa, non può essere considerata una pacifica dimostrazione.

Forse questi politici andrebbero mandati a ripetizione di storia. Ma non sarà che con queste sparate si cerca, dall'una e dall'altra parte, di far dimenticare i problemi seri del paese e la mancanza di progettualità ?

Ma perché si è fatto tanto clamore sulla pazzia dei giudici e il fascismo benevolo è venuto fuori solo ieri? Sulla versione "on line" della rivista inglese "The Spectator", ove erano riportati stralci dell'intervista, la frase incriminata non si trova.

Sui giornali di oggi Berlusconi giustifica il proprio commento adducendo spirito patriottico. Per spirito patriottico si dovrebbe anche giustificare l'ignominia dell'8 settembre 1943, la fuga del re e del governo, lo squagliarsi dell'esercito,

di cui ci dovremmo vergognare ancora oggi, se non fosse stato per la Resistenza e anche per alcuni episodi di cui furono protagonisti reparti dell'esercito che decisero di non arrendersi ai tedeschi?

Tornando alla nostra epoca il paese avrebbe necessità di una riforma radicale, anzi di una rifondazione su nuove basi etiche.

Ma i nostri politici, in linea generale sono quanto di più lontano dall'etica, e anche la stragrande maggioranza dei cittadini.

Un progetto politico dovrebbe comprendere la garanzia dello stato sociale, ma anche l'eliminazione di

qualsiasi forma di assistenzialismo e parassitismo, il rinnovamento delle strutture e dei settori portanti del paese, a cominciare dalla scuola che deve essere pubblica e laica, salvo il diritto dei cittadini di scegliersi e pagarsi la scuola privata, alla ricerca, ancora assolutamente negletta nel nostro paese, alla pubblica amministrazione che deve finalmente diventare efficiente, alle opere pubbliche, e qui le priorità riguardano la salvaguardia dell'ambiente, la gestione delle risorse idriche, lo sfruttamento di energie alternative, anche se non è detto che in futuro si possa anche realizzare il ponte sullo stretto di Messina, una volta verificate le condizioni tecniche e di sicurezza.

Ma chi potrebbe portare avanti un progetto del genere? Il centro-sinistra è troppo frammentato e privo di idee.

Forse ci vorrebbe un partito liberale, democratico, laico, progressista, con una concezione morale della vita pubblica.

Ma tutto questo è utopia.

E se non si può parlare di progetti seri, ha un senso continuare a commentare le esternazioni di Berlusconi e degli altri?

Meglio interessarsi degli UFO?

venerdì 12 settembre 2003

Ricordare l'11 Settembre

Nel giorno della memoria per i tremila caduti del World Trade Center non si può dimenticare che l’11 settembre di ventinove anni fa, in Cile, il generale Pinochet rovesciò il governo di Salvador Allende, democraticamente eletto, con un colpo di Stato appoggiato dalla Cia. “Non si può permettere che il Cile diventi marxista, per il semplice motivo che la sua popolazione è irresponsabile”, disse Henry Kissinger, premio Nobel per la pace, all'epoca segretario di Stato degli Stati Uniti. Dopo il colpo di Stato, il presidente Allende fu trovato morto all'interno del palazzo presidenziale, non si sa se fu assassinato o se si suicidò. Nel regime di terrore che seguì, e che durò 17 anni, furono uccise migliaia di persone. Molte altre semplicemente `scomparvero'.

In questo articolo scritto un anno fa, e riportato da “ ComeDonChisciotte”, Tito Tricot, giornalista e sociologo cileno, si chiede se le vittime del World Trade Center siano da ritenersi più preziose degli innocenti assassinati nel colpo di stato in Cile dell'11 settembre 1973:

"Lunedi, 16 settembre 2002
I nostri sogni furono distrutti quando in una mattina nuvolosa i militari rovesciarono il governo democraticamente eletto di Salvator Allende.

Ventinove anni dopo, i pompieri cileni hanno fatto suonare le loro sirene per rendere tributo alle migliaia di uomini e donne che persero la loro vita senza sapere con precisione che cosa stava accadendo. Fu una commemorazione, non per le vittime del colpo di stato, ma per quelli che rimasero uccisi nel WTC a New York. Un evento triste, ma ancora più triste è che i pompieri cileni non abbiano mai suonato le loro sirene per ricordare i nostri morti. E ce ne furono migliaia, compresi molti bambini, assassinati dai militari.

Non è il caso di confrontare disperazione e dolore, ma, per un anno intero, i media americani hanno cercato di convincerci che la vita dei nord americani ha più valore di quella degli altri popoli. Dopo tutto, noi siamo il terzo mondo, cittadini di paesi sottosviluppati che possono essere arrestati, torturati e uccisi. Come altrimenti possiamo interpretare il fatto che il golpe militare nel nostro paese venne organizzato negli Stati Uniti?

La verità è che nessun presidente americano ha mai versato una lacrima per i nostri morti; nessun politico americano ha mai mandato un fiore alle nostre vedove.

I governi e i media americani usano criteri diversi per misurare la sofferenza. E’ proprio questa ipocrisia e questo doppio criterio di giudizio che fa male, in particolare quando, in quel giorno simbolico per i cileni, il presidente del Cile, Ricardo Lagos, ha presenziato una cerimonia commemorativa all’ambasciata americana dove l’ambasciatore, William Brownfield, ha affermato che “la gente che odia gli Stati Uniti deve essere controllata, arrestata o eliminata”.

In che mondo viviamo? Possiamo noi non fare nulla mentre, nel nome della lotta contro il terrorismo, i paesi vengono bombardati o invasi dalla macchina da guerra americana? Io credo di no, in particolare perché, prescindendo dall’orrore degli attacchi al WTC, gli USA non hanno alcun diritto morale ad imporre la propria volontà sul nostro continente.

Dopo tutto, noi in America Latina abbiamo un’ampia esperienza con le strategie terroristiche americane. Solo nel nostro continente 90.000 persone sono scomparse come risultato diretto delle operazioni e delle politiche anti-insurrezionali degli Stati Uniti – 30 volte il numero delle vittime del WTC.

Uno non può – e non dovrebbe – tentare di quantificare la sofferenza, ma noi abbiamo il diritto di denunciare questo doppio criterio di giudizio. Abbiamo anche il diritto di contestare la frase del Presidente Lagos: “..per la gioventù di oggi ciò che è accaduto nel 1973 fa parte della storia”. Alcune ore dopo la frase del Presidente, migliaia di persone – per lo più giovani – occuparono zone di Santiago e di alte città per esprimere i loro veri sentimenti circa questo disgraziato giorno nella storia del Cile. Hanno organizzato manifestazioni, veglie, concerti, incontri, seminari e barricate per difendersi dalla polizia.

E’ stato un modo per dire: nè gli Stati Uniti nè qualcun altro ha il diritto di rubare la nostra memoria. Nessuno ha il diritto di rubare il nostro giorno, perché l’11 settembre 1973 è inciso nei nostri cuori con le lacrime"..

Traduzione: come donchisciotte.net
Fonte: Guardian Unlimited

martedì 9 settembre 2003

Ci mancava Scalfaro!

L’ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, intervenendo alla Festa Nazionale dell’Unità a Bologna, ha detto :”Mussolini andò al potere nel rispetto dello Statuto Albertino. Quando nascono delle cose corrette è sbagliato dire: è nato in modo corretto, quindi andiamo a dormire. E se il giorno dopo quando ci svegliamo non è più corretta?” Applausi a scena aperta delle duemila persone presenti per l’evidente sottinteso.

Ma sono tutti rincoglioniti? E anche se Scalfaro per età ha il diritto di esserlo, chi lo ha applaudito per evidenti ragioni di politica spicciola non si rende conto che non è ammissibile travisare la storia in questo modo, per nessuna ragione al mondo?

Anche se la marcia su Roma fu un tentativo insurrezionale ridicolo (basta leggerne l’esilarante cronaca di Emilio Lusso),  e lo sapeva anche Mussolini che se ne stava a Milano pronto a fuggire in Svizzera, solo che il re avesse firmato lo stato d’assedio, resta il fatto che non è possibile chiamare democratica la conquista del governo da parte di chi si fece precedere da squadracce di uomini in armi, anche se poi, per un breve periodo, finse di accettare il gioco democratico?

Ma insomma Berlusconi ha fatto perdere la testa a tutti, oltre ad essere un po’ strano lui?

E questi (ex) democristiani cosa c…. vogliono?

Qualcuno mi spiega perché tutti questi (ex) “mangiacomunisti” improvvisamente son

diventati di sinistra e mandano anche in delirio le folle alla festa dell’Unità? I cattolici mi sembrano i più antiberlusconiani di tutti e pensare che l’oggetto di tanto odio sarebbe stato propenso a inserire il richiamo alle comuni radici cristiane nella costituzione europea (per fortuna che sono prevalsi i laici) e vuole che lo Stato finanzi le scuole private (ovvero cattoliche)!

postato da marivan | 01:29 | commenti (4)

lunedì 8 settembre 2003

Berlusconi secondo "The Spectator"

“These judges are mad twice over! First, because they are politically that way, and second, because they are mad anyway. To do that job you need to be mentally disturbed, you need psychic disturbances. If they do that job it is because they are antropologicamente different! That is why I am in the process of reforming everything.”

(Questi giudici sono matti due volte! La prima volta perché sono orientati politicamente in quel modo -cioè a sinistra- e la seconda perché ad ogni modo sono matti. Per fare quel lavoro bisogna essere mentalmente disturbati, bisogna avere turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente differenti! Questo è il motivo per cui io intendo avviare un processo complessivo di riforma).

Così Berlusconi al settimanale inglese “The Spectator”. Ma ovviamente anche l’esternazione sui disturbi mentali dei magistrati è già stata smentita dall’aurore. Si tratterebbe ancora una volta di uno di quegli scherzi cui ama indulgere specialmente di fronte alla stampa estera e al parlamento europeo.

A prescindere dal fatto che anche tra i giudici, come tra i rappresentanti di tutte le altre professioni, non può non esserci un certo numero di pazzi, così come di corrotti e di incompetenti,  tralascio qualsiasi altro commento, tanto hanno ormai commentato tutti, e mi concentro invece, più che sull’intervista, sull’articolo  interessante e divertente che la precede, come riportato nella versione on line della rivista, in cui i due intervistatori, il giornalista Boris Johnson e il corrispondente dall’Italia e biografo di Mussolini Nicholas Farrell (il primo in vacanza in Sardegna, l’altro arrivato per l’occasione da Predappio dove si sarebbe stabilito dopo aver visitato il luogo per motivi di studio), esprimono le loro impressioni sul personaggio Berlusconi. I due si sarebbero incontrati in un bar di Porto Rotondo per discutere sullo scopo dell’intervista e avrebbero deciso che non doveva essere quello di raggiungere un giudizio sulle vicende giudiziarie in cui è coinvolto il Presidente del Consiglio italiano, ma quello di capire se Berlusconi fosse positivo o meno per l’Italia, per l’Europa, per il mondo.

L’articolo è il racconto di alcune ore trascorse in compagnia del Presidente del Consiglio nella sua tenuta in Sardegna, contemplando il sole che tramonta dietro le rocce a strapiombo, fermandosi ad ammirare quasi con soggezione la forza che emana da un olivo cresciuto nella spaccatura di una roccia, percorrendo con lui su un “golf buggy” (un carrozzino per il gioco del golf che sembra avere copiato a Bush facendoselo rifare uguale ma in formato più grande ) l’enorme tenuta, con l’immensa piscina, le 4 vasche per talassoterapia costruite per Veronica (ma io perché non ho mai incontrato qualcuno che avesse almeno una piscinetta, una sauna, una vasca per idromassaggio!), il museo dei cactus, ascoltando il Presidente che, in una sala della sua villa, abbozza la sua visione del mondo, esalta la Thatcher, loda Blair, esalta Bush, sostiene la necessità di intervenire con la forza per imporre la democrazia, ribadisce che in Italia la sinistra ha infiltrato i propri uomini nei punti nodali dello stato, nella scuola, nei giornali, nelle televisioni, nella magistratura, e che lui sarebbe entrato in politica per salvare l’Italia dal comunismo, sostiene che la sinistra italiana avrebbe molti legami con la stampa estera e sarebbe riuscita a influenzare anche giornali conservatori come "The Economist", che i continui e ripetuti attacchi contro di lui sarebbero determinati dall’invidia, e via elencando.

E qual è il verdetto? Assolutamente positivo. I due intervistatori sono rimasti affascinati. E alla fine della corsa in trolley, davanti ad una birra in un bar di Porto Rotondo, arrivano alla conclusione che Berlusconi è una buona cosa.

Dall’interesse per i cactus, alle barzellette raccontate durante importanti meeting dell’Unione Europea, non solo sui comandanti dei campi nazisti, ma anche sulle possibili scappatelle della propria moglie, dalla felicità che sembra sprizzare dai pori del suo personale di servizio con il quale tratta cameratescamente, al suo ottimismo, tutto questo contribuirebbe a farne un personaggio affascinante. Il suo stile sarebbe eroico, gioiosamente regale. Dopo decenni di politici italiani oscuri, funesti, burocrati di partito afflitti da linguaggio convenzionale e persino da dialetto, ecco il grande Gatsby!

Che ci sia qualcosa di vero in questo giudizio? Perché Berlusconi ha ottenuto una maggioranza così ampia, anche se in giro si sente quasi solo la voce di chi lo avversa, come se chi l’ha votato se ne vergognasse, mentre nessuno si vergognava (e non è che non ce ne sarebbe stato motivo) di dichiarare il proprio voto per la Democrazia Cristiana? Certamente le cose che dice sui giornali, sulla magistratura, sui comunisti dappertutto, sulla congiura nei suoi confronti, sono espressione di paranoia. E anche tralasciando le vicissitudini giudiziarie, da cui comunque non sono immuni nemmeno i rappresentanti del centro sinistra, è certo aberrante e senza uguali in Europa la concentrazione di tanto potere nel settore dell’informazione nelle mani di una sola persona, che poi è anche il Presidente del Consiglio, (anche se nessuno può dire che il centro sinistra non abbia strumenti per veicolare le proprie idee ed opinioni, ammesso che ne abbia), mentre l’allineamento sulle posizioni del caro Bush non giovano all’immagine e alla posizione dell’Italia in Europa. Però qualche verità c’è anche in quello che dice Berlusconi: è certo, infatti, che la magistratura non funziona e che la pubblica amministrazione è pletorica, inefficiente e molto costosa. Mentre non è tutto vero quello che si sente dire contro lui. Anzi talvolta mi sembrano altrettanto paranoiche le esternazioni dei suoi avversari.

Mi è capitato di sentire affermazioni di questo tipo: che da due anni a questa parte la gente non vive più, come se prima si vivesse bene con stipendi medi di £. 2.000.000 al mese, che è stato smantellato lo stato sociale, che prima la sanità era gratis, come se i "ticket" li avesse inventati Berlusconi (del resto non ha inventato nemmeno la corruzione), che la scuola è sempre peggiore (è vero, ma è un fenomeno che data da lungo tempo, purtroppo, mentre i contributi alla scuola privata, cui sono assolutamente contraria, li aveva già approvati il centro sinistra) e via elencando.

E le affermazioni degli esponenti del centro-sinistra non sono molto diverse da quelle che si sentono in giro. Ma non sarebbe l’ora di farla finita e di concentrarsi invece che su Berlusconi, sulle idee, su un progetto? Purtroppo mancano le persone che abbiano le idee e soprattutto la capacità di imporle, anche attraverso un modo nuovo di presentarsi, in un’epoca in cui le ideologie sono tramontate e contano le persone. Il centro-sinistra pensa davvero di vincere le prossime elezioni ripresentando l’ex democristiano Prodi o il bel Rutelli?

giovedì 4 settembre 2003

Aiuto!

Qualcuno sa come liberarsi di Mimail. Ho scaricato FxMimail, ma non ha sortito alcun effetto. Ho scaricato anche le Patch consigliate dalla Microsoft, prima SP2 express e poi Sp4express, nonché Q330994 e Q822925 e FixBlast per W32.Blaster.Worm. Quest'ultimo sembra essere stato sconfitto, mentre Mimail c'è sempre. Inoltre da quando ho scaricato le suddette Patch le immagini compaiono più lentamente, i collegamenti si bloccano facilmente  e non c'è altra soluzione che  spengere il computer in maniera brutale, perchè il comando ALT+CTRL+CANC non funziona più. Inoltre compare il seguente avvertimento: "l'applicazione non può essere chiusa. Se si è in fase di debugging chiudere l'applicazione o chiudere prima il debugger". Qualcuno sa dove si trova e come si chiude il "debugger".

martedì 2 settembre 2003

I blog sono superati?

Un nuovo software in arrivo da New York. 

Ormai quasi ogni giorno esce un articolo sui “blog”. Sull'ultimo numero de L'Espresso ne ho trovato uno dall’eloquente titolo "I blog? Roba vecchia". L'autore, Franco Carlini, riconosce che i blog hanno offerto qualche possibilità in più rispetto all'interattività assai limitata delle pagine web, ma sostiene che si può fare di più e meglio e riporta la notizia che la Società Netomat di New York ha realizzato uno speciale software che, oltre a facilitare la produzione di pagine web, permette di intervenire sulle pagine già esistenti, sia nei testi che nelle immagini che nei suoni, così come se si trattasse di pareti sulle quali apporre graffiti. E' altresì possibile inviare e modificare foto e immagini. Le regole del gioco saranno dettate dal primo autore che stabilirà quali siano le parti aperte al cambiamento e quali no. I successivi visitatori potranno vedere sia le pagine originali che le modifiche e apportarne loro stessi. Il software, di cui dal sito della Netomat si può scaricare gratuitamente la versione beta, avrà un costo che dovrebbe essere contenuto rispetto ad altri programmi per la realizzazione di pagine Web.

Sono andata a fare un giro sul sito e ho scaricato il programma, ma devo dire che non mi è piaciuto affatto. Forse non ho capito bene come funziona, ma da una prima impressione mi è sembrato più adatto a chi si vuol divertire con la grafica che non a chi vuole veicolare pensieri ed opinioni. Si, il paragone con una parete per graffiti può essere azzeccato, ma è una cosa che non mi interessa. Peraltro c'è una galleria di esempi, a mio parere, molto brutti.

Per il momento preferisco i blog, che peraltro non richiedono di scaricare alcun programma e sono gratis. Invece per realizzare siti ci sono tanti programmi carini che non richiedono la conoscenza del linguaggio HTML.

Ma non sarà che giornalisti e scrittori hanno un desiderio, neanche tanto recondito, di di decretare la morte dei blog? E forse non solo perché, come per qualsiasi altro fenomeno o accadimento, dopo un pò non fa più notizia, o meglio l’unica notizia degna di nota sarebbe la sua fine.

Staremo a vedere, è troppo presto per dire se i blog si riveleranno una moda effimera o un nuovo mezzo di espressione destinato a durare e ad evolversi. Del resto anche ai primordi del cinema, ma non solo, fu detto che non ci sarebbero stati sviluppi.